Biodiversità e conservazione Fauna

Piano Lupo: esclusi abbattimenti e più azioni di ricerca e monitoraggio

Il nuovo Piano Lupo messo a punto dal Ministero dell’Ambiente prevede 22 azioni che a partire da una rigorosa analisi tecnico-scientifica mirano alla conservazione e risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività antropiche.

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha comunicato di aver elaborato un nuovo ‘Piano di conservazione e gestione del Lupo in Italia’, che sostituisce quello del 2002, e che non prevede quegli “abbattimenti controllati” che erano previsti nel precedente piano del 2017 e che avevano provocato accese polemiche e proteste di cittadini e ambientalisti sino al congelamento del provvedimento nella Conferenza Stato-Regioni.

Il nuovo Piano, afferma la nota pubblicata sul sito del MATTM il 2 aprile 2019, è il frutto di un processo di consultazione lungo e complesso di Regioni, Province Autonome, ISPRA e portatori di interesse , ed è stato trasmesso nei giorni scorsi per l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni.

Il piano prevede 22 azioni che a partire da una rigorosa analisi tecnico-scientifica mirano alla conservazione ed alla risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività antropiche, su cui anche la Commissione Europea ha espresso apprezzamento.

Serve una prevenzione attiva e diversificata dei possibili conflitti, per questo abbiamo previsto, tra le altre novità, azioni specifiche di prevenzione con interventi sperimentali che interessino specifici ambiti territoriali, anche ristretti, che vivono problematiche uniche – ha affermato il Ministro Sergio CostaCon questo piano ribadiamo che non servono gli abbattimenti, ma una strategia, che abbiamo delineato in 22 azioni. Questo non toglie che occorra un continuo aggiornamento delle linee guida del Piano e che altre iniziative verranno prese anche parallelamente, in sinergia col Piano”.

L’Italia con una popolazione di circa 1.600 esemplari, ospita un patrimonio di lupi ragguardevole, circa il 9-10% della consistenza del lupo a livello europeo (tolta la Russia) e il 17-18% a livello comunitario.

Il nuovo Piano Lupo rafforza l’impegno del Ministero a sostenere a livello nazionale il monitoraggio di questo animale attraverso il supporto tecnico di ISPRA per avere dati sempre più affidabili. La conservazione del lupo, sottolinea la nota, rappresenta una parte importante dello sforzo che deve essere messo in atto per mantenere la biodiversità ed assicurare la funzionalità degli ecosistemi presenti nel nostro Paese.

Occorre conoscere con la maggiore precisione possibile quanti lupi abbiamo in Italia – ha aggiunto il Ministro – perché spesso si grida ‘al lupo, al lupo’, ma si tratta di ibridi o di cani vaganti”.

Il lupo è una specie protetta dalla normativa comunitaria e da convenzioni internazionali ed è anche molto studiato, in Italia è stato oggetto dello svolgimento di 18 progetti cofinanziati dalla Commissione Europea, alcuni dei quali attualmente in corso.

Tra le altre novità del nuovo Piano Lupo:
– l’attualizzazione dei dati sulla distribuzione e consistenza del lupo sulle Alpi;
– l’eliminazione di un’azione specifica dedicata alle deroghe in quanto la materia è già regolata dalla normativa vigente;
– un rafforzamento delle indicazioni per Ministeri e Regioni per la definizione di documenti;
– l’inserimento fra i temi oggetto di informazione e comunicazione dell’impatto dei cani vaganti e degli ibridi lupo-cane sulla conservazione della specie.

Plaude alla nuova proposta il WWF che negli ultimi anni, insieme alle altre associazioni ambientaliste che hanno aderito alla campagna #soslupo, si è impegnato moltissimo per difendere il lupo, a cominciare dalla mobilitazione nei confronti della precedente proposta di Piano di conservazione.
Con l’esclusione degli abbattimenti, finalmente sembra sia stato fatto un importante passo verso un Piano di conservazione che crea le condizioni per una migliore convivenza con l’animale simbolo della Natura d’Italia: il lupo – recita  la nota del WWF – Un piano in grado di fare la differenza, quello per cui ci siamo battuti fino ad oggi, che promuove la ricerca e il monitoraggio, combattere il bracconaggio, individuare sostenere le azioni di prevenzione dei danni, che sono la migliore risposta ai conflitti.

Il lupo in Italia è il protagonista di una storia di successo. Quasi eradicato da pratiche e leggi che lo consideravano nocivo era sopravvissuto negli anni ’70 con meno di 100 individui. Grazie alla sua intelligenza e all’azione illuminata del WWF e della società civile, il lupo ha avuto un lento recupero, tornando a vivere in territori da cui era scomparso. Il ritorno del lupo è stata la pietra miliare di un recupero della naturalità delle nostre campagne e dei nostri boschi, un cruciale tassello per gli equilibri ecologici dei territori.

Ogni anno, secondo il WWF, sono circa 300 i lupi che muoiono per mano dell’uomo, 1 su 2 muore per mano dei bracconieri a causa di lacci, trappole, esche avvelenate e colpi d’arma da fuoco.

È un animale con un comportamento sociale complesso e strutturato, dotato di sensi straordinari e grande capacità di spostamento e adattamento. Schivo ed intelligente, è difficile da avvistare in natura.

Il lupo nell’ambiente svolge al meglio il suo ruolo di selettore naturale, controllando la dimensione delle popolazioni delle sue prede ed eliminando le carcasse degli animali morti per cause naturali.

Difendere il lupo vuol dire anche riuscire a proteggere a cascata gli habitat in cui esso è presente, insieme a molte delle altre specie che in essi convivono.

Foto di copertina: Staffan Widstrand/WWF

 

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