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“Ecobonus” per efficientamento e ristrutturazione degli edifici

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Il 29 settembre 2015, aprendo a Milano i lavori per la presentazione di “Edifici Energeticamente Efficienti: un’opportunità”, l’Amministratore delegato di RSE spa (Ricerca sul Sistema Energetico), Stefano Besseghini ne ha così riassunto il contenuto: “Integrare interventi di riqualificazione energetica alle opere di manutenzione, comunque già necessarie per ragioni di sicurezza, di decoro ecc., potrebbe essere la chiave per aprire nuovi scenari e per superare le attuali barriere”.

Realizzata da Marco Borgarello e Francesco Madonna di RSE, la monografia sull’efficienza energetica degli edifici evidenzia le possibili soluzioni che passano attraverso un’ampia gamma di interventi di efficientamento, valutati per le prestazioni tecnologiche e in termini di costi-benefici e di realizzabilità.

In copertina, l’equazione E3=€ richiama l’idea di fondo che le 3 E di EdificioEfficienza e Energia, se coniugate assieme, possono tradursi in una grande opportunità, non solo in termini economici.

Il parco edilizio residenziale è in gran parte caratterizzato da edifici con oltre mezzo secolo di vita ed energeticamente inefficienti – si legge nella monografia – Ciò si traduce in uno spreco energetico di circa 8 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio. Eliminare questo spreco è possibile: varie tecnologie, incentrate sia sugli involucri edilizi sia sugli impianti, fanno sì che le riqualificazioni energetiche siano un percorso che porta alla riduzione dei consumi in una maniera che può essere finanziariamente sostenibile. Percorso che genera anche positive ricadute nell’insieme del nostro Paese, tenendo conto che l’edilizia, nonostante la grave crisi degli ultimi anni, rappresenta ancora un settore chiave della nostra economia”.

Secondo gli autori, attualmente le riqualificazioni energetiche si giustificano sul piano economico solo grazie agli incentivi, in particolare sulle detrazioni fiscali (65%) che, tuttavia, non sono correlate ai risparmi energetici conseguiti, e quelle per le ristrutturazioni (50%) sono previste anche se non comportano alcun beneficio in termini di consumi. Per cui, “Senz’altro si potrebbe pensare ad un sistema che premi maggiormente chi scelga di ridurre i propri consumi” (per leggere la Monografia).

In questi giorni il Governo si appresta a varare la Legge di Stabilità 2016 e dalle dichiarazioni di alcuni Ministri sembra che gli “ecobonus” che scadranno al 31 dicembre 2015 saranno confermati anche per il 2016, estendendo anche ai condomìni e ai complessi di edilizia residenziale pubblica, al fine di facilitare l’accesso al mercato delle E.S.Co, considerato un modello “in grado di promuovere più intensamente la rigenerazione urbana”, come affermato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.

L’8 ottobre 2015 alla Camera dei Deputati è stato presentato il Dossier “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione”, realizzato da Cresme e Servizio Studi della Camera, che, aggiornando i dati del precedente, indica che nel 2014 i bonus per ristrutturazioni e risparmio energetico hanno prodotto 28,5 miliardi di euro di investimenti, di cui 24,5 miliardi di euro sono relativi al recupero e 3,9 alla riqualificazione energetica, lievemente superiore alla stima di 28,2 miliardi di euro riportata nella precedente edizione. 
Per il 2015, i dati relativi ai primi 8 mesi segnalano una flessione rispetto all’anno precedente, attestandosi presumibilmente alla fine attorno ai 23,5 miliardi.

Quest’ultimo dato sembra dare ragione a quanti ritengono che solo una stabilizzazione degli incentivi darebbe al mercato quelle indicazioni in grado di programmare gli interventi e dare certezze agli investimenti.

Dal 2008 al 2015, le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 207 miliardi di euro (una media di 11 miliardi di euro all’anno a valori correnti), di cui 178 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e poco meno di 30 miliardi la riqualificazione energetica.

Gli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale hanno avuto un impatto importante sull’occupazione che, nel periodo 2008-2015, ha riguardato oltre 2 milioni di occupati, con una media di 111.000 occupati diretti all’anno. Nel 2014 le stime riguardano 424.800 occupati comprensivi anche dell’indotto.

La stima dell’impatto sulla finanza pubblica delle misure di incentivazione fiscale nel periodo 1998-2015, introducendo da un lato, i minori introiti legati agli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica e, dall’altro, considerando la quota di gettito per lo Stato derivante dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati, determinerebbe un saldo positivo per lo Stato di 10,5 miliardi di euro.

Nella stima dell’impatto delle detrazioni andrebbero considerati altri due aspetti importanti: da un lato, gli effetti in termini di emersione dei redditi e dell’occupazione “irregolare” e, dall’altro, della riduzione dei consumi energetici e conseguentemente delle emissioni di CO2.

C’è consenso in Parlamento sulla necessità di confermare ed allargare questa misura ad altri soggetti: edilizia sociale, condomìni, imprese. E di ampliarla anche ad altri campi, quali il consolidamento antisismico e la bonifica dell’amianto – ha dichiarato il Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, Ermete Realacci a margine della presentazione – La Legge di Stabilità è la sede adeguata per queste scelte“.

Ma verrà introdotto un sistema delle detrazioni fiscali attraverso una premialità legata ai salti di classe energetica delle abitazioni?
Sarebbe un passo importante anche per l’implementazione della Direttiva  2010/31/UE che stabilisce che entro il 2020 gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti, (entro il 2018 gli edifici pubblici) soddisfino requisiti minimi di prestazione energetica.

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