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Piano Strategico della PAC: per Commissione UE “non è sufficiente”

La Commissione UE ha notificato all’Italia le osservazioni sul Piano strategico della PAC da cui emerge che praticamente deve essere riscritto. Le Associazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura, che avevano già espresso un giudizio critico sul Documento, si dichiarano pronte a partecipare di nuovo al Tavolo di partenariato del MiPAAF affinché il Piano porti alla giusta transizione agroecologica.

Il 31 marzo 2022 la Commissione ha inviato le lettere di osservazione relative ai primi 19 Piani strategici della PAC proposti, tra cui quello dell’Italia, che indicano gli elementi che richiedono ulteriori spiegazioni, completamenti o adeguamenti prima che la Commissione possa approvarli.

Inoltre, la Commissione UE, oltre alle lettere ai singoli Paesi, ha diffuso un Documento che riassume, senza essere esaustivo, gli elementi chiave dei Piani proposti e le relative osservazioni che sono formulate nelle lettere inviate a ciascun Paese.

Secondo la Commissione UE, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’attuale impennata generalizzata dei prezzi dei prodotti di base pongono in primo piano, con la massima evidenza, il legame essenziale tra l’azione per il clima e la sicurezza alimentare, peraltro riconosciuto nell’Accordo di Parigi e che è integrato nella nuova legislazione per la PAC e  nella Strategia “Farm to Fork” (Dal produttore al consumatore) al fine di garantire un approvvigionamento alimentare sufficiente a prezzi accessibili per tutti i cittadini in qualsiasi situazione mentre si opera la transizione verso sistemi alimentari sostenibili.

In tale contesto, e nell’ambito della crisi climatica e della biodiversità, gli Stati membri dovrebbero rivedere i loro piani strategici della PAC per sfruttare tutte le opportunità per:
– rafforzare la resilienza del settore agricolo dell’UE;
– ridurne la dipendenza dai fertilizzanti sintetici e aumentare la produzione di energia rinnovabile senza compromettere la produzione alimentare;
– trasformarne la capacità produttiva in linea con metodi di produzione più sostenibili.
Questo comporta, fra l’altro, azioni volte a:
– sostenere il sequestro del carbonio nei suoli agricoli;
– sostenere le pratiche agroecologiche,;
– promuovere la produzione sostenibile e l’uso di biogas;
– migliorare l’efficienza energetica;
– estendere l’uso dell’agricoltura di precisione;
– potenziare la produzione di colture proteiche ;
– diffondere l’applicazione più ampia possibile delle migliori pratiche tramite il trasferimento di conoscenze.

Proprio sulla base di tali considerazioni sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale del settore, la Commissione UE ha valutato i Piani strategici degli Stati membri.

Le Osservazioni sull’orientamento strategico del Piano strategico italiano della PAC
La Commissione accoglie con favore gli sforzi compiuti dall’Italia nell’elaborazione del piano strategico della PAC gli scambi svoltisi nell’ambito del dialogo strutturato che ha preceduto la sua presentazione e la presa in conto delle Raccomandazioni della Commissione all’Italia – si legge nell’Allegato alla nota della Direzione generale per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale della Commissione UE – Pur prendendo atto anche delle consultazioni pubbliche condotte nella fase preparatoria, la Commissione invita l’Italia a garantire l’istituzione di un partenariato ben funzionante e un dialogo continuo con tutti i portatori di interessi nella fase di attuazione. Il Piano nella sua forma attuale non è sufficiente […]”.

