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Indicatori BES: in arrivo ben 12 per andare “oltre il PIL”

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Con l’approvazione della Legge n. 163/2016 di riforma del bilancio dello Stato è stato operato il primo riconoscimento normativo degli indicatori BES (benessere equo e sostenibile), prevedendone l’inserimento nel ciclo di predisposizione dei documenti di programmazione economica del Governo.

L’innovazione si è basata sulla convinzione che, oltre alle misurazioni di carattere economico, si deve tenere conto di altre dimensioni volte a misurare il benessere complessivo di una società e la sua sostenibilità. L’articolo 14 della riforma ha previsto un Comitato, appositamente nominato, che selezioni gli indicatori utili alla valutazione del benessere sulla base dell’esperienza maturata a livello nazionale e internazionale.

Il Comitato è presieduto dal Ministro dell’Economia e delle Finanze (o suo delegato) e composto dal Presidente dell’Istat e dal Governatore della Banca d’Italia (o rispettivi delegati) e da due esperti della materia di comprovata esperienza scientifica (Enrico Giovannini, Professore di Statistica economica all’Università di Roma “Tor Vergata” Luigi Guiso, Professore di Economia politica all’Einaudi Institute of Economics and Finance di Roma).

La normativa prevede, poi, la redazione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) di due documenti, redatti sulla base dei dati forniti dall’Istat:

– il primo, allegato al Documento di Economia e Finanza, in cui si descrive l’andamento nell’ultimo triennio degli indicatori di benessere, nonché le previsioni sulla loro evoluzione;

– il secondo, da presentare al Parlamento entro il 15 febbraio di ogni anno, in cui viene esaminata l’evoluzione dell’andamento degli indicatori di benessere sulla base degli effetti determinati dalla legge di bilancio per il triennio in corso.

Con l’inserimento degli indicatori BES nel ciclo di bilancio e nelle valutazioni previsionali  delle azioni programmatiche del Governo, l’Italia si pone all’avanguardia nell’introdurre nella propria programmazione economica indicatori significativi per la qualità della vita dei cittadini e della società.

Dopo aver selezionato in via provvisoria 4 indicatori che sono stati inseriti nell’aprile u.s. all’inizio del Documento di Economia e Finanza, ora sulla G. U. n. 267 del 15 novembre 2017 è stato pubblicato il Decreto 16 ottobre 2017 del MEF Indicatori di benessere equo e sostenibile – BES che riporta i 12 Indicatori BES che saranno inseriti nel Documento del prossimo anno:

1. Reddito medio disponibile aggiustato pro capite;
2. Indice di diseguaglianza del reddito disponibile;
3. Indice di povertà assoluta;
4. Speranza di vita in buona salute alla nascita;
5. Eccesso di peso;
6. Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione;
7. Tasso di mancata partecipazione al lavoro, con relativa scomposizione per genere;
8. Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli;
9. Indice di criminalità predatoria;
10. Indice di efficienza della giustizia civile;
11. Emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti;
12. Indice di abusivismo edilizio.

Gli indicatori BES sono stati contestualmente illustrati nel corso di una Conferenza stampa dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, dal Presidente dell’Istat, Giorgio Alleva e da Federico Giammusso, delegato del Ministro alla presidenza del Comitato sugli indicatori.

L’Italia è il primo Paese nell’Unione europea e nel G7 ad aver introdotto gli obiettivi di benessere nella politica economica – ha sottolineato con soddisfazione il Ministro Padoan – Ne dobbiamo essere orgogliosi. In Italia bisogna migliorare la demografia, l’inclusione sociale, le strutture a sostegno della famiglia e il tasso di partecipazione dei giovani al lavoro”.

Quanto agli indicatori scelti,  il Presidente Istat ha sottolineato come su “ambiente e salute abbiamo registrato progressi, e i dati sulla speranza di vita mostrano un successo del nostro sistema sanitario”.

Il lavoro svolto – ha proseguito Alleva – è un’innovazione sul piano culturale e una spinta a migliorare la metodologia del sistema statistico nazionale”.
Ogni anno il Governo presenterà nel DEF l’evoluzione degli indicatori nel triennio passato e le previsioni per il triennio successivo – ha ricordato Giammusso – Tra i criteri per scegliere gli indicatori abbiamo tenuto conto della fattibilità della misurazione. Li abbiamo scelti con parsimonia, sono 12 e non 50 per evitare che potessero risultare dispersivi”.

Ricordiamo che già da qualche anno l’Istat pubblica il Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia, strutturato sull’analisi di un ampio set di indicatori (130) suddivisi in 12 domini, nato da un’iniziativa congiunta del CNEL e dell’Istat, che si inquadra nel dibattito internazionale sul “superamento del PIL”, e che ha acquistato ulteriore valenza dopo l’approvazione da parte delle Nazioni Unite dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dei 17 obiettivi (SDGs nell’acronimo inglese), con i quali vengono delineate a livello mondiale le direttrici dello sviluppo sostenibile dei prossimi anni.

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