Green economy Sostenibilità

Le principali professioni in Italia della Green Economy

principali professioni in Italia green economy

Come da consuetudine, il Rapporto “GreenItaly” 2015 di Unioncamere e Fondazione Symbola di cui abbiamo offerto una sintesi cerca di definire meglio i “green job”, le nuove figure alle quali l’economia verde avrebbe impresso un sensibile sviluppo, talvolta innestandosi su un bagaglio di conoscenze e competenze già esistenti e “codificate”, ma trasformandole o integrandole in un’ottica “green”:
– Green job ovvero figure professionali che incorporano per “definizione” competenze green, il cui lavoro, quindi, è direttamente finalizzato a produrre beni e servizi eco-sostenibili o a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi (es. ingegneri energetici, tecnici del risparmio energetico, ecc.);

– Ibridi ovvero figure professionali il cui lavoro non è finalizzato in modo diretto a produrre beni e servizi green o a ridurre l’impatto ambientale dei cicli produttivi, ma possono comunque contribuirvi nel momento in cui sono richieste loro competenze in tema, perché magari inserite in imprese o filiere green oriented.

Sulla base di una elaborazione sui microdati dell’indagine Istat sulle forze di lavoro, nel 2014 in Italia, con riferimento all’intera economia, sono presenti quasi 3 milioni di occupati ascrivibili ai green job, corrispondenti al 13,2% dell’occupazione complessiva nazionale.

Nel 2015, il 14,9% delle assunzioni previste dalle imprese riguarda green jobs, e quasi la metà, pari al 43,9%, riguarda le figure ibride. In termini assoluti, si tratta di quasi 74.700 assunzioni di green job e di 219.500 assunzioni associate alla richiesta di competenze green; nel loro insieme, raggiungendo quota 294.200 assunzioni, costituiscono ben il 59% della domanda di lavoro.

Quello dei green job è un segmento del mercato del lavoro di qualità: più della metà delle assunzioni previste di green job nel 2015 avverrà tramite contratti a tempo indeterminato, con uno scarto del 6,6% rispetto alle assunzioni di altre figure professionali.

I green job producono una domanda soprattutto nell’edilizia, nonostante il settore presenti, come rilevato nel Rapporto, una delle più basse percentuali di imprese che hanno investito, o prevedono di investire, in tecnologie green. In realtà, nel comparto delle costruzioni si sta diffondendo una certa sensibilità “verde” legata soprattutto alla riqualificazione degli edifici nel segno del green building, anche sotto l’impulso di rilevanti cambiamenti normativi e di significativi sostegni di politica economica (ecobonus).

Anche a livello territoriale, la diffusione dei green job non è omogenea. Se la si esamina in base ai valori assoluti delle assunzioni di figure professionali green previste per il 2015, essa premia le grandi regioni, soprattutto del Nord, come la Lombardia che conferma quindi di essere, perlomeno in termini complessivi, una delle roccaforti della green economy (in detta regione, infatti, si concentra circa un quarto delle assunzioni programmate di tali professionalità), l’Emilia Romagna ed il Veneto, e in generale il Nord-ovest che assorbe più di un terzo del totale. A Sud, si concentra solo il 24% circa delle assunzioni, soprattutto in regioni come la Campania, la Sicilia e la Puglia.

La green economy ha creato professionalità del tutto nuove o ne ha modificate di esistenti al punto da renderle quasi irriconoscibili.
Il Rapporto “GreenItaly 2015” cerca di definire meglio queste nuove figure alle quali l’economia verde avrebbe impresso un sensibile sviluppo, talvolta innestandosi su un bagaglio di conoscenze e competenze già esistenti e “codificate”, ma trasformandole o integrandole in un’ottica “green”.

A tal fine, il Rapporto si è sforzato di ricondurre tali figure all’interno della nomenclatura ufficiale delle unità professionali dell’Istat, offrendo una breve rassegna e soffermandosi, in particolare, su alcune che, pur non risultando delle novità di “settore”, oggi hanno scalato la classifica, risultando fra quelle più richieste.
Di seguito abbiamo stralciato dal Rapporto stesso la selezione proposta.

