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Marzo 2015: il 3° mese di marzo più caldo di sempre

Marzo 2015 il 3 mese di marzo più caldo di sempre

Continua senza sosta la tendenza globale al riscaldamento, anche se si sono registrano fenomeni contrastanti, come il gelo nel nord-est degli USA e lo scioglimento del permafrost in Siberia, con il rilascio di anidride carbonica, ma soprattutto di metano, come testimonia il gran numero di incendi che sta colpendo la Repubblica autonoma di Khakassia nel cosiddetto permamelt.

Con una anomalia di +0,84 °C rispetto al periodo 1951-1980, il mese di marzo 2015 è stato il 3° mese di marzo più caldo della storia e il periodo aprile 2014-marzo 2015 è risultato il periodo annuale più caldo mai registrato. L’utilizzo della media mobile di 12 mesi, come precisato dal divulgatore scientifico Greg Laden, permette di vedere in modo progressivo il cambiamento della temperatura nel tempo, piuttosto che una volta all’anno.

I dati sono stati forniti il 14 aprile 2015 dalla NASA, confermando di fatto la tendenza al riscaldamento globale che si era evidenziata con la certificazione avvenuta lo scorso febbraio ad opera dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (l’Agenzia dell’ONU) che il 2014 aveva raggiunto il nuovo record dell’anno più caldo, dopo aver convalidato i set di dati provenienti dalla rete di stazioni globali.

Se è vero che le immagini televisive del mese di marzo ci mostravano le nevicate copiose nel nord-est statunitense e il gelo che attanagliava la regione dei Grandi Laghi, è altrettanto vero che nello stesso periodo la California conosceva uno dei periodi più caldi e siccitosi, proprio come era accaduto l’anno scorso.
Questi fenomeni estremi sono stati giustificati da alcuni climatologi dal cosiddetto “modello bipolare” le cui oscillazioni negli ultimi 30 anni, indotte dai cambiamenti climatici, avrebbero modificato l’andamento delle correnti a getto.
Peraltro, se il nord-est Usa soffriva di freddo pungente, in Siberia le temperature erano eccezionalmente elevate, tanto che il permafrost si stava trasformando in un permamelt, come affermato dal  climatologo Joseph Romm, fondatore di  Climate Progress, uno dei blog più autorevoli e visitati degli USA.

Quest’ultimo fenomeno è ancora più preoccupante perché il permafrost contiene il doppio di carbonio dell’atmosfera e, soprattutto, il metano, gas serra assai più potente dell’anidride carbonica. Proprio in questi giorni, la fascia del permamelt, la regione che costituisce il limite meridionale del permafrost, sta conoscendo una serie impressionante di incendi, del tutto insoliti per il mese di aprile, dovuti alla fuoriuscita di metano che era prima intrappolato nel suolo perennemente ghiacciato.

Gli incendi provocati dalla fuoriuscita del metano dal terreno scongelato in 34 villaggi del Repubblica autonoma di Khakassia della Federazione Russa a nord della Mongolia, hanno causato nel mese di aprile la morte di 23 persone. (Fonte: siberian Times).

Inoltre, secondo il bollettino diramato il 13 aprile 2015 dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), sull’andamento delle oscillazioni climatiche periodiche nel Pacifico meridionale di El Niño (ENSO), fenomeno climatico che si manifesta ad intervalli annuali irregolari e che determina un aumento della temperatura nel Pacifico e sulla costa equatoriale del Sud America di almeno 0,5 °C per un periodo non inferiore ai 5 mesi, c’è la possibilità al 60% che, sviluppatosi in ritardo a marzo, prosegua per tutto il 2015.
Se così fosse, anche il 2015 si appresterebbe ad abbattere un altro record.

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