L’annuale Rapporto del WWF sulla valutazione dei progressi compiuti dalle istituzioni finanziarie (banche centrali, autorità di vigilanza e, da quest’anno, il settore assicurativo) regolamentazione bancaria e assicurativo sostenibile, sono troppe e importanti le lacune che ostacolano la transizione verso un’economia “nature positive”, esortando tali organismi ad integrare gli obiettivi dell’Accordo Quadro sulla Biodiversità al 2030 nelle loro attività di divulgazione e rendicontazione, per evitare di investire e dare prestiti per attività dannose per l’ambiente i cui beni rischiano di rimanere “bloccati”.
Il WWF ha pubblicato il 20 dicembre 2022 il Rapporto SUSREG 2022 che valuta i progressi in materia di regolamenti finanziari sostenibili e di attività delle banche centrali in 44 stati che nell’insieme rappresentano oltre l’88% del PIL globale, il 72% delle emissioni globali di gas serra e di questi 11 sono tra i 17 paesi più ricchi di biodiversità al mondo.
La valutazione rileva che ci sono troppe importanti lacune che ostacolano la transizione verso un’economia “nature positive” nonostante i progressi di un certo numero di istituzioni d’avanguardia, la maggior parte delle quali fanno parte della Rete delle banche centrali e delle autorità di vigilanza per rendere più ecologico il sistema finanziario (NGFS), istituita durante “One Planet Summit” di Parigi (dicembre 2017), nel cui Comitato di indirizzo è entrata Bankitalia.
La valutazione di quest’anno ha esaminato la performance delle banche centrali e delle autorità di vigilanza, includendo per la prima volta il settore assicurativo che, con 30.000 miliardi di dollari di asset in gestione e 5.000 miliardi di dollari di premi mondiali, detiene nei propri bilanci circa un terzo delle attività e passività economiche globali.
“Dopo l’adozione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, che impegna il mondo ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030, abbiamo bisogno di un’azione internazionale immediata, coordinata e consolidata, anche da parte delle banche centrali, dei supervisori e dei regolatori – ha affermato Maud Abdelli, a Capo della WWF Greening Financial Regulation Initiative e co-autrice del report – Attraverso il suo ruolo di fornitore di capitale, credito e assicurazioni per l’economia reale, il sistema finanziario ha un ruolo fondamentale da svolgere nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, positiva per la natura ed equa”.
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I risultati mostrano alcuni sviluppi positivi sulla regolamentazione e l’orientamento bancario e assicurativo sostenibile, nonché sulla divulgazione/rendicontazione che si stanno verificando nelle giurisdizioni progressiste:
–L’88% degli organismi emana normative bancarie e aspettative di vigilanza che tengono conto dei rischi climatici (79% per la regolamentazione assicurativa). Si prevede sempre più che le considerazioni sul clima siano integrate nelle strategie aziendali delle istituzioni finanziarie, nonché nei processi e nelle politiche decisionali di gestione del rischio. Tuttavia, i rischi ambientali più ampi, compresa la perdita della natura, continuano a non essere all’altezza.
– Vi è una crescente richiesta per la divulgazione obbligatoria dei rischi derivanti dagli impatti dei cambiamenti climatici e della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio (l’83% delle giurisdizioni richiede alle banche la divulgazione del clima), ma la più ampia divulgazione relativa all’ambiente è in ritardo. La misurazione e il reporting trasparente da soli non sono sufficienti per ottenere il cambiamento nella scala e nella velocità richieste.
– Le banche centrali e le autorità di vigilanza finanziaria pubblicano sempre più spesso strategie e roadmap per il clima e la sostenibilità, tuttavia molte non hanno in atto Piani di transizione con limiti di tempo. I Piani di transizione obbligatori credibili e ambiziosi sono fondamentali per accelerare la mitigazione del clima, arrestare e ripristinare la perdita di natura.
