Energia Sostenibilità

L’Italia perde ancora posizioni nell’Energy Performance Index 2014

Italia perde ancora posizioni nell Energy Performance Index 2014

Dall’annuale Rapporto del WEF, che valuta la capacità dei sistemi energetici di creare sviluppo, essere sostenibili e sicuri, il nostro Paese nell’UE-28 precede solo Cipro e Malta, ma i media non se accorgono.

Il World Economic Forum (WEF) Organizzazione internazionale indipendente divenuta celebre per l’organizzazione dell’annuale incontro di gennaio a Davos, durante il quale i maggiori dirigenti politici ed economici internazionali si confrontano con intellettuali e giornalisti selezionati, al fine di discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare, anche in materia di salute e di ambiente, da qualche anno sta studiando i cambiamenti che intervengono nei sistemi di produzione, distribuzione e consumo dell’energia a livello mondiale (New Energy Architecture).

La transizione verso un nuovo paradigma energetico non sarà possibile senza una serie di strumenti strategici che aiutino a comprendere le diverse future opzioni. Per questo, ogni anno pubblica il Rapporto “Global Energy Architecture Performance Index”, che si base sull’innovativo strumento, elaborato in collaborazione con Accenture, una delle Società di consulenza leader a livello mondiale,  dell’EAPI (Energy Architecture Performance Index) che, utilizzando una serie di indicatori, mette in evidenza le prestazioni dei Paesi tramite i vari aspetti dei loro sistemi energetici.

Secondo il WEF, i pilastri fondamentali di un sistema energetico, che dovrebbero costituire anche gli obiettivi dei decision maker, sono 3.

1. Promuovere la crescita economica e lo sviluppo…
L’energia affidabile genera sviluppo economico e sociale, stimolando la produttività e facilitando l’aumento del reddito. Le variazioni del prezzo devono riflettere i costi reali associati alla produzione di energia per garantire che il consumo sia economicamente praticabile e i produttori rimangano pronti e reattivi nei confronti di un mercato non distorto.

2. … In modo ecologicamente sostenibile …
La produzione, la trasformazione e il consumo di energia sono associati a significative esternalità ambientali negative. Il sistema energetico rimane il principale responsabile del riscaldamento globale. Il degrado ambientale (ad esempio l’inquinamento da PM e l’impatto sull’uso dei suoli) e la dipendenza del settore energetico da altre risorse limitate come acqua idriche e minerali per citarne solo due, evidenziano che la sostenibilità come una priorità determinante per un sistema energetico.

3. … Fornendo al contempo accesso universale all’energia e alla sua sicurezza.
La concreta disponibilità di energia è soggetta a una serie di rischi e interruzioni. Ma la sicurezza energetica dipende anche dai rapporti tra le nazioni. La sicurezza dell’approvvigionamento da parte di partner commerciali, i rischi di autarchia energetica, che spingono verso disintegrazione dei mercati energetici, e l’incertezza sui prezzi, che crea  volatilità, sono le problematiche critiche che devono essere gestite.
L’accesso universale all’energia è fondamentale per promuovere lo sviluppo sociale ed economico duraturo e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite.  Nelle economie a basso reddito, l’energia assorbe la quota maggiore del reddito mensile delle famiglie, e l’utilizzo di  combustibili come il carbone e il kerosene per cucinare e riscaldarsi all’interno delle abitazioni contribuisce ad impatti significativi sulla salute umana attrezzature di base per cucinare e riscaldarsi spesso significa combustibili come kerosene e carbone vengono bruciati all’interno delle abitazioni, ha impatti sulla salute umana e contribuisce all’insorgere di malattie attraverso l’inquinamento atmosferico.

Naturalmente, l’EAPI è altamente astratto e non deve essere inteso come uno strumento completo o la classificazione di un sistema energetico, bensì è un modo di presentare e considerare le informazioni complesse e problematiche altamente interdipendenti che prevalgono nel settore energetico.
L’edizione 2014 si compone di 16 indicatori aggregati in tre gruppi relativi agli obiettivi sopra indicati, selezionati sulla base di dati disponibili, affidabiliaggiornati, qualitativamente selezionati e completi.
Sulla base di tali indicatori, sono state stilate le graduatorie per ogni singolo Paese (il Rapporto di quest’anno ha preso in esame 124 Paesi), una per ogni pilastro del Sistema energetico, e una graduatoria complessiva, con un punteggio che varia da 0 a 1.
Nessun Paese ha raggiunto il punteggio 1 in una graduatoria singola e, conseguentemente nemmeno in quella complessiva. Ecco di seguito le Top Ten: L‘Italia si trova in 49a posizione (ha perso 3 posizioni rispetto al Report del 2013) e nell’UE-28 è superata anche dalla neo-entrata Croazia e seguita solo da Cipro e Malta.

C’è da chiedersi: come mai i media italiani che hanno così largamente chiosato il Rapporto del WEF sulla Competitività, sottolineando come l’Italia abbia perduto altre 6 posizioni, scendendo al 49° posto della graduatoria mondiale, non hanno speso una riga per commentare quest’altro Rapporto che pensiamo sia ancora più importante, viste anche le polemiche che sono scaturite dopo le ultime decisioni prese dal Governo in termini di modifica del regime dei prezzi minimi garantiti per i piccoli impianti di potenza inferiore a 1 MW, che hanno messo in subbuglio il relativo mercato?

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