Energia Fonti rinnovabili

Gas for Climate: con 10% di gas rinnovabili -55% di emissioni al 2030

Secondo l’annuale Studio del Consorzio “Gas for Climate” l’immissione di una quota d’obbligo del 10% di gas rinnovabili (biometano e idrogeno) nelle reti di tutta Europa, insieme all’aumento dell’elettricità rinnovabile, consentirebbe di raggiungere la neutralità climatica nel 2050 abbattendo del 55% le emissioni di CO2 già entro il 2030.

Già negli anni 2020, la produzione di biometano può essere accelerata da maggiori investimenti in impianti di produzione e da migliaia di agricoltori che implementano concetti innovativi di agricoltura sostenibile per produrre biogas attraverso il doppio raccolto e adottando la fertilizzazione biologica e l’agricoltura di precisione. Inoltre, stanno emergendo i primi grandi progetti sull’idrogeno blu, mentre si sviluppa un solido business case per l’idrogeno verde. I rinnovamenti energetici degli edifici stanno aumentando rapidamente e le soluzioni di riscaldamento ibrido si propagano attivamente verso 100 milioni di pompe di calore ibride entro il 2050. Entro il 2030 sarebbe già possibile tagliare del 55% le emissioni di gas serra con una quota obbligatoria del 10% di gas rinnovabili nelle reti dell’UE.

È quanto emerge dall’annuale StudioGas for Decarbonisation. Pathways 2020-2050” di Guidehouse,commissionato da Gas for Climate, il Consorzioavviato nel 2017 per analizzare e creare consapevolezza sul ruolo del gas rinnovabile e a basse emissioni di carbonio nel futuro sistema energetico nel pieno rispetto dell’obiettivo dell’Accordo di Parigi per limitare l’aumento della temperatura globale a ben sotto i 2 °C, di cui fanno parte Snam e CIB (Consorzio Italiano Biogas) e altre 10 aziende ed associazioni di 8 Paesi europei attive nelle infrastrutture del gas naturale e nel gas rinnovabile (Enagás, Energinet, European Biogas Association, Fluxys, Gasunie, GRTgaz, ONTRAS, OGE, Swedegas e Teréga).

L’attuale studio, séguito dello Studio pubblicato nel 2019 da Navigant, ora Guidehouse, ha analizzato il sistema energetico dell’UE a zero emissioni nette del 2050 e ha concluso che l’uso di una combinazione intelligente di elettricità rinnovabile e gas rinnovabile, trasportato immagazzinato e distribuito attraverso l’infrastruttura del gas, può offrire neutralità climatica al minor costo sociale. Uno scenario con una quantità ottimale di biometano e idrogeno raggiunge circa 217 miliardi di euro di risparmi sui costi ogni anno entro il 2050 in tutta l’UE rispetto a uno scenario di “gas minimo”.

L’adozione a livello europeo di politiche energetiche e climatiche specifiche su biometano e idrogeno – ottenuto sia da fonti fossili con sequestro di anidride carbonica (idrogeno blu), sia da rinnovabili tramite elettrolisi (idrogeno verde) o tramite steam reforming e carbon capture sequestration (idrogeno climate positive) faciliteranno il raggiungimento dell’obiettivo “net zero” sulle emissioni di CO2 entro la metà del secolo, previsto dalla Legge europea sul clima, con uno step intermedio al 2030 di riduzione delle emissioni di gas serra del 50-55%, facendo leva sugli investimenti previsti dal Green Deal europeo.

Gli investimenti per la mitigazione dei cambiamenti climatici previsti nella cornice del Green New Deal europeo potranno avere un ruolo decisivo nella fase di ripartenza una volta superata l’emergenza sanitaria – ha sottolineato Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam – In questo contesto, lo sviluppo di gas rinnovabili come idrogeno e biometano, utilizzati nelle infrastrutture esistenti e in combinazione con l’elettricità rinnovabile, rappresenta un’opportunità da non perdere per raggiungere più facilmente gli obiettivi di neutralità climatica al 2050 e per creare nuove opportunità occupazionali in tutto il nostro continente. Grazie al sempre maggiore utilizzo di idrogeno e biometano potremo avere un sistema energetico più sostenibile, efficiente e resiliente, rafforzando la leadership climatica globale dell’Europa”.

Tra le iniziative suggerite dallo Studio:
–  la fissazione entro il 2030 di un target di immissione nelle reti gas europee di almeno il 10% di gas rinnovabile (biometano, idrogeno blu e idrogeno verde), che garantirebbe al continente un percorso di decarbonizzazione accelerato con benefici economici e occupazionali;
– l’adattamento del quadro politico dell’UE per rendere le infrastrutture del gas fondamentali per la decarbonizzazione sostenibile dell’economia europea;
– la promozione del commercio e trasporto transfrontalieri di idrogeno e biometano e chiarire le regole di mercato per l’idrogeno verde e blu, compreso il loro trasporto;
– l’incentivazione della domanda di idrogeno e biometano da parte dell’industria dell’UE, producendo elettricità dispacciabile, rafforzando e ampliando il sistema di scambio delle queste di emissione (EU-ETS).

Per raggiungere la neutralità climatica e abbattere le emissioni, l’agricoltura svolge un ruolo determinante – ha dichiarato Piero Gattoni, Presidente del Consorzio Italiano Biogas (CIB) – La rete gas è un’infrastruttura strategica in grado di raccogliere il grande potenziale di sviluppo del biometano agricolo e dell’idrogeno climate positive. Siamo convinti che questa sinergia tra industria del gas e mondo agricolo contribuirà alla costruzione di un sistema energetico europeo integrato e sostenibile, in grado di valorizzare le infrastrutture esistenti e di utilizzare al meglio il potenziale di stoccaggio di CO2 offerto dai suoli agrari, indirizzando la fase di rilancio economica, tenendo insieme obiettivi sociali ed ambientali. Per attuare pienamente il Green New Deal occorrono misure che riconoscano gli impianti di biogas e biometano come presidio ambientale imprescindibile. È urgente sbloccare gli investimenti nel settore e favorire la riconversione a biometano degli impianti biogas esistenti, per poter contribuire a raggiungere la quota del 10% di gas rinnovabile in rete entro il 2030”.

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