Installatore di impianti termici a basso impatto Il mercato dell’edilizia sta evolvendo rapidamente verso le soluzioni a basso impatto ambientale e verso una rigenerazione più efficiente delle strutture esistenti. Il tecnico degli impianti sostenibili è il professionista specializzato che si occupa della messa in opera delle nuove soluzioni impiantistiche di tipo idraulico, termoidraulico, di riscaldamento o di raffrescamento. Coordina altri tecnici, installa, esegue la manutenzione e si occupa della regolazione degli impianti per ottenere le dovute performance ambientali. Può coordinare l’acquisto dei materiali, definisce i piani di lavoro e verifica i costi di realizzazione. Per i giovani che accedono alla professione, sia attraverso un’abilitazione tecnica che con una laurea di primo grado, le competenze tecniche sulla sostenibilità e quelle di carattere normativo, saranno la normalità; per chi ha bisogno di riqualificarsi, persino le imprese produttrici di impianti offrono stage di aggiornamento.

Ingegnere energetico Sia che si tratti di impianti rinnovabili che di efficientamento energetico, l’ingegnere è una figura imprescindibile per il panorama attuale delle politiche energetiche, sia in impresa che a livello domestico. Progetta e gestisce impianti in maniera da ridurre i consumi di materie prime e di energia. I settori di applicazione sono quelli industriale, civile, agricolo e dei trasporti. L’iter di studi prevede ovviamente la laurea e, per potersi fregiare del titolo di ingegnere, l’iscrizione al relativo albo. Percorsi di specializzazione post-laurea si rivelano oggi se non indispensabili, certamente opportuni per una maggiore spendibilità del titolo nel mercato del lavoro. Così come esistono corsi e certificazioni che possono caratterizzare ancora meglio gli ambiti di applicazione della professione.

Tecnico meccatronico La meccatronica serve a mettere insieme l’elettronica, la meccanica e l’informatica, per rendere più performanti ed efficienti, anche sul piano energetico, i nostri motori. Non solo nel settore dell’automotive, ma in ogni branca dell’industria che ne abbia bisogno, persino nella domotica. Il tecnico meccatronico (o anche meccatronico) è il professionista che progetta ed elabora sistemi di controllo più o meno complessi del settore, lavorando su interi prodotti o cicli o su parti di essi. Può intervenire in diverse fasi della vita di un prodotto: in fase di progettazione ne individua e seleziona i componenti meccanici, elettronici ed elettromeccanici che serviranno per l’attività; in fase di produzione ne assembla i componenti; collauda i prodotti e ne cura la manualistica, arrivando all’installazione e alla manutenzione. La sua formazione, di tipo tecnico industriale, può passare per percorsi universitari o di tipo tecnico superiore.

Ecobrand manager Il Brand management attiene al marketing per la gestione di un singolo prodotto o di una linea di produzione. È indubbio che in alcuni settori il richiamo ai principi della sostenibilità è un valore aggiunto, purché non si scada nel green washing. L’ecobrand manager è dunque il responsabile della progettazione e della promozione di una o più linee di prodotti sostenibili. Svolge compiti di coordinamento e di programmazione rispetto agli obiettivi da perseguire. Effettua analisi statistiche e quantitative,elabora soluzioni nuove e originali e pianifica strategie nel breve, medio o lungo periodo. Elabora il programma di marketing e comunicazione, ha in carico le relazioni con le agenzie di pubblicità, si occupa del business plan e verifica che i principi della sostenibilità, dell’efficienza energetica e del basso (o nullo) impatto ambientale siano monitorati in tutte le fasi di LCA. Può essere un laureato in economia e marketing, ma completano la formazione specializzazioni in marketing ambientale e/o comunicazione ambientale.

Esperto di acquisti verdi
 Da alcuni anni, le pubbliche amministrazioni dell’Unione Europea sono obbligate ad acquistare una certa percentuale di prodotti a basso impatto ambientale. È una strategia che secondo l’Unione porterà ad ampliare il mercato dei prodotti, e dei servizi, “green”. I risultati già ci sono perché anche per le imprese gli acquisti verdi stanno diventando un’occasione per essere più efficienti e più performanti sul piano ecologico. L’esperto di acquisti verdi è perciò lo specialista che si occupa di acquistare i materiali necessari per la lavorazione, cura i rapporti con i fornitori,controlla la qualità degli acquisti stessi, gestisce il magazzino, individua i fornitori migliori e si occupa anche degli acquisti necessari all’attività (arredi, macchine, utensili, ecc.). Rispetto ad un tradizionale responsabile acquisti, è specializzato nell’individuazione di prodotti e servizi a basso impatto ambientale. Deve saperne di materie prime, processi di produzione e tecniche per il controllo di qualità ma anche di amministrazione e gestione d’impresa. Il suo percorso formativo non è codificato e molto conta l’esperienza; esistono corsi di approfondimento tenuti anche in ambito universitario.

