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Informazione ambientale: Rapporto “Eco Media 2022”

Il Rapporto“Eco Media 2022” sull’informazione ambientale e sulla copertura delle notizie relative all’ambiente e allo sviluppo sostenibile da parte dei media italiani, curato da Pentapolis Institute ETS, con la collaborazione scientifica dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino, ha evidenziato che l’informazione ambientale tende ad avere ancora un ruolo piuttosto marginale, pur se entrato nel dibattito pubblico e nella cronaca. Assegnati i Premi “Giornalisti per la sostenibilità” 2022.

In occasione del 9° Forum nazionale su “L’informazione ambientale in Italia” (Roma, 16 dicembre 2022), l’annuale evento promosso da Pentapolis Institute ETS, insieme a Eco in Città, per riportare l’attenzione sulla necessità di un’adeguata informazione ambientale, strumento fondamentale per aumentare la consapevolezza e l’interesse dell’opinione pubblica, ma non solo, su tali tematiche, è stato presentato il Rapporto Eco Media 2022”, realizzato dal think tank di Pentapolis con la collaborazione scientifica dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino, sulla copertura delle notizie di ambiente e sviluppo sostenibile da parte dei media italiani.

Il Rapporto Eco Media – ha spiegato il Direttore Massimiliano Pontillo, Presidente di Pentapolis Group, Socio fondatore e promotore della Fondazione Global Compact Network Italia (ONU) – vuole stimolare i decision makers e i grandi editori, affinché l’ambiente e la sostenibilità non vengano relegati alle emergenze e ai disastri naturali, ma abbiano uno spazio ampio e costante, siano più connessi con l’economia e possano alimentare un circolo emulativo virtuoso”.

Le testate più green

Tra le reti televisive, quella più attenta è certamente Rai 3 in cui il tema ambientale rientra a prescindere dalla cronaca e dagli eventi climatici catastrofici, e si riscontra in tutto il palinsesto, in special modo nei programmi pomeridiani e nelle edizioni regionali dei Tg.
Comportamento diverso è quello di Rai 1 e Rai 2, che registrano picchi di occorrenze ambientali in concomitanza con gli eventi estremi. L’edizione delle 20 del TG5 sembrava essere quella più virtuosa nel 2021, ma l’analisi dettagliata conferma tale attenzione solo in parte. LA7 fa registrare un utilizzo medio più frequente del vocabolario ambientale e una generale e più costante maggior attenzione.

Rilevare la frequenza delle tematiche ambientali nei programmi radio è un modo per comprendere “lo stato dell’arte” nella fascia di età 50-64+, secondo i dati forniti dall’Associazione Tavolo Editori Radio (TER). I numeri dicono che i giovanissimi abbandonano la radio, come i giovani adulti, ma gli adulti invece non solo la ascoltano ma hanno incrementato il tempo di sintonizzazione. Radio 24 raggiunge i picchi di frequenza più alti con transizione ecologica e green economy, con cui le altre emittenti non possono competere. La seconda radio più attenta è Rai Radio 1, mentre RDS e Radio Capital spesso lasciano le caselle vuote, non nominando per mesi parole come inquinamento, mobilità e sviluppo sostenibili.

Per la carta stampata, sia sui quotidiani nazionali (Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Il Sole 24 Ore, Il Giornale, Domani, Il Fatto Quotidiano, Libero) che sulle pagine locali de Il Messaggeroe La Nazione, si evince una forte attenzione e presenza delle tematiche green ma la loro ricorrenza è differente. A rappresentare un’eccezione è Il Fatto Quotidiano: “inquinamento” per la prima volta sale in cima alla classifica delle keywords più menzionate e, a seguire, “mobilità sostenibile”. Ma è Libero che rivela una forte attenzione ai temi ambientali. Le parole chiave sono ben distribuite nell’arco dell’anno e non registrano picchi in periodi o giorni specifici. È il quotidiano che, più di tutti quelli analizzati, si occupa di Agenda 2030.

Sul web, transizione ecologica, rinnovabili, climate change o cambiamento climatico, inquinamento sono le parole che più si trovano nei giornali analizzati (i medesimi della carta stampata, oltre a TPI, ed esclusa La Stampa). Su tutti si distingue per le migliori performances Libero.it. I picchi si registrano in concomitanza con eventi che hanno avuto un forte impatto mediatico, come la guerra in Ucraina e la crisi energetica, la strage sulla Marmolada e l’alluvione nelle Marche, la campagna elettorale e le elezioni italiane.

Sui social network (dove si è scelto di analizzare i profili social dei quotidiani on line oggetto del monitoraggio), dopo il monopolio di Covid prima e vaccini poi, alcune notizie di rilevanza nazionale hanno riportato in auge l’ambiente anche su Twitter, Instagram e Facebook.
In generale, i mesi in cui si parla più dei temi ambientali sono settembre e giugno, e le parole più ricorrenti “rinnovabili”, “transizione ecologica” e “climate change”. Ed è Il Sole 24 Ore il quotidiano con le maggiori occorrenze sui social.

Dal Rapporto Eco Media 2022 emerge che l’informazione ambientale tende ad avere ancora un ruolo piuttosto marginale, pur se entrato nel dibattito pubblico e nella cronaca -ha osservato Pontillo- Rispetto all’inizio di questo secondo millennio, è senz’altro cresciuta in termini quantitativi ma le occorrenze più frequenti continuano a registrarsi prevalentemente in concomitanza con gli eventi climatici catastrofici. A luglio e a settembre i ‘picchi’ per il crollo della Marmolada e per l’alluvione nelle Marche così come durante la stagione estiva, caratterizzata da una grave crisi idrica e da forti ondate di calore. Anche la guerra in Ucraina ha indirizzato i media verso una maggiore attenzione, quasi esclusivamente però dal punto di vista energetico”.

Nell’occasione della presentazione dello studio, è stato conferito il Premio Pentapolis “Giornalisti per la sostenibilità” (Qui l’elenco dei vincitori).

Nello stesso giorno del Rapporto Eco Media 2022, il Censis ha presentato a sua volta il 18° Rapporto sulla comunicazione dal titolo “I media delle crisi”, in cui si evidenzia come le crisi che si sono susseguite in così breve tempo (pandemia, guerra scoppiata alle porte dell’Europa, corsa dell’inflazione, crisi energetica, sequenza di fenomeni naturali estremi) abbiano influito sulle scelte mediatiche degli italiani. 

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