L’Annuale Rapporto di WindEurope sulle installazioni di nuovi impianti da eolico (in e off shore) nel 2017 mostra che si è raggiunto un nuovo record di capacità, anche se ascrivibile per l’80% a 3 soli Paesi. L’Italia continua a perdere terreno rispetto agli altri Paesi dell’UE con soli 252 MW di nuova potenza installata (1,6%).
Il Rapporto statistico sulla produzione di energia elettrica da eolico, sia on shore che off shore (Wind in power 2017), è stato presentato il 13 febbraio 2018 da WindEurope, l’Associazione che annovera oltre 600 membri tra società, organizzazioni, imprese operanti nel settore eolico.
Nel complesso, si evidenzia che le nuove installazioni di eolico sono aumentate del 20% rispetto al 2016: la capacità eolica onshore è cresciuta di 12,5 GW e quella offshore di 3,1 GW.
Hanno registrato un anno record per le installazioni di nuovi impianti 7 Stati membri dell’UE: Germania (6,6 GW), Regno Unito (4,3 GW), Francia (1,7 GW), Finlandia (577 MW), Belgio (476 MW), Irlanda (426 MW) e Croazia (147 MW).
L’Italia continua a perdere terreno rispetto agli altri Paesi europei, avendo installato nel 2017 appena 0,252GW, in ulteriore calore rispetto al 2016 (0,283 GW) e al 2015 (0,306 GW), per una capacità cumulata di circa 9,5 GW.
L’Associazione, tuttavia, fa osservare che i dati nazionali denunciano marcate differenze, con l’80% dell’installato nel 2017 ascrivibile a soli 3 Paesi.
L’energia da eolico ha rappresentato il 55% di tutta la nuova potenza elettrica connessa nell’UE nel corso del 2017, allorché l’energia rinnovabile ha installato 24,1 GW di nuove centrali elettriche su un totale di 28,5 GW (oltre l’80%).
Il 2017 è stato anche un anno da record per i nuovi investimenti nei futuri parchi eolici, per un totale di 11,5 GW: 9 GW in impianti on shore e 2.5 GW off shore. Tuttavia, a seguito della riduzione dei costi della tecnologia e l’aumento della concorrenza nelle aste, gli investitori hanno potuto conseguire un aumento di potenza con una contemporanea diminuzione del valore degli investimenti stessi, pari a 22,3 miliardi di euro (14,8 miliardi di euro a terra e 7,5 miliardi di euro in mare aperto), con un taglio complessivo del 19% rispetto al 2016.
L’energia eolica in Europa ha raggiunto nel 2017 una capacità installata totale di 169 GW: 153 GW on shore e 16 GW off shore.
La Germania rimane il Paese con la più grande capacità eolica installata (56 GW). Seguono la Spagna (23 GW), il Regno Unito (19 GW) e la Francia (14 GW).
Con una quota del 18% l’energia eolica rimane la seconda più grande forma di capacità di generazione di energia in Europa, avvicinandosi al gas naturale. L’energia eolica ha generato 336 TWh nel 2017, sufficienti a coprire il 12% della domanda di elettricità dell’UE. In Germania l’eolico era al 20% della capacità di produzione, del 44% in Danimarca e del 24% in Irlanda e Portogallo.
“Il 2017 è stato un anno positivo per l’energia eolica con un numero elevato di nuove installazioni e con il vento che ha rappresentato il 12% della produzione elettrica europea – ha dichiarato Giles Dickson, Amministratore delegato di WindEurope – È un’ulteriore prova del fatto che l’energia eolica è ben integrato e fornisce migliori affari. È economico, sempre più stabile, e i consumatori industriali ora si stanno rivolgendo ad esso come fonte energetica prescelta. I Governi non dovrebbero temere di essere ambiziosi sull’energia eolica e sulle rinnovabili in generale”.
“Il fatto che sia stato un anno record – ha osservato il CEO di WindEurope – riflette il fatto che molti dei nuovi progetti sono stati accelerati al fine di beneficiare egli incentivi in conto energia e degli altri vecchi schemi di supporto ancora in vigore, come nel caso della Germania, ma anche del Regno Unito e della Francia”.
“Nonostante i dati positivi, le prospettive a medio e lungo termine per l’eolico sono incerte – ha aggiunto Dickson – Il passaggio alle aste è stato più difficile di quanto sperassimo. Soprattutto, manca chiarezza da parte di molti Governi sulle loro ambizioni nazionali per le rinnovabili dopo il 2020. I Paesi devono iniziare a chiarire su quanta energia eolica intendano fare affidamento in futuro. Ciò renderà chiarezza al settore, consentendo di pianificare in anticipo e di ridurre i costi. Anche gli altri operatori dei sistemi di trasmissione potranno programmare le necessarie infrastrutture. L’industria eolica non investirà nell’economia europea senza adeguate prospettive di mercato. I Paesi hanno ora la possibilità di trasformare i propri Piani Energetici e Climatici Nazionali in veri e propri opuscoli per investimenti, impegnandosi per quantitativi ambiziosi da eolico”.
“Ora è chiaro che, sulla base della recente espansione delle rinnovabili e il rapido calo dei costi, l’Europa può raggiungere l’obiettivo del 35% al 2030 – ha concluso l’Amministratore di WindEurope – Un obiettivo del 35% non è solo raggiungibile, ma anche economicamente auspicabile. È quello che vuole il Parlamento europeo e la Commissione sembra sostenere un obiettivo anche maggiore – Gli Stati membri devono ora riconoscere i benefici sociali ed economici di una maggiore ambizione, che l’industria eolica ha dimostrato di poter offrire. Ora c’è bisogno che i responsabili politici lo realizzino”.