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Consultazione sul Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

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Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in linea con i principi di trasparenza e partecipazione, chiama sul suo sito cittadini e istituzioni, mondo della ricerca, associazioni e in generale tutti i portatori d’interesse a confrontarsi sulla prima stesura del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), in vista dell’elaborazione della versione finale del documento. L’avvio di questa consultazione segue in ordine di tempo la prima raccolta di indicazioni sulla percezione degli impatti, delle vulnerabilità e sulle azioni di intervento già realizzata nei mesi di febbraio e marzo tramite un questionario online sul sito del Dicastero.
Il Piano di Adattamento è uno strumento strategico irrinunciabile per un Paese come l’Italia che vive ogni giorno gli effetti dei mutamenti climatici – ha affermato il Ministro Gian Luca Galletti – Adattare per tempo il nostro territorio non significa solo scongiurare costi umani e naturali molto pesanti, ma anche renderlo più resiliente e competitivo sotto il profilo economico. Per questo il nostro è un Piano che si integra coerentemente con le altre strategie in campo: dalla SEN alla Strategia per lo Sviluppo Sostenibile, da quella sull’Economia circolare al Piano Clima-Energia. Tutte insieme indicheranno un vero e proprio orizzonte eco-industriale per il Paese“.

Elaborato dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), il Piano consta di 392 pagine e costituisce il quadro aggiornato delle tendenze climatiche in atto a livello nazionale e sugli scenari climatici futuri, individuando possibili azioni di adattamento e relativi strumenti di monitoraggio e valutazione dell’efficacia. Il testo analizza gli impatti e le vulnerabilità territoriali, evidenziando quali aree e settori siano maggiormente a rischio.

Nell’Allegato “Analisi della condizione climatica attuale e futura vengono definite, tramite un set di indicatori, le 6 “macroregioni climatiche omogenee” caratterizzate da uguale condizione climatica attuale e da una stessa proiezione climatica di anomalia futura in termini di temperature e precipitazioni medie stagionali, considerando due trentenni (2021-2050 e 2071-2100) e due diversi scenari climatici.

Sulla base delle variazioni climatiche attese per il periodo 2021-2050 per gli stessi indicatori selezionati è stata effettuata la Zonazione delle anomalie climatiche.

Sovrapponendo le macroregioni climatiche omogenee e la zonazione delle anomalie, sono state definite le aree con uguale condizione climatica attuale e stessa proiezione climatica di anomalia futura (Areeclimatiche omogenee).

L’Allegato “Impatti, vulnerabilità e azioni di adattamento settoriali analizza appunto gli impatti, le vulnerabilità e le azioni di adattamento dei cambiamenti climatici nei diversi settori:
– Acqua (Risorse idriche; Ambienti marini; Ecosistemi e biodiversità in acque marine, costiere e interne);

– Terra (Dissesto geologico, ideologico e idraulico; Desertificazione, degrado del territorio e siccità; Ecosistemi terrestri; Foreste);

– Attività antropiche (Agricoltura e produzione alimentare; Pesca marittima; Acquicoltura; Turismo; Insediamenti urbani; Trasporti; Industrie e infrastrutture pericolose; Patrimonio culturale; Energia; Salute).

Gli interessati possono partecipare alla consultazione inviando le proprie osservazioni e contributi all’indirizzo di posta elettronica pianonazionaleadattamento@minambiente.it.

La consultazione resterà aperta fino al 15 ottobre 2017.

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