Pubblicato il Decreto del MiSE per gli incentivi alle imprese manifatturiere e di servizio alla manifattura che investono in progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare. Un Decreto direttoriale definirà data di apertura e modalità di presentazione delle domande che saranno valutate con procedura a sportello.
Sulla G.U. n. 177 del 15 luglio 2020 è stato pubblicato il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) 11 giugno 2020 “Criteri, condizioni e procedure per la concessione e l’erogazione delle agevolazioni a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare”.
Lo scorso marzo la Commissione UE ha adottato il nuovo Piano d’azione per l’economia circolare, uno dei principali strumenti del Green Deal europeo, che fissa una tabella di marcia ambiziosa per il conseguimento di un’economia circolare a impatto climatico zero, in cui la crescita economica è dissociata dall’uso delle risorse. Secondo la Commissione UE l’economia circolare produrrà benefici netti in termini di crescita del PIL di un ulteriore 0,5 % di qui al 2030, creando circa 700.000 nuovi posti di lavoro.
L’Italia è leader in UE per indice di circolarità, il valore attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse in cinque categorie: produzione, consumo, gestione rifiuti, mercato delle materie prime seconde, investimenti e occupazione, come ha rilevato il Rapporto sull’economia circolare dalla CEN (Circular Economy Network), ma sta segnando il passo, rispetto alla crescita veloce di altri Paesi membri.
Il Decreto del MiSE interviene in un momento opportuno per dare un ulteriore impulso al settore, attivando l’intervento del Fondo per la crescita sostenibile (FCS),istituito dall’Art. 23 del D.L. del 22 giugno 2012, il cosiddetto “Decreto Sviluppo”, che sostiene la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di soluzioni innovative per l’utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse, con la finalità di promuovere la riconversione delle attività produttive verso un modello di economia circolare in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto quanto più a lungo possibile, e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo.
Destinatarie delle agevolazioni sono le imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, che presentano progetti singolarmente o in forma congiunta. Per i soli progetti congiunti, sono ammessi anche gli organismi di ricerca, pubblici e privati, in qualità di co-proponenti.
L’intervento sostiene attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, strettamente connesse tra di loro in relazione all’obiettivo previsto dal progetto e finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali (Key Enabling Technologies – KETs) di cui all’Allegato n. 1.
I progetti devono essere finalizzati alla riconversione produttiva delle attività economiche nell’ambito dell’economia circolare, in una o più delle seguenti linee di intervento:
1. innovazioni di prodotto e di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse e di trattamento e trasformazione dei rifiuti;
2. progettazione e sperimentazione prototipale di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento dei percorsi di simbiosi industriale;
3. sistemi, strumenti e metodologie per lo sviluppo delle tecnologie per la fornitura, l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua;
4. strumenti tecnologici innovativi in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti e di efficientare il ciclo produttivo;
5. sperimentazione di nuovi modelli di packaging intelligente (smart packaging) che prevedano anche l’utilizzo di materiali recuperati;
6. sistemi di selezione del materiale multileggero, al fine di aumentare le quote di recupero e di riciclo di materiali piccoli e leggeri.
Sono ammissibili progetti con elevato contenuto di innovazione tecnologica e sostenibilità, realizzati negli ambiti del ciclo produttivo rilevanti per l’economia circolare individuati dall’Allegato n. 2 .
I progetti ammissibili inoltre devono:
a. essere realizzati nell’ambito di una o più unità locali ubicate nel territorio nazionale;
b. prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a euro 500 mila e non superiori a euro 2 milioni;
c. avere una durata non inferiore a 12 mesi e non superiore a 36 mesi.
Se
il progetto è congiunto, ogni proponente deve partecipare ai costi per almeno
250.000 euro (per le imprese) o per il 10% dell’importo ammissibile (per gli
Organismi di ricerca).
Le risorse disponibili, stanziate col Decreto Crescita, sono 210 milioni di euro, di cui 150 per la concessione dei finanziamenti agevolati tramite il Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca (FRI), e 60 milioni per la concessione dei contributi alla spesa tramite Fondo sviluppo e coesione (FSC) e sul Fondo per la crescita sostenibile (FCS).
Al momento ne vengono sbloccati 140 (100 per i finanziamenti agevolati tramite il FRI e 40 per i contributi tramite FSC). Il 60% delle risorse è vincolato ogni anno al sostegno dei programmi proposti dalle PMI e dalle reti di imprese. All’interno di questa quota un 25% è riservato alle micro e piccole imprese.
Le agevolazioni previste sono di due tipi: contributo alla spesa (fino al 20% delle spese e dei costi ammissibili) e finanziamento agevolato (pari al 50% delle spese e dei costi ammissibili).
La quota massima di contributo sulle spese è diversa a seconda delle imprese: 20% per le micro e piccole imprese e per gli Organismi di ricerca; 15% per le medie imprese; 10% per le grandi imprese.
Il finanziamento agevolato è destinato a coprire il 50% delle spese dei progetti di economia circolare, ma è concedibile solo in presenza di un finanziamento bancario associato concesso da una banca, che deve coprire almeno il 20% delle spese. Il finanziamento che riunisce queste due erogazioni deve essere regolato da un unico contratto e deve durare tra i quattro e gli undici anni, (con un preammortamento massimo di 8 anni).
Ulteriori requisiti indispensabili per
le imprese che fanno domanda:
– aver approvato e depositato almeno
due bilanci;
– non risultare sottoposte a
procedura concorsuale e non essere in stato di fallimento, di
liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato
preventivo o in qualsiasi altra
situazione equivalente secondo la normativa vigente.
Le domande di agevolazione saranno valutate con procedura a sportello ovvero sulla base dell’ordine cronologico giornaliero di presentazione. Le domande presentate nello stesso giorno saranno considerate come pervenute nello stesso istante, indipendentemente dall’orario di presentazione. Laddove le risorse finanziarie residue disponibili si rivelassero insufficienti per accogliere integralmente le domande presentate nello stesso giorno, si procederà all’istruttoria in base alla posizione assunta nell’ambito di una specifica graduatoria di merito.
La data di apertura e le modalità di presentazione delle domande saranno definite con un Decreto del Direttore generale per gli incentivi alle imprese, previsto non prima di settembre 2020, che conterrà anche maggiori informazioni sull’istruttoria, i punteggi, i costi ammissibili nel dettaglio, ecc. La valutazione verrà svolta da Invitalia (per la parte amministrativa) e da Enea (per la parte tecnico-scientifica).