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Foreste: fondamentali per conseguire gli Obiettivi dell’Agenda 2030

foreste fondamentali per conseguimento obiettivi Agenda 2030

In occasione dello svolgimento del Forum Politico ad Alto Livello (New York, 8-18 luglio 2018) che ha fatto il punto sull’Agenda ONU al 2030 e sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), la FAO ha pubblicato il Rapporto “The State of the World Forests 2018”, con l’obiettivo di migliorare la nostra comprensione di come le foreste e la loro gestione sostenibile contribuiscano al conseguimento di molti degli SDG.

Il tempo stringe per le foreste del mondo – sottolinea la FAO – dobbiamo lavorare in tutti i settori, riunendo le le parti interessate e agire con urgenza. Settanta anni fa, quando la FAO completò la sua prima valutazione delle risorse forestali del mondo, la preoccupazione principale era se ci sarebbe stato abbastanza legname per soddisfare la domanda globale; ora abbiamo la consapevolezza della maggiore importanza delle nostre foreste e dei nostri alberi”.

Secondo il Rapporto, l’interruzione della deforestazione, la gestione sostenibile delle foreste, il ripristino delle foreste degradate e l’aggiunta di copertura arborea in tutto il mondo richiedono interventi per evitare conseguenze potenzialmente dannose per il Pianeta e la sua popolazione.

Le foreste e gli alberi contribuiscono molto di più ai mezzi di sussistenza umani di quanto sia comunemente noto, svolgendo ruoli cruciali nella sicurezza alimentare, nell’acqua potabile, nelle energie rinnovabili e nelle economie rurali, fornendo nei Paesi in via di sviluppo circa il 20% del reddito delle famiglie rurali e il combustibile per cucinare e riscaldarsi ad una persona su tre in tutto il mondo.

Le foreste sono fondamentali per i mezzi di sostentamento – ha ricordato alla presentazione del Rapporto il Direttore generale della FAO, José Graziano da Silva – Le foreste sane e produttive sono essenziali per un’agricoltura sostenibile e abbiamo la prova dell’importanza delle foreste e degli alberi per la qualità dell’acqua, per contribuire al fabbisogno energetico del futuro e per progettare città sostenibili e sane“.

Il Rapporto di quest’anno documenta quanto le foreste siano essenziali per gli Obiettivi dell’Agenda ONU 2030, dal contrasto ai cambiamenti climatici alla conservazione della biodiversità, dalla riduzione delle disuguaglianze al miglioramento degli habitat urbani, offrendo prove tangibili dei molteplici contributi offerti dalle foreste e tracciando i percorsi per fare di più.

Gli alberi e le foreste – ha aggiunto Eva Mueller, Direttrice del Dipartimento Foreste della FAO – contribuiscono a raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030 e devono essere incorporati nelle strategie per il loro conseguimento”.

Il Rapporto sottolinea, inoltre, l’importanza di quadri giuridici chiari sui diritti di proprietà forestale, plaudendo alla crescente tendenza alla governance locale, chiedendo partenariati efficaci e l’impegno del settore privato per perseguire gli obiettivi di sostenibilità. Poiché la deforestazione è la seconda causa principale dei cambiamenti climatici dopo il consumo dei combustibili fossili, si indica che “la responsabilità delle imprese per una deforestazione zero è fondamentale“.

Considerando il molto lavoro che c’è da fare, la pubblicazione illustra i numerosi esempi che indicano una crescente consapevolezza e un graduale aumento delle pratiche sostenibili per quanto concerne le foreste e gli alberi del mondo. Ad esempio, oltre il 56% della carta oggi viene riciclato oggi, rispetto a meno di un quarto del 1970. Nel frattempo, l’utilizzo di materiali di scarto per produrre pannelli in legno ha consentito alla produzione di crescere negli ultimi due decenni di quattro volte più velocemente rispetto al fabbisogno di legno.

Le foreste e gli alberi in buona salute fanno molto più che fornire legname. Una persona su cinque in tutto il mondo conta su prodotti forestali non legnosi (NWFP) per cibo, reddito e varietà nutrizionali, i pilastri della vita umana. Ciò è particolarmente importante quasi 250 milioni di persone – per lo più in Africa e Asia, per circa il 40% che soffre di povertà estrema nelle zone rurali – che vivono in aree di savana e foreste che sono “punti caldi per la povertà” nelle fasce tropicali.

Gli studi dimostrano che un gran numero di famiglie in aree tropicali raccolgono alimenti dalle foreste per il proprio consumo, spesso ben più di quanto sia prodotto dall’agricoltura o dall’allevamento. Questa pratica prospera anche in Europa dove una persona su quattro raccoglie cibo direttamente dalle foreste, tra cui frutta e bacche, acquistate dal 90% delle persone.

Circa un terzo dei piccoli agricoltori in Africa coltiva alberi sulla propria terra, ricavandone in vari modi circa un sesto del proprio reddito lordo, oltre a benefici aggiuntivi che vanno dalla fertilità del terreno al riparo dal sole.

A livello globale, le entrate generate dai NWFP ammontano a 88 miliardi di dollari, ma la cifra effettiva è probabilmente molto più ampia. Una ricerca in Uganda ha rilevato che il valore non in contanti dei prodotti forestali, includendo combustibile e materiale da costruzione, era da due a quattro volte superiore per la popolazione locale rispetto al denaro raccolto dalla loro vendita.

Le foreste aiutano anche le persone, tramite l’aumento delle entrate, ad acquistare cibo. Si stima che il settore conti più di 45 milioni di posti di lavoro e 580 miliardi di dollari di reddito da lavoro ogni anno, senza tener conto di quelli in nero molto ampi.
I responsabili politici – si sottolinea nel Rapporto – dovrebbero mirare a spostare più posti di lavoro nel settore regolare
Per non lasciare alcuno indietro dobbiamo tener conto del ruolo delle foreste e potenziare le azioni del cambiamento –  ha affermato la Mueller che ha salutato positivamente- la tendenza globale a trasferire i diritti forestali dai Governi nazionali alle comunità locali”.

La gestione sostenibile delle foreste è un imperativo per il fabbisogno mondiale di acqua ed energia”, si sottolinea il Rapporto. Grandi città come ViennaTokyo, Johannesburg Bogotà ottengono una quantità significativa di acqua potabile dalle foreste protette. Negli Stati Uniti 180 milioni di persone dipendono dalle foreste per la loro fabbisogno di acqua potabile, secondo quanto afferma il Servizio forestale del Paese.

Mentre molti dei maggiori bacini idrografici del mondo hanno perso la copertura degli alberi, nelle aree forestali gestite per la conservazione del suolo e dell’acqua si è registrato un aumento di copertura a livello globale negli ultimi 25 anni.

Il combustibile legnoso rappresenta la maggior parte delle forniture di energia rinnovabile al mondo, insieme alle energie solare, eolica e idroelettrica, e costituisce oltre la metà del fabbisogno nazionale di approvvigionamento di energia primaria per 29 Paesi, la maggior parte nell’Africa sub-sahariana.

Lo scorso mese, FAO e UNECE avevano pubblicato uno Studio in cui si sottolinea l’importanza dell’energia del legno anche per la regione europea dove continua ad essere la principale fonte energetica rinnovabile, rappresentando circa il 45% dell’energia primaria da fonti rinnovabili.

Che le foreste contengano l’equivalente di 142 miliardi di tonnellate di petrolio, circa 10 volte il consumo annuo globale di energia primaria – conclude il Rapporto – sottolinea il loro valore e la necessità del loro uso sostenibile”.

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