“Ministri delle finanze, governatori delle banche centrali e i supervisori finanziari sono anche custodi del nostro futuro – scrivono nella premessa i co-Presidenti della Task Force on Nature-related Financial Disclosures (TNFD), Elizabeth Maruma Mrema (Segretaria esecutiva della Convenzione ONU sulla Biodiversità -CBD) e David Craig (Amministratore delegato di Refinitiv, uno dei più grandi fornitori mondiali di dati, approfondimenti e tecnologie per i mercati finanziari) – Dopo tutto, i loro mandati includono la regolamentazione del sistema finanziario per garantire che l’economia soddisfi i bisogni delle persone e della società e garantisca un futuro sostenibile per tutti noi. La natura sta declinando più velocemente che in qualsiasi momento della storia umana. Se le imprese, gli investitori e i politici non tengono conto della perdita della natura ora, i rischi diventeranno inevitabili. C’è un riconoscimento recente e in rapida crescita tra i responsabili finanziari che i rischi legati alla natura, associati al tasso di erosione della natura senza precedenti di oggi e alla dipendenza dell’economia globale dalla natura, costituisce una minaccia per la finanza e la stabilità monetaria. Dobbiamo trasformare il nostro rapporto con la natura e assicurare che in futuro gli esseri umani vivano ‘in armonia con la natura’, secondo il Quadro Globale per la Biodiversità (GBF) recentemente adottato alla CDB-COP15”.
Il WWF esorta le banche centrali, le autorità di vigilanza e gli assicuratori, tra gli altri, a:
– Adottare piani di transizione credibili, per stabilire passi chiari e attuabili per raggiungere obiettivi climatici e naturali basati sulla scienza, consentendo la transizione verso la sostenibilità in tutta l’economia. I piani di transizione devono fornire la chiarezza e la guida necessarie agli attori dei mercati finanziari e avere obiettivi climatici e di biodiversità chiari, quantificabili e legalmente vincolanti per il 2025, 2030 e 2050 che coprano tutte le banche centrali, la regolamentazione finanziaria e le attività di supervisione.
– Garantire che le politiche monetarie e gli strumenti di regolamentazione finanziaria riflettano meglio il costo economico e il rischio finanziario di attività, società e settori economici “sempre dannosi per l’ambiente”, poiché queste attività rappresentano i rischi finanziari più elevati. Gli istituti finanziari che prestano prestiti a società coinvolte in attività dannose per l’ambiente dovrebbero far fronte a requisiti patrimoniali molto più elevati per tenere conto dei rischi a lungo termine coinvolti.
“Semplicemente non possiamo permetterci di attraversare i punti critici del clima e di avere un tracollo ecologico – ha affermato Adam Ng, l’autore principale del Rapporto SUSREG 2022 – Insieme ai governi e alla società civile, le autorità di regolamentazione finanziaria, le autorità di vigilanza e le banche centrali devono fornire un impatto immediato e ad ampio raggio per invertire la perdita di biodiversità senza scuse o ritardi”.
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Per aiutare le istituzioni finanziarie a raggiungere gli obiettivi, il WWF ha definito una roadmap verso un’economia globale sicura per il clima e “positiva per la natura” (Definizione del WWF e del Word Economic Forum, secondo cui al 2030 deve esserci più natura che nel 2020, che almeno il 30 % della terra e degli oceani sono protetti, che l’impronta della produzione e del consumo è dimezzato e che non ci può essere alcuna compensazione) che si articola in 3 fasi:
1. entro il 2025, una riduzione delle emissioni del 15% e la stabilizzazione dei livelli di biodiversità;
2. entro il 2030, una riduzione delle emissioni del 50% e l’inversione della perdita di biodiversità;
3. entro il 2050, le banche centrali e le autorità di vigilanza finanziaria dovrebbero “contribuire in modo proattivo ed efficace ad incoraggiare l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 ed essere sulla buona strada per il pieno recupero e ripristino della biodiversità“.