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Ecobonus e 110%: costo 55 Mrd, di euro, valore generato 115 Mrd

Il Rapporto del Censis sugli ecobonus e superecobonus al 110%, redatto con la collaborazione di Harley&Dikkinson Consulting e commissionato dalle organizzazioni della Filiera delle Costruzioni, rileva che incentivi dedicati in questi anni agli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare hanno generato effetti positivi sull’economia in generale, sulla sostenibilità finanziaria. sull’occupazione e risparmio energetico.

I 55 miliardi di euro di investimenti certificati dall’Enea per il periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022 legati all’utilizzo del Super ecobonus hanno attivato un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi pari a 79,7 miliardi di euro (effetto diretto), cui si sommano 36 miliardi di euro di produzione attivata in altri settori del sistema economico connesso alle componenti dell’indotto (effetto indiretto), per un totale di almeno 115 miliardi di euro.

È quanto emerge dallo Studio Ecobonus e superbonus per la transizione energetica del Paese. Gli incentivi per una politica industriale di lungo periodo”, realizzato dal Censis, in collaborazione con Harley&Dikkinson Consulting e la Filiera delle Costruzioni, e presentato il 16 novembre 2022 nel corso di un evento trasmesso in streaming, che costituisce una riflessione sull’insieme degli incentivi dedicati in questi anni agli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare, come gli ecobonus e i superbonus, guardando agli effetti sull’economia in generale, sull’occupazione, sulla sostenibilità finanziaria e sul ruolo che questi interventi possono svolgere a favore della transizione energetica.

Metodologie di calcolo
Lo studio, basato sulla Matrice delle interdipendenze settoriali dell’Istat che consentono di trarre significative informazioni sugli effetti moltiplicativi sull’economia derivanti da una domanda aggiuntiva di spesa in costruzioni, e sui dati di Contabilità nazionale, stima che i 55 miliardi di investimenti certificati da Enea fino ad oggi per Super ecobonus hanno attivato direttamente un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi pari a 79,7 miliardi di euro (effetto diretto) a cui si aggiungono 36 miliardi di euro di produzione attivati in altri settori del sistema economico connesso alle componenti dell’indotto (effetto indiretto).

Effetti fiscali
Attivando il Super ecobonus, per via degli effetti moltiplicativi sul sistema economico, il gettito fiscale derivante da tale produzione aggiuntiva si stima possa ripagare circa il 70% della spesa a carico dello Stato per le opere di efficientamento sugli edifici. Ciò significa che 100 euro di spesa per Super ecobonus costerebbero effettivamente allo Stato 30 euro, ridimensionando in questo modo il valore reale del disavanzo generato dall’incentivo. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha registrato tra gennaio e settembre 2022 un incremento del gettito dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ed è verosimile pensare che proprio il comparto edile abbia considerevolmente contribuito a questa dinamica espansiva delle entrate tributarie.

Gli effetti occupazionali
Nel 2021 il valore aggiunto delle costruzioni è aumentato del 21,3% rispetto all’anno precedente. Nel Mezzogiorno la crescita è stata pari al 25,9% e nel Nord-Ovest al 22,8%. Più contenuta al Centro (16,3%) e nel Nord-Est (18,5%). Si stima che l’impatto occupazionale del Super ecobonus per l’intero periodo agosto 2020-ottobre 2022 sia stato pari a 900.000 unità di lavoro, tra dirette e indirette. Particolarmente rilevante l’impatto del solo periodo compreso tra gennaio e ottobre 2022, in cui si stima che i lavori di efficientamento energetico degli edifici abbiano attivato 411.000 occupati diretti (nel settore edile, dei servizi tecnici e dell’indotto) e altre 225.000 unità indirette.

Gli effetti in termini di efficienza energetica e sostenibilità ambientale
L’impatto del Super ecobonus in termini di risparmio energetico realizzabile è il primo dei parametri di cui tenere conto per avviare un dibattito sull’efficacia di tale strumento. L’incremento medio del valore immobiliare delle unità abitative che hanno beneficiato della riqualificazione energetica è stimato tra il 3% e il 5%, a seguito di un salto di classe energetica dell’immobile. Il Censis stima che, sulla base dei dati disponibili, la spesa di 55 miliardi di euro generi un risparmio di 11.700 Gwh/anno, che corrispondono a 1,1 miliardi di metri cubi di gas, pari al 40% del risparmio energetico che il Piano emergenziale di riduzione dei consumi del settore domestico si prefigge di realizzare nell’autunno-inverno 2022-2023 (2,7 miliardi di metri cubi di gas). Per avere ancora un ordine di grandezza dei costi e dei benefici del Super ecobonus, considerando gli interventi finanziati dagli ecobonus ordinari fino al 2020 insieme a quelli finanziati attraverso il superbonus, si arriverebbe a un risparmio stimabile in circa 2 miliardi di metri cubi di gas, pari a oltre due terzi di tutti i risparmi di gas previsti in Italia dalle ultime misure di riduzione dei consumi per il settore domestico. La riduzione nelle emissioni di CO2 dovuta agli interventi con il superbonus è stimabile in 1,4 milioni di tonnellate di mancate emissioni, che contribuiscono alla riduzione dell’impronta ecologica del patrimonio edilizio italiano e permettono di conseguire risultati importanti nel processo di transizione ecologica del Paese.

Gli incentivi per una politica industriale di lungo periodo.
Tipologia e durata degli interventi a favore dell’edilizia hanno creato le condizioni per una decisa ripresa dell’economia, rendendo percorribile la strada verso la transizione ecologica ed energetica e ponendo le basi per una nuova fase della politica industriale del Paese, rimasta ferma per troppo tempo. Per riformare e rimodulare gli incentivi per l’edilizia, in particolare il Super ecobonus, occorrerebbe tenere conto dell’impatto economico e sociale delle misure in senso più ampio, in aggiunta ai criteri contabili e di disavanzo dello Stato. Poiché gli ecobonus rispondono a due obiettivi strategici di medio-lungo periodo, cioè il risparmio energetico e il contrasto al riscaldamento globale, le decisioni su come proseguire in materia di Superbonus andrebbero prese considerando l’impatto della spesa pubblica in termini di risorse economiche attivate, di occupazione aggiuntiva, di risparmio energetico assicurato e di gettito fiscale che copre una parte della spesa dello Stato, dunque adottando un’analisi che consideri molteplici variabili, economiche e sociali, nel medio-lungo periodo.

Con l’Art. 8 del Decreto “Misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica”, il cosiddetto “Aiuti quater, pubblicato sulla G.U il 18 novembre 2022, c’è stata la riduzione della spesa dal 110% al 90% nel 2023, al 70% nel 2024, al 65% nel 2025, ad eccezione dei cantieri aperti prima della pubblicazione del testo.   

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