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Microplastiche: l’inquinamento attraverso viaggi nella troposfera

Una ricerca condotta analizzando l’aria aspirata da una pompa sui Pirenei francesi ha rilevato che le microplastiche viaggiano velocemente nella troposfera spostandosi da un continente all’altro. Questo fenomeno spiegherebbe il motivo per cui sono state rinvenute nelle zone più remote del pianeta.

Le microplastiche dopo essere state rilevate nei fiumi, negli oceani e nella neve, sono state rinvenute ora anche nella troposfera, lo strato dell’atmosfera che non risente dell’attrito della superficie terrestre, dove la velocità dei venti possono permettere a queste particelle di compiere tragitti di migliaia di chilometri, raggiungendo le località più remote.

È quanto rileva lo Studio Evidence of free tropospheric and long-range transport of microplastic at Pic du Midi Observatory”, pubblicato il 21 dicembre 2021 su Nature Communications e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Strathclyde (Glasgow), dell’Università di Tolosa, dell’Università di Grenoble Alpes e del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (CNRS) di Francia.

Gli scienziati hanno analizzato per 5 mesi la composizione di 10.000m3 di aria catturata settimanalmente da una pompa di aspirazione installata presso l’osservatorio astronomico delPic du Midi de Bigorre  (Pirenei) a 2877m s.l.m. rinvenendo una microplastica ogni 4m3, di diametro compreso tra 5 e 20 micrometri, per un totale di 15 campioni di varie tipologie di plastica, tra cui il polietilene degli imballaggi è risultato maggioritario.

Una volta che le microplastiche raggiungono la troposfera libera, diventano la super autostrada per la diffusione dell’inquinamento – ha affermato Steve Allen, del Centre for Water, Environment, Sustainability and Public Health (WESP) dell’ Università di  Strathclyde e principale autore dello studio – Lassù c’è un’alta velocità del vento e pochissima pioggia, quindi l’inquinamento non viene trattenuto e viaggia molto più velocemente”.

Sebbene non rappresenti una minaccia diretta, la presenza di microplastiche lontano da fonti di inquinamento è comunque sorprendente. I modelli computazionali delle traiettorie delle massa d’aria utilizzati dagli scienziati indicano che le microplastiche che le particelle hanno viaggiato in media per circa 4500 chilometri nella troposfera libera. Le potenziali fonti di provenienza includevano gli Stati Uniti, il Canada, il Nord Africa, il Regno Unito, il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico. Questo trasporto intercontinentale spiegherebbe la presenza di microplastiche ai Poli, sul Monte Everest o in altre regioni remote del nostro pianeta.

Alcuni dei campioni che abbiamo catturato hanno mostrato una derivazione marina, che testimonierebbe la capacità delle microplastiche di risalire dall’oceano alla troposfera – ha aggiunto Allen – Questo in pratica completa il ciclo della plastica che non si arresta da nessuna parte, non c’è mai un lavandino, ma solo una fermata per poi dirigersi altrove. I paesi ricchi pensano di sbarazzarsi dei rifiuti di plastica quando li spediscono per essere bruciati o gettati in discarica in altre parti del mondo, ma non è così, per ritornano dopo alcune settimane. Non ci sono confini in natura”.

Eleonora Giovannini

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