Falegname Il falegname è una di quelle figure antiche che nel panorama della green economy può assumere numerose sfaccettature, con competenze che si specializzano e si sviluppano fino a farlo diventare a tutti gli effetti un artigiano digitale. La formazione di base e le sue competenze sono quelle tradizionali: la lavorazione del legno deve essere assunta in tutti i suoi aspetti, dalla scelta della materia prima al taglio, dal controllo produttivo di processo al montaggio, fino, nelle fasi più moderne, all’uso di programmi di progettazione come l’autocad. L’industria della produzione di case prefabbricate in legno, in ascesa da alcuni anni, ha aperto prospettive nuove a patto di voler necessariamente coniugare un mestiere antico con competenze moderne.

Esperto in demolizione per il recupero dei materiali Nel processo di rigenerazione urbana e di ristrutturazione del patrimonio edile esistente, anche i processi di demolizione assumono particolare importanza. Questa figura si occupa della progettazione e della realizzazione degli interventi di decostruzione e di dismissione di costruzioni e manufatti ormai in disuso o da ristrutturare, garantendo la valorizzazione e la riutilizzazione dei materiali recuperati. Deve verificare che i singoli materiali siano raccolti in modo omogeneo per ottimizzare il collocamento economico dei prodotti recuperati. È spesso richiesta una laurea in architettura, ingegneria ambientale o scienze ambientali. Più specificatamente, esistono corsi di laurea in ingegneria del recupero edilizio e ambientale.

Esperto del restauro urbano storico Ci sono almeno due buoni motivi per investire nel restauro urbano storico: il primo per ragioni di pura conservazione, il secondo perché investire nella cultura significa incrementare l’economia, per di più oggi tecnologie e processi di restauro sono compiuti sempre di più con prodotti e tecniche rispettose dell’ambiente. L’esperto del restauro urbano storico mira alla salvaguardia e alla conservazione di quei beni che testimoniano una tradizione costruttiva del passato. Si occupa dei piani per la tutela della scena urbana, delle analisi preventive, della progettazione degli interventi e dell’esecuzione degli stessi. Le sue competenze inoltre devono comprendere un’approfondita conoscenza delle normative e dei regolamenti per la salvaguardia della scena urbana. Il restauro dei monumenti è l’unica attività nel campo della progettazione riservata esclusivamente agli architetti, ed esistono corsi di laurea dedicati al tema nelle facoltà di architettura.

Serramentista sostenibile Nel percorso di specializzazione delle competenze in chiave “green” non stupisca che anche chi monta, allestisce o costruisce i nostri serramenti debba porsi le giuste domande di sostenibilità ambientale. Ben lo sa chi ha goduto dei bonus per le ristrutturazioni degli edifici per renderli più efficienti. Benché sia una professione essenzialmente tecnica, essa deve accompagnarsi a competenze di ordine normativo e ad un approfondimento dei nuovi materiali, non più e non soltanto metalli, e delle nuove tecnologie del settore. Una formazione tecnica può essere sufficiente ma la ricchezza dei prodotti oggi sul mercato consiglia una specializzazione, anche quella offerta dalle stesse aziende produttrici.

Esperto nella commercializzazione dei prodotti di riciclo All’interno dei processi per la gestione dei rifiuti e in particolare laddove questi vengono destinati al riuso e al riciclo, è diventata importante la figura dell’esperto nella commercializzazione dei prodotti di riciclo. Valuta l’economia di scala relativa all’utilizzo dei beni recuperati, effettuando analisi comparative e confronti rispetto all’uso delle materie prime tradizionali. Verifica, attraverso ricerche specifiche, le scelte per la corretta gestione delle azioni di recupero e riciclaggio. Esegue bilanci energetici per determinare il grado di convenienza da parte delle aziende interessate all’acquisto del recuperato rispetto all’utilizzo dei materiali tradizionali. Effettua ricerche di mercato per aprire nuovi sbocchi di vendita. Attitudini e formazione: può bastare un diploma tecnico, ma può rivelarsi utile una laurea di primo livello in economia (a indirizzo ambientale), ingegneria ambientale, scienze politiche o pubbliche relazioni, cui far seguire un corso di specializzazione nella gestione dei rifiuti.

