29 Marzo 2023
Energia

GNL: le turbolenze nei mercati frenano la crescita

Il Rapporto di IEEFA rileva che le turbolenze del mercato del Gas naturale liquefatto (GNL) dello scorso anno, caratterizzate da prezzi record e forniture inaffidabili, hanno minato la crescita della domanda di GNL a lungo termine sia in Europa che in Asia, e che le politiche aggressive di riduzione della domanda di gas che l’UE si appresta ad adottare con il Piano industriale a zero emissioni potrebbe compromettere l’idea di posizionare l’Italia come hub europeo del gas.

– Lo scorso anno l’invasione russa dell’Ucraina ha ribaltato i mercati globali del GNL, spingendo l’Europa ad acquistare quantità record di GNL e spingendo i prezzi al livello più alto di sempre.
– In Asia, il GNL si è guadagnato la reputazione di fonte di carburante costosa e inaffidabile, annebbiando la domanda futura.
– L’UE sta adottando misure aggressive per ridurre il consumo di gas, il che potrebbe rendere superflua la nuova capacità di importazione di GNL.
– Sebbene i mercati del GNL possano rimanere stretti per diversi anni, il mercato globale del GNL vedrà un’ondata di nuovi progetti in arrivo nel 2025-27, che potrebbero portare a una discrepanza tra domanda e offerta e rischi finanziari per i fornitori e i commercianti di GNL.

Sono gli highlight del Rapporto Global LNG Outlook 2023-27. High Prices Create New Risks to Demand Growth” pubblicato il 15 febbraio 2023 dall’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) specializzato sulle questioni relative ai mercati, alle tendenze e alle politiche dell’energia, con l’obiettivo di accelerare la transizione verso un’economia energetica diversificata, sostenibile e redditizia, che analizza gli sviluppi della domanda e dell’offerta di GNL(Gas Naturale Liquefatto) in Europa, Asia, Australia, Stati Uniti e Qatar e che rileva come le turbolenze del mercato del GNL dello scorso anno, caratterizzate da prezzi record e forniture inaffidabili, abbiano minato la crescita della domanda di GNL a lungo termine sia in Europa che in Asia:

Secondo l’Istituto è probabile che le forniture globali di gas naturale liquefatto (GNL) rimangano limitate fino al 2025, frenando la crescita della domanda nei principali mercati di importazione asiatici. La domanda europea di GNL potrebbe rimanere forte a breve termine, ma diminuirà entro il 2030 con l’entrata in vigore delle politiche di decarbonizzazione e sicurezza energetica. Nel frattempo, un’ondata di nuova capacità di esportazione di GNL in arrivo nel corso del decennio potrebbe creare una discrepanza tra domanda e offerta, aumentando i rischi finanziari per i fornitori e i commercianti di GNL.

Nel 2022, i Paesi europei hanno aumentato le importazioni di GNL del 60% per compensare il calo delle esportazioni dai gasdotti della Russia. L’elevata domanda di GNL in Europa ha spinto i prezzi spot globali ai massimi storici, costringendo gli acquirenti asiatici sensibili ai prezzi a tagliare drasticamente gli acquisti di GNL e ridurre i piani per nuove importazioni di GNL.

La Cina ha tagliato del 20% gli acquisti di GNL nel 2022, a causa di una combinazione di prezzi elevati, chiusure dovute al Covid-19 e ad una crescita economica più lenta. Gli alti prezzi del GNL hanno spinto gli acquirenti di gas del Paese a fare più affidamento sulla produzione interna e sulle importazioni tramite gasdotti.

L’anno scorso India, Bangladesh e Pakistan hanno ridotto la domanda di GNL di un totale del 16%. Le preoccupazioni per la sicurezza del carburante, l’inaccessibilità, il rapido esaurimento delle riserve di valuta estera e la distruzione della domanda potrebbero limitare le importazioni di GNL a medio termine della regione.

Gli acquirenti del Sud-est asiatico devono affrontare le sfide dei prezzi elevati e dei vincoli infrastrutturali. I contratti di GNL a lungo termine con consegne a partire prima del 2026 sono esauriti a livello globale, costringendo i Paesi del sud-est asiatico a costosi mercati spot. 

In Giappone e Corea del Sud, i prezzi elevati del GNL hanno accelerato una ripresa della produzione di energia nucleare che potrebbe ridurre drasticamente la domanda di gas del settore energetico. A Taiwan, i persistenti ritardi nella costruzione di terminal e le difficoltà finanziarie delle utility statali potrebbero limitare il rapido aumento delle importazioni di GNL.

La domanda di GNL in Europa potrebbe rimanere ancora forte nel 2023, ma è destinata a diminuire, poiché le politiche di sicurezza climatica ed energetica dell’UE ridurranno la domanda di gas di almeno il 40% fino al 2030. Anche se i nuovi terminali di GNL potrebbero aumentare di un terzo la capacità di importazione del continente entro la fine del 2024, gli ambiziosi obiettivi di transizione energetica dell’Europa significano che gran parte della nuova capacità potrebbe rimanere inutilizzata.

Dopo aver presentato all’inizio di febbraio la Comunicazione per un Piano industriale a zero emissioni, la Commissione UE si appresta a presentare il prossimo 14 marzo i 3 pilastri normativi del Piano:: la proposta di revisione del mercato elettrico; il “Net-Zero Industry Act” ovvero una Legge europea per l’industria a zero emissioni; la Legge per le materie prime critiche (Raw Material Critical Act).

In questo quadro, “I recenti tentativi di posizionare l’Italia come hub europeo del gas creano rischi finanziari tangibili, perché la domanda di gas è in calo – ha dichiarato Ana Maria Jaller-Makarewicz, Energy analyst per l’Europa di IEEFA, secondo quanto riportato dall’ANSASarebbe ragionevole per l’Italia e per gli altri governi europei non scommettere sulla crescita del GNL a lungo termine“.

In copertina: il Terminale GNL di Porto Levante (RO) della Società Adriatic LNG.

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