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Giornata Internazionale Donna 2021: libera di assumere un ruolo guida

In occasione della Giornata Internazionale della Donna (8 marzo) la Commissione UE ha pubblicato la Relazione 2021 sulla parità di genere nell’UE dalla quale emerge l’impatto negativo che la pandemia di COVID-19 sta avendo sulle donne in quasi tutti gli ambiti di vita, sia in Europa che nel resto del mondo, segnando un arretramento rispetto alle faticose conquiste del passato. La Commissione ribadisce l’impegno a lavorare affinché le donne siano maggiormente rappresentate nelle posizioni di leadership, sia in politica che nei consigli di amministrazione delle imprese.

Le donne sono in prima linea contro la pandemia, anche perché la loro presenza è predominante nel settore sanitario. Inoltre, non sono poche le donne colpite duramente dalla pandemia perché impiegate in lavori poco sicuri o precari e che sono scomparsi o mutati a seguito della crisi. Ma non solo, i lockdown continui hanno comportato un aumento dei casi di violenza domestica.

“Dedichiamo un momento del nostro tempo per ringraziare le donne per il coraggio e la compassione dimostrati e il loro contributo alla lotta contro questa crisi, concorrendo tra l’altro a mantenere in funzione le nostre società, i sistemi di assistenza e la maggior parte dei servizi essenziali – ha sottolineato la Commissione UE in una Dichiarazione rilasciata il 5 marzo 2021  – Sebbene costituiscano la maggioranza dei lavoratori in prima linea nell’assistenza sanitaria, le donne sono state scarsamente rappresentate nei processi decisionali riguardanti la pandemia. La parità di genere deve costituire la base della ripresa all’indomani della pandemia. Il regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza stabilisce che la parità di genere e le pari opportunità per tutti siano prese in considerazione e promosse in tutte le fasi della preparazione e dell’attuazione dei Piani nazionali per la ripresa e la resilienza. Le donne devono inoltre essere maggiormente rappresentate nelle posizioni di leadership, sia in politica che nei consigli di amministrazione delle imprese: obiettivo, questo, per cui non cesseremo di lottare”.

Per l’occasione la Commissione UE ha pubblicato la Relazione sulla parità di genere nell’UE, dalla quale emerge l’impatto negativo che la pandemia di COVID-19 ha avuto sulle donne.

La pandemia ha esacerbato le disparità esistenti tra donne e uomini in quasi tutti gli ambiti della vita, sia in Europa che nel resto del mondo, segnando un arretramento rispetto alle faticose conquiste del passato. Allo stesso tempo la parità di genere non è mai stata così importante nell’agenda politica dell’UE e la Commissione ha profuso un grande impegno per attuare la Strategia per la parità di genere adottata un anno fa.

“Le donne sono in prima linea nella pandemia e ne sono maggiormente colpite – ha affermato Vera Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza – Non possiamo permettere un arretramento, dobbiamo continuare a promuovere l’equità e l’uguaglianza. Per questo motivo l’UE ha posto le donne al centro della ripresa e ha obbligato gli Stati membri a includere la dimensione della parità di genere negli investimenti finanziati dal dispositivo per la ripresa e la resilienza”.

Dalla relazione emerge quanto segue.
Gli Stati membri hanno registrato un aumento della violenza domestica: ad esempio, il numero di segnalazioni di violenza domestica in Francia è aumentato del 32% durante la prima settimana di chiusure, mentre in Lituania è aumentato del 20% nelle prime tre settimane. L’Irlanda ha visto quintuplicare i provvedimenti per violenza domestica e in Spagna le autorità hanno riferito un aumento del 18% delle richieste di intervento durante le prime due settimane di confinamento.

Secondo UN Women, l’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne, nel mondo per ogni 3 mesi di ulteriore blocco si prevede che nel mondo 15 milioni di donne saranno colpite da forme di violenza.

