Sostenibilità

ONU: trasformazione industriale verde per conseguire gli SDG

Un Rapporto Interagenziale dell’ONU, pubblicato in vista del Forum ECOSOC (New York, 17-20 aprile 2023) avverte la guerra in Ucraina, i forti aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia e il rapido inasprimento delle condizioni finanziarie hanno aumentato la fame e la povertà e hanno invertito i progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) che potranno essere conseguiti solo con finanziamenti per “un’era industriale verde” in grado di contenere il crescente divario di sviluppo tra i Paesi.

Tra crescenti crisi alimentari ed energetiche, prospettive economiche globali incerte e impatti crescenti dei cambiamenti climatici, è necessaria una trasformazione industriale sostenibile per colmare il crescente divario di sviluppo tra i Paesi, soddisfare gli obiettivi climatici e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Per questo, sottolinea il Rapporto2023 Financing for Sustainable Development Report: Financing Sustainable Transformation“, pubblicato il 5 aprile 2023 dalla Task force Interagenziale sul finanziamento allo sviluppo (IATF) che comprende oltre 60 Agenzie delle Nazioni Unite e Organizzazioni internazionali, coordinato dal Dipartimento Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (UN DESA), in stretta collaborazione con il Gruppo Banca Mondiale (WBG), il Fondo Monetario Internazionale (IMF), l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), il Programma dello Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO), sono necessari investimenti massicci e urgenti per accelerare le trasformazioni, anche nella fornitura di elettricità, nell’industria, nell’agricoltura, nei trasporti e negli edifici.

Senza i mezzi per investire nello sviluppo sostenibile e trasformare i propri sistemi energetici e alimentari, i paesi in via di sviluppo sono ancora più indietro – scrive nella Prefazione al rapporto il Segretario generale delle Nazioni Unite, António GuterresUn mondo a doppio binario di ricchi e di non abbienti comportano pericoli chiari ed evidenti per ogni Paese. Abbiamo urgentemente bisogno di ricostruire la cooperazione globale e trovare le soluzioni alle nostre attuali crisi nell’azione multilaterale“.

Secondo il Rapporto, alcuni dei cambiamenti necessari sono già in atto. La crisi energetica indotta dalla guerra in Ucraina ha stimolato gli investimenti nella transizione energetica globale, che nel 2022 sono saliti fino alla cifra record di 1,1 trilioni di dollari, superando per la prima volta gli investimenti nel sistema dei combustibili fossili nel 2022, anche se sono avvenuti quasi tutti in Cina e nei Paesi sviluppati.

Il Rapporto rileva che la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo non dispone delle risorse per gli investimenti, a differenza delle loro controparti sviluppate. I cambiamenti climatici, l’invasione russa dell’Ucraina, la pandemia di COVID-19 e il pagamento del debito fino a due volte superiore a quello del 2019 si sono combinati per esercitare enormi pressioni fiscali sulla maggior parte dei Paesi in via di sviluppo, limitando la loro capacità di investire nella trasformazione sostenibile.

Nei Paesi sviluppati nel 2020 e nel 2021, ad esempio, la spesa per la ripresa post-pandemia è stata di 12.200 dollari pro capite, somma 30 volte superiore a quella dei Paesi in via di sviluppo (410 dollari)) e 610 volte superiore a quello dei Paesi meno sviluppati (20 dollari).

Senza realizzare un sistema finanziario internazionale riformato, aumentando al contempo gli investimenti negli SDG, non manterremo il nostro impegno condiviso per l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile – ha affermato il Vice segretario generale delle Nazioni Unite, Amina MohammedLa buona notizia è che sappiamo cosa fare e come farlo. Dall’avvio di trasformazioni critiche nei settori dell’energia, dell’alimentazione e dell’istruzione all’inaugurazione di una nuova era industriale e digitale verde, dobbiamo tutti accelerare il ritmo e non lasciare indietro nessuno“.

Il Rapporto 2023 sul finanziamento dello sviluppo sostenibile rileva che l’industrializzazione è stata storicamente un veicolo di progresso, che ha portato alla crescita economica, alla creazione di posti di lavoro, al progresso tecnologico e alla riduzione della povertà. Il Rapporto chiede ora una nuova generazione di politiche industriali sostenibili, sostenute da una pianificazione nazionale integrata, per aumentare gli investimenti e gettare le basi per le necessarie trasformazioni. Esistono molte opportunità di crescita inclusiva nell’agroindustria, nell’energia verde e nella produzione.