In un Comunicato del 6 aprile 2022, 17 Associazioni ambientaliste, dell’agricoltura biologica e dei consumatori (Animal Equality, Associazione Consumatori ACU, AIDA, AIAB, AIAPP, Associazione Italiana Biodinamica, Associazione Terra!, CIWF Italia Onlus, FederBio, Greenpeace Italia, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu-BirdLife, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia, WWF Italia)  che fanno parte della più ampia Coalizione #CambiamoAgricoltura e che avevano giudicato il Piano strategico predisposto da MiPAAF deludente e inadeguato per affrontare le complesse sfide della transizione ecologica della nostra agricoltura,  e inefficace sia sul versante della lotta ai cambiamenti climatici che su quello dello stop alla perdita di biodiversità, riaffermano la propria disponibilità “a dare di nuovo il contributo per un Piano Strategico della PAC che porti finalmente al giusta transizione agroecologica”. Un nuovo incontro del Tavolo di Partenariato è stato annunciato per il 19 aprile.

Le Associazioni danno atto al ministro Patuanelli e alla struttura del Mipaaf di aver garantito un approccio trasparente avendo rese pubbliche le osservazioni ricevute, al contrario di quanto fatto della Commissione europea, che, nonostante le iniziali promesse del Commissario Wojciechowski, aveva deciso di non diffonderle fino alla risposta degli Stati membri – si legge nel Comunicato – Attraverso 244 rilievi la Commissione europea traccia l’identikit di un piano indefinito negli obiettivi e scarso a livello di ambizione.

Le note della Commissione rilevano un Piano finalizzato essenzialmente a tutelare storiche rendite di posizione – continuano le Associazioni – non si spiega altrimenti il rallentamento sulla obbligatoria convergenza interna del valore dei titoli e l’inadeguata ridistribuzione di risorse, tutto a svantaggio delle aree rurali del Paese più bisognose di rilancio e sostegno”.

Senza una correzione di rotta, segnalano i valutatori della Commissione UE, il flusso di sussidi europei favorirà i territori tradizionalmente più premiati dalla PAC (in particolare le grandi aziende zootecniche della Pianura Padana), accentuando i divari di reddito rispetto alle aree più svantaggiate della penisola, con il conseguente rischio di un ulteriore abbandono delle aree interne.

Sugli obiettivi ambientali il giudizio è ancora più severo, si sottolinea nel documento, ricalcando le critiche delle organizzazioni ambientaliste, dei consumatori e dell’agricoltura biologica rimaste inascoltate in fase di prima stesura del Piano, quando era stata fatta prevalere la logica dello “status quo” richiesto da una parte del mondo agricolo.

Secondo la Commissione, il Piano non quantifica gli obiettivi da perseguire, benché tale indicazione sia obbligatoria, con l’aggravante che le misure impostate hanno un’efficacia incerta ed indimostrabile, ad esempio per ridurre l’impronta idrica e climatica dell’agricoltura. Appaiono, inoltre, evanescenti e incoerenti le misure per perseguire diversi obiettivi delle strategie Farm to fork e Biodiversità 2030, ad esempio per la riduzione dell’uso di fertilizzanti e pesticidi o per il raggiungimento del 10% di aree naturali negli agroecosistemi.

Altrettanto marginali risultano gli obiettivi proposti dal Piano per la riduzione degli sprechi, l’utilizzo coordinato delle energie rinnovabili, lo sviluppo dell’economia circolare, la trasformazione delle diete.

Per la produzione biologica la Commissione valuta positivamente l’obiettivo del 25% al 2027, ma invita a chiarire le azioni concrete per raggiungere tale obiettivo.

Pesante anche il giudizio sugli eco-schemi, nuovo strumento introdotto in questa riforma della PAC per premiare gli agricoltori che scelgono volontariamente di assumere maggiori impegni in termini di tutela ambientale e azioni per il clima. La Commissione ritiene non evidenti i benefici che gli eco-schemi proposti dal Piano Strategico potranno apportare per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e per la tutela della biodiversità naturale, poiché gli impegni richiesti non aggiungono molto rispetto alla condizionalità – secondo la quale i beneficiari della PAC devono già rispettare alcuni requisiti ambientali per ricevere i fondi europei.

La Commissione richiama, inoltre, l’Italia ad avviare la condizionalità sociale già nel 2023, nonché a prevedere interventi per la tutela dei lavoratori, ricordando l’altissima percentuale di lavoro irregolare nelle campagne italiane.

 

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