 – Le donne sono state in prima linea nella lotta contro la pandemia: il 76% del personale dei servizi sanitari e sociali e l’86% del personale che presta assistenza alle persone è costituito da donne. Con la pandemia le lavoratrici di questi settori hanno subito un aumento senza precedenti del carico di lavoro, dei rischi per la salute e dei problemi relativi alla conciliazione della vita professionale con quella privata.

Le donne nel mercato del lavoro sono state duramente colpite dalla pandemia: le donne sono sovrarappresentate nei settori che sono maggiormente colpiti dalla crisi (commercio al dettaglio, comparto ricettivo, lavoro di cura e lavoro domestico) in quanto comportano mansioni che non è possibile svolgere a distanza. Le donne hanno inoltre incontrato maggiori difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro durante la parziale ripresa dell’estate 2020: i tassi di occupazione sono infatti aumentati dell’1,4% per gli uomini, ma solo dello 0,8% per le donne tra il secondo e il terzo trimestre del 2020.

Le chiusure hanno forti ripercussioni sul lavoro di cura non retribuito e sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata: le donne hanno dedicato, in media, 62 ore a settimana alla cura dei figli (rispetto alle 36 ore degli uomini) e 23 ore a settimana ai lavori domestici (gli uomini 15 ore).

Clamorosa l’assenza delle donne nelle sedi decisionali in materia di Covid-19: uno studio del 2020 ha rilevato che gli uomini sono molto più numerosi delle donne negli organismi creati per rispondere alla pandemia. Delle 115 task force nazionali dedicate alla Covid-19 in 87 Paesi, tra cui 17 Stati membri dell’UE, l’85,2% era costituito principalmente da uomini, l’11,4% principalmente da donne e solo il 3,5% era caratterizzato da una parità di genere. A livello politico, è donna solo il 30% dei ministri della Sanità dell’UE. A capo della task force della Commissione per la crisi COVID-19 siede la Presidente von der Leyen e, degli altri cinque Commissari che la compongono, tre sono donne.

Per meglio verificare e fare il punto dei progressi compiuti in ciascuno dei 27 Stati membri, la Commissione ha contestualmente inaugurato un portale per il monitoraggio della Strategia per la parità di genere, un progetto congiunto sviluppato dal Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione UE e dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) che consentirà di tracciare i risultati dei singoli Stati membri dell’UE e di confrontarli tra loro.

Peraltro, l’EIGE ha pubblicato lo stesso giorno (5 marzo 2021) nuovi dati sull’impatto della pandemia sulla parità di genere in Europa e pubblicato un Rapporto che offre una panoramica sulle misure intraprese nell’UE per sostenere le vittime di violenza durante l’epidemia di Covid-19 (da marzo fino alla fine di settembre 2020), indicando esempi di pratiche promettenti e fornendo raccomandazioni iniziali per l’UE e gli Stati membri su come supportare meglio le vittime durante la pandemia, così come in altre potenziali crisi.

“Nonostante l’impatto sproporzionato della crisi di Covid-19 sulla vita delle donne, dobbiamo trasformare questa situazione in un’opportunità – ha sottolineato Helena Dalli, Commissaria UE per l’Uguaglianza – Siamo determinati a intensificare il nostro impegno, a continuare a progredire e a non consentire alcun arretramento rispetto a tutti i progressi compiuti in materia di parità di genere”.

La Presidente della Commissione UE l’8 marzo si recherà al Parlamento europeo dove in apertura della sessione plenaria (8-11 marzo 2021) rivolgerà un messaggio ai Deputati del Parlamento europeo per la celebrazione della Giornata Internazionale della Donna.
“La Giornata della donna è anche per tutte le mamme che si sono prese cura dei propri figli durante le chiusure, lavorando anche da casa
– ha dichiarato Ursula von der Leyen – Ma questa Giornata è anche per le donne che hanno perso il lavoro durante la crisi e per chi non vuole più subire discriminazioni, insicurezza e ingiustizia. In qualità di donna leader, vorrei che il 2021 portasse buone notizie a tutte loro, a tutte le donne europee. Ed è su questo che stiamo lavorando: mettere le donne al centro di tutte le nostre politiche”.

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