Società Sostenibilità

Povertà educativa e povertà economica si alimentano reciprocamente

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Mentre in Italia si discute delle scarse performances scolastiche dei nostri studenti, con la lettera di 600 i docenti universitari che ne hanno lamentato livelli di insufficienza in lettura e scrittura – ha affermato Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children –non bisognerebbe mai dimenticare quanto le condizioni di povertà vissute dai bambini e dalle loro famiglie possano incidere in maniera determinante sulle opportunità educative e formative dei minori e sul pieno sviluppo delle loro potenzialità future. Spesso questi bambini e ragazzi non hanno la possibilità di fare i compiti in un luogo adeguato, non possono permettersi di fare sport né di svolgere attività culturali, come andare al cinema, al teatro o a una mostra. Il circolo vizioso tra povertà materiale e povertà educativa va dunque necessariamente spezzato prevedendo investimenti di spesa pubblica in maniera importante proprio su famiglie e bambini“.
La riflessione è intervenuta durante la tavola rotonda “La povertà educativa in Europa: il fenomeno e la voce dei ragazzi“, svoltasi a Milano il 10 febbraio 2017 per presentare il Rapporto “Sconfiggere la povertà educativa. Fino all’ultimo bambino“, di Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti.

Dal Rapporto emerge che più di 26 milioni di bambini e ragazzi, in Europa, sono a rischio povertà o esclusione sociale, e che una delle conseguenze più gravi di questa condizione è la povertà educativa [processo che limita il diritto dei bambini ad un’educazione e li priva dell’opportunità di imparare e sviluppare competenze cognitive e non cognitive di cui avranno bisogno per avere successo in un mondo che sta cambiando rapidamente], che riguarda 1 adolescente europeo su 5 e 1 su 3 in Italia.

I dati PISA (acronimo che sta per Programme for International Student Assessment), l’indagine internazionale promossa dall’OCSE per valutare con periodicità triennale il livello di istruzione degli adolescenti dei principali Paesi industrializzati, mostrano che il 22% dei 15enni in Europa ha scarsi risultati in matematica e il 20% in lettura e in Italia non raggiunge le competenze minime in matematica 1 bambino su 4, 1 su 5 in lettura.
Il Rapporto mostra come nel nostro Paese sia allarmante anche la media di dispersione scolastica che riguarda il 15% dei minori. Inoltre, la differenza media, in percentuale, del rischio di povertà tra bambini con genitori che possiedono un livello medio-alto di istruzione rispetto a quelli che ne possiedono uno più basso è del 46% in Italia, contro quella europea del 53%.

Degli oltre 26 milioni di minori a rischio povertà o esclusione sociale in Europa, 1 su 5 lo è nonostante le proprie famiglie abbiano beneficiato di trasferimenti sociali, mentre 1 su 10 vive in famiglie con una intensità lavorativa molto bassa o in famiglie gravemente deprivate. Anche i bambini i cui genitori hanno una occupazione non sono esenti dalla povertà: in Romania, 1 bambino su 2 con genitori che lavorano è a rischio povertà, 1 su 5 in Lussemburgo, Bulgaria, Spagna e Svezia. Dallo Studio si evidenzia anche che nel nostro Paese il 13% dei minori è rischio di povertà grave e il 17% vive in condizioni di povertà persistente. Ad essere più esposti al fenomeno sono proprio quei bambini che vivono in famiglie con genitori impiegati a lavoro meno del 20% del loro potenziale, rispetto a quelli che invece hanno accanto genitori che lavorano tra il 55% e l’85% del proprio tempo.

Secondo “Save the Children“, per sradicare la povertà materiale, l’esclusione sociale e la povertà educativa, i Paesi europei e le istituzioni dell’UE dovrebbero affrontare le disuguaglianza già presenti durante l’infanzia, eliminando le barriere che impediscono ai bambini lo sviluppo delle proprie competenze e capacità. A tal fine, l’Organizzazione ritiene urgente adottare ed implementare la Child Guarantee, un piano di intervento a livello di UE, attualmente in discussione al Parlamento europeo, per assicurare a tutti i bambini i servizi essenziali come l’accesso alle cure mediche, all’istruzione, ad una casa dignitosa e ad una sana alimentazione.

Nel Rapporto sono inserite alcune testimonianze dei bambini:
– “Mio padre è disoccupato, perché la fabbrica ha chiuso. Mia madre è a casa ma sta cercando un lavoro; se i miei genitori dicono ‘no’ so che è per una buona ragione. I miei genitori vogliono che siamo felici, se ci dicono di no è perché non hanno denaro. Lo capisco” (Bambina, Spagna);
– “Al giorno d’oggi, la scuola riguarda più il superare gli esami che il sapere. Appena hai finito il test, non conta più. Può essere veramente stressante perché hai molte cose da consegnare, magari nella stessa settimana…Qualche volta è semplicemente troppo. È stressante. Magari non ti senti bene e ti viene il mal di testa. Magari non vai a scuola. La motivazione se ne va. Non hai speranza. Dopo che hai preso una “E” non puoi più prendere una “A” e quindi non importa più. Non ti senti responsabile” (Bambina, 16 anni, Svezia);
– “So che andare a scuola è importante, ma per farlo ho bisogno di molti soldi. Quando chiedo soldi a mia mamma lei brontola e mi spiega che adesso che papà è dentro [in prigione] non posso chiedere molto… tutti questi quaderni, penne, libri. Ma se non li ho, gli insegnanti si arrabbiano, e i compagni di classe mi prendono in giro, ed io non voglio tornare a scuola” (Bambino, Italia).

L’Obiettivo 1 di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015, prevede di “porre fine ad ogni forma di povertà“, quindi anche di quella educativa che da quella economica si produce e che, a sua volta, alimenta; mentre, l’Obiettivo 4 indica che deve essere “assicurata un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva per tutti“.
Peraltro, il Documento “Posizionamento italiano rispetto ai 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile“, pubblicato lo scorso gennaio dal Ministero dell’Ambiente, conferma che in Italia, riguardo all’Obiettivo 4, una parte troppo ampia di adolescenti è priva di quelle competenze necessarie per crescere e farsi strada nella vita.

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