Programmatore delle risorse agroforestali Il programmatore delle risorse agroforestali può operare tanto in ambito pubblico, nella gestione delle risorse naturalistiche, quanto nei processi di silvicoltura e agricoli. Pianifica gli interventi per la gestione dei territori e il suo scopo è la conservazione della biodiversità, la prevenzione dei rischi ambientali, e la valorizzazione delle risorse agroforestali in chiave ecocompatibile. Pianifica gli interventi per la gestione e la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità animale e vegetale, per il recupero ambientale di ecosistemi degradati e delle specie a status critico. Effettua la pianificazione e la valutazione economica e finanziaria dei diversi interventi, e si occupa di promuovere progetti di sviluppo rurale e di conservazione della natura. È necessaria una laurea specialistica in scienze ambientali, scienze naturali, biologiche, agrarie o forestali.

Pedologo Il pedologo è un esperto nel rilevamento, classificazione, cartografia, interpretazione e conservazione del suolo. È lo specialista conoscitore dei processi che si svolgono nel suolo, tra suoli e tra suolo e altri sistemi ambientali. Sa riconoscere la distribuzione dei tipi di suolo nel paesaggio, sa classificarli e correlarne le funzioni. Può valutare lo stato del terreno e le sue risposte a pressioni esterne, esistenti o prevedibili. Fornisce assistenza tecnica all’agricoltura e alla zonazione vinicola, si occupa dell’idrologia dei suoli e può intervenire in supporto alla pianificazione territoriale per opere industriali e infrastrutturali. La pedologia è insegnata nelle facoltà di scienze naturali, di scienze ambientali o di scienze matematiche fisiche e naturali, di agraria o di geologia ed esistono corsi postuniversitari e master di specializzazione.

Ingegnere ambientale L’ingegnere ambientale applica le sue conoscenze nell’integrazione delle opere umane col territorio. Può intervenire nella progettazione e nella gestione di impianti industriali o nella rinaturalizzazione o nel recupero di aree degradate, così come le sue competenze lo rendono necessario negli impianti per la gestione dei rifiuti, nelle cave, o per grandi impianti energetici. Il suo percorso di studi è una specializzazione di quello ingegneristico e può avvicinarsi talvolta ad una attitudine di tipo più chimico o civile a seconda della necessità. La sua figura nei processi di green economy appare sempre più necessaria per una sempre maggiore integrazione delle attività antropiche con l’ambiente e una minimizzazione degli impatti.

Statistico ambientale Lo statistico ambientale è il professionista che analizza i dati ambientali, collabora alla progettazione e alla dislocazione di reti per il monitoraggio ambientale, inventa e sostiene sistemi di indicatori ambientali. Rileva la coerenza di progetti o lo stato dell’ambiente in relazione alle normative sulla qualità delle risorse naturali. È esperto nei criteri di costruzione di sistemi di indicatori ambientali e di misura delle variabili elementari per la quantificazione degli indicatori, si occupa della metodologia per la formulazione di piani di campionamento per la verifica degli standard di qualità delle risorse ambientali e di quella per l’analisi.

Risk manager La figura interessa sia le grandi imprese, sia quelle piccole e micro. Il risk manager ambientale analizza e individua i punti deboli, le possibili falle e i rischi cui l’azienda potrebbe essere esposta e garantisce il rispetto delle norme in materia ambientale e di sicurezza sul lavoro. Valuta i rischi anche in riferimento alle conseguenze sull’attività commerciale. Affronta i rischi di calamità naturali nelle fasi antecedenti ed eventualmente successive agli eventi. Questo professionista progetta e propone le soluzioni più idonee al fine di prevenire o ridurre i rischi e realizza le politiche di gestione, monitorando nel tempo la loro evoluzione e il programma stesso di risk.

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