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Giornata Desertificazione e Siccità: ricostruiamo meglio con suoli in salute

Il tema scelto quest’anno per la Giornata della Desertificazione e Siccità, in analogia con l’avvio del Decennio ONU per il ripristino dell’ecosistema, si concentrerà sulla trasformazione dei terreni degradati in terreni sani, che garantisce resilienza economica, crea posti di lavoro, aumenta i redditi e la sicurezza alimentare, aiuta al recupero della biodiversità, immagazzina il carbonio, rallenta i cambiamenti climatici e ne riduce gli impatti, e sostiene la ripresa verde dalla pandemia.

Il 17 giugno di ogni anno si celebra la “Giornata della desertificazione e siccità” (Desertification & Drought Day) che fino al 2019 era conosciuta come la Giornata mondiale per combattere il fenomeno della desertificazione, indetta nel 1995 dalle Nazioni Unite per promuovere la consapevolezza degli sforzi internazionali per combattere la desertificazione e gli effetti della siccità, è l’occasione per ricordare a tutti che è possibile invertire il degrado del suolo attraverso la risoluzione dei problemi, il forte coinvolgimento della comunità e la cooperazione a tutti i livelli.

La desertificazione spesso deriva dalla siccità e dalla carenza di acqua, ma le cause più significative sono rappresentate dalle attività umane: le coltivazioni intensive che esauriscono il suolo; la gestione scorretta delle risorse idriche; il pascolo eccessivo del bestiame che elimina la vegetazione e compatta il suolo; l’abbattimento degli alberi, che trattengono il manto superficiale del terreno.

Il tema “Restoration. Land. Recovery. We buid back better with healthy land” della Giornata della Desertificazione e Siccità 2021, in analogia con l’avvio del Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema (2021-2030), in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente (5 giugno), si concentrerà sulla trasformazione dei terreni degradati in terreni sani. Il ripristino dei terreni degradati porta resilienza economica, crea posti di lavoro, aumenta i redditi e la sicurezza alimentare, aiuta al recupero della biodiversità, immagazzina il carbonio atmosferico che riscalda la Terra, rallenta i cambiamenti climatici e ne riduce gli impatti e sostiene una ripresa verde dalla pandemia di COvid-19.

Il ripristino del territorio può contribuire notevolmente alla ripresa economica post-COVID19 – ha dichiarato Ibrahim Thiaw, Segretario esecutivo dell’Convenzione ONU per Combattere la Desertificazione (UNCCD) – Investire nel ripristino della terra crea posti di lavoro e genera benefici economici e potrebbe fornire mezzi di sussistenza in un momento in cui si stanno perdendo centinaia di milioni di posti di lavoro. Le iniziative di ripristino intelligente del territorio sarebbero particolarmente utili per le donne e i giovani, che spesso sono gli ultimi a ricevere aiuti in tempi di crisi. Mentre entriamo nel decennio delle Nazioni Unite per il ripristino dell’ecosistema, abbiamo una reale possibilità di ricostruire meglio dalla pandemia di Covid-19. Se i paesi possono ripristinare i quasi 800 milioni di ettari di terra degradata che si sono impegnati a ripristinare entro il 2030, possiamo salvaguardare l’umanità e il nostro Pianeta dal pericolo incombente“.

In vista della ricorrenza, il Presidente dell’Assemblea generale dell’ONU ha convocato un Dialogo ad alto livello su “Desertificazione Land Degradation and Drought (DLDD)” che avrà luogo il 14 giugno 2021 per valutare i progressi compiuti nella lotta contro la DLDD durante il Decennio (2010-2020) delle Nazioni Unite per i deserti e la lotta alla desertificazione e per tracciare la via da seguire, e che potrà essere seguito in diretta su UNwebTV e sulla pagina facebook dell’UNCCD
Non possiamo continuare a concentrarci solo sulla crescita economica a scapito di tutto il resto; la nostra crescita economica dipende dal nostro Pianeta – ha affermato Volkan BozkirDobbiamo trovare un equilibrio tra esigenze economiche, sociali e ambientali”.

Garantire la sicurezza alimentare dei 9,7 miliardi di individui previsti al 2050 e contemporaneamente attuare l’Accordo di Parigi, sarà impossibile senza affrontare il degrado del suolo e attuare una riforma del sistema alimentare. Ciò significherà potenziare le iniziative per la neutralità del degrado del suolo (LDN), garantire i diritti di proprietà della terra per le agricoltrici a cui si deve tra il 60 e l’80% della produzione alimentare nei Paesi in via di sviluppo, e combattere la siccità e gli incendi boschivi.

L’inclusione di un obiettivo specifico negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030 (15. Vita sulla Terra. Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica), riflette l’impegno della comunità internazionale a compiere progressi nel ripristino del suolo e nell’invertire il degrado del suolo. Sono oltre 120 i Paesi che si sono già impegnati a fissare obiettivi volontari per raggiungere la neutralità del degrado del suolo

Il recente Rapporto di FAO e UNEP ha messo in evidenza che il suolo in cattiva salute attraversa tutti i confini e compromette il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo. 

In occasione della Giornata della desertificazione e siccità 2021 sono previsti in tutto il mondo eventi e convegni, in webinar secondo le linee guida dei rispettivi Paesi per il contenimento della diffusione di Covid-19. In Italia, come è possibile consultare sul relativo sito sono previsti 2 webinar:
– in Sicilia da Palazzo Landro-Scalisi nel Comune di Floresta (Me), organizzato dall’Associazione per lo Sviluppo SOstenibile e Centro di Educazione Ambientale (AssoCEA Messina) : “Land Degradation Neutrality: the Sicilia’s Case Study” che si concentrerà sulla neutralità del degrado del suolo in Sicilia, regione ad alto rischio di desertificazione;
– in Sardegna, a Sassari organizzato da DesertNet International (DNI) “Science meets the GGW initiative. A step towards land restoration and recovery in sub-Saharan Africa”, incentrato il ruolo della Great Green Wall Initiative nell’affrontare le sfide globali.

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