La recente rapida diffusione delle tecnologie indica la possibilità di una transizione altrettanto rapida verso un’industrializzazione e una crescita sostenibili. Tra il 2021 e il 2022, 338 milioni di persone in più hanno utilizzato regolarmente Internet, con un aumento di circa 38.600 persone in più ogni ora. Inoltre, nelle regioni con servizi connessi di alta qualità, il 44% di tutte le imprese sono esportatrici, contro solo il 19% delle imprese in cui i servizi Internet sono più deboli.

Tuttavia, la capacità produttiva rimane disomogenea. Nei Paesi meno sviluppati dell’Africa, il valore aggiunto manifatturiero, invece di raddoppiare secondo l’obiettivo SDG 9.2, è sceso da circa il 10% del PIL nel 2000 al 9% nel 2021. Saranno necessarie politiche mirate per costruire le capacità produttive interne per realizzare transizioni a basse emissioni di carbonio, creare posti di lavoro dignitosi e stimolare la crescita economica, garantendo nel contempo la parità di genere.

Per fornire le risorse necessarie per questa trasformazione, secondo il Rapporto, c’è bisogno di una combinazione di misure di rafforzamento dei sistemi fiscali, di abilitazione e catalizzazione degli investimenti privati ​​e di aumento degli investimenti pubblici internazionali e della cooperazione allo sviluppo. Inoltre, bisogna apportare modifiche all’architettura finanziaria internazionale per raccogliere risorse sufficienti.

Attualmente, il sistema finanziario internazionale sta subendo il più grande ripensamento dei sistemi finanziari, monetari, commerciali e fiscali internazionali dalla Conferenza di Bretton Woods nel 1944. Mentre le istituzioni internazionali lavorano per adattarsi alle esigenze in rapida evoluzione dei Paesi, il Rapporto avverte che se le riforme sono frammentarie, incomplete o non tengono conto degli SDGs, lo sviluppo sostenibile sarà irrealizzabile.

Un’architettura finanziaria internazionale riformata ed efficace per garantire una trasformazione sostenibile deve includere quadri rivisti per:
Norme fiscali internazionali, comprese le norme per la tassazione delle imprese digitalizzate e globalizzate che soddisfano le esigenze dei Paesi in via di sviluppo;
Quadri politici e normativi per collegare meglio la redditività del settore privato con la sostenibilità;
Evoluzione delle dimensioni e della missione del sistema delle Banche di sviluppo;
– Un Fondo per perdite e danni legati ai cambiamenti climatici, che deve essere reso operativo rapidamente;
Alleggerimento del debito e importante miglioramento dell’architettura internazionale per la risoluzione del debito, dato che il 60% dei Paesi a basso reddito è a rischio di insolvenza o di indebitamento;
Regole commerciali multilaterali per rivedere l’approccio e risolvere le attuali tensioni sui sussidi verdi.

Su quest’ultimo aspetto, il riferimento è all’Inflaction Reduction Act (IRA), la Legge approvata lo scorso agosto dal Congresso statunitense per un Piano decennale che oltre a frenare l’inflazione, prevede tra l’altro massicci investimenti  e sussidi al settore privato per le tecnologie verdi, che è stata criticata da partner commerciali, come Giappone ed UE, perché violerebbe le regole della WTO, fornendo vantaggi sleali alle aziende nazionali. Come parte di una risposta, l’UE ha recentemente adottato il suo Net Zero Industrial Act (NZIA), anche se la Presidente della Commissione UE ha tenuto a precisare nell’occasione che “Siamo concorrenziali e c’è bisogno di concorrenza. Quello su cui ci concentriamo è che ci siano condizioni di parità nella concorrenza globale, nonché condizioni di parità all’interno del mercato unico. Questo è così importante per noi”.

Il Rapporto costituirà la base per le discussioni al Forum ECOSOC (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite) sui Finanziamento allo Sviluppo (New York, 17-24 aprile 2023), dove gli Stati membri discuteranno le misure necessarie per mobilitare finanziamenti sostenibili che supportino il raggiungimento degli SDG.

Abbiamo le soluzioni per evitare un divario perseverante nello sviluppo sostenibile e prevenire un decennio perduto per lo sviluppo – ha affermato il Sottosegretario generale delle Nazioni Unite Li Junhua, a Capo dell’UN DESA, che ha coordinato la redazione del Rapporto – Dobbiamo trovare la volontà politica di superare le crescenti tensioni politiche, la frammentazione delle alleanze tra Paesi e le preoccupanti tendenze verso il nazionalismo e cogliere l’attimo ora per investire urgentemente nel nostro futuro comune“.

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