Secondo NASA-GISS, luglio 2017 ha conquistato il primato di mese più caldo a livello globale da quando sono iniziate le misurazioni, confermando quanto indicato dal Rapporto di 13 Agenzie federali statunitensi che è stato fatto circolare “ufficiosamente” per paura che l’Amministrazione negazionista dei cambiamenti climatici di Trump potesse intervenire per cercare di “mitigarne” i contenuti prima della sua approvazione per essere inviato al Congresso.
“Luglio 2017 è stato in assoluto il mese più caldo da quando sono iniziate le rilevazioni strumentali della temperatura – ha affermato il Climatologo Gavin Schmidt, Direttore del NASA – Goddard Institute of Space Studies (GISS) che ha pubblicato il 15 agosto 2017 l’analisi mensile elaborata sulla base dei dati provenienti da circa 6.300 stazioni meteorologiche in tutto il mondo, strumenti basati su navi e boe che misurano la temperatura della superficie marina e le stazioni di ricerca antartiche – Il mese scorso è stato di circa 0,83 °C più caldo della temperatura media di luglio nel periodo 1951-1980, superando seppur di poco il precedente record di luglio realizzato appena lo scorso anno (+0,82 °C)“.
Nonostante tali conclusioni, il Presidente USA Donald Trump ha firmato nello stesso giorno un ordine esecutivo per rendere più veloce il processo di autorizzazione federale per la costruzione di progetti infrastrutturali per i trasporti, che di fatto revoca un precedente ordine di Obama che richiedeva per tali progetti costruiti con aiuti federali di tener in considerazione l’innalzamento del livello del mare conseguente ai cambiamenti climatici, che secondo il nuovo inquilino della Casa Bianca sarebbero esagerati.
Nei giorni precedenti, il Dipartimento di Stato aveva ufficialmente annunciato alle Nazioni Unite che gli Stati Uniti non parteciperanno alle iniziative per mantenere il riscaldamento globale entro i + 2 °C, secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi, anche se continueranno ad essere presenti alle discussioni e ai negoziati sui cambiamenti climatici, dal momento che la decisione del Presidente Donald Trump di uscirne non avrà valore prima del novembre 2020. Contestualmente, il New York Times ha pubblicato la bozza dell’ “U.S. global change research program climate science special report – Third-Order Draft (TOD)” che mette in grave imbarazzo l’Amministrazione negazionista climatica di Trump, dal momento che vi si afferma non solo che “le prove che il clima sta cambiando sono abbondanti, dalla cima dell’atmosfera alle profondità degli oceani“, ma che negli USA le temperature medie sono aumentate fortemente dagli anni ’80, che gli ultimi decenni sono stati i più caldi degli ultimi 1.500 anni e che a causarle sono le attività umane, in particolare delle emissioni di gas a effetto serra, “in primo luogo responsabili” dei recenti cambiamenti climatici osservati.
Il Rapporto, redatto da 13 Agenzie federali, tra le quali la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), il Department of Energy (DOE), la National Aeronautics and Space Administration (NASA), il Department of Defense (DOD), fa parte del National Climate Assessment che deve essere inviato al Congresso e porta la firma della National Academy of Sciences degli USA che non l’aveva reso pubblico in attesa dell’autorizzazione dell’Amministrazione Trump.
Evidentemente, i timori che di fronte ad un documento che di fatto sconfessa quanto la stessa Amministrazione va affermando che non sussistono le prove che i cambiamenti climatici in atto siano dovuti alle attività antropiche, Trump e i suoi collaboratori potessero intervenire per cercare di manipolarlo, hanno indotto alcuni scienziati delle Agenzie a rivelarne il contenuto.
Probabilmente, il vero obiettivo della diffusione anticipata del Rapporto è il Procuratore generale dell’Oklahoma Scott Pruitt, attuale Direttore dell’Environmental Protection Agency (EPA) che deve approvarlo, distintosi per essersi messo alla testa della battaglia intrapresa da alcuni Stati governati dal Partito Repubblicano per bloccare il Piano per l’energia pulita (Clean Power Plan) intrapreso dall’Amministrazione Obama, e che si è segnalato per aver affermato in più circostanze di non essere d’accordo con il consenso scientifico su quello che sta succedendo con il clima e di non credere che la CO2 contribuisca al riscaldamento globale, ma soprattutto è stato accusato in queste ultime settimane dai dipendenti dell’EPA di condurre in segretezza le operazioni di controllo e valutazione dell’Agenzia, contravvenendo alla decennale trasparenza che finora ne aveva caratterizzato le attività.
Sulla base dei dati pubblici resi disponibili dalla NASA, Antti Lipponen ricercatore presso l’Istituto meteorologico finlandese, ha creato un video che visualizza in 35 secondi 117 anni di cambiamento della temperatura in 191 Paesi. Il colore e la lunghezza della barra rappresentano l’anomalia media della temperatura di ciascun Paese ogni anno, rendendo facile osservare come questa sia diversa da quella di base.