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La crisi economica preoccupa più del global warming

La crisi economica preoccupa più del global warming

La consapevolezza dei rischi correlata agli orientamenti politici.

“Generation X” è la definizione inventata dallo scrittore canadese Douglas Coupland che l’ha utilizzata nel titolo del suo romanzo “Generation X: Tales for an Accelerated Culture” (1991), per indicare la generazione di statunitensi e canadesi che, come i 3 personaggi del suo libro, avevano raggiunto l’età adulta negli anni ’80.
Nel libro questi individui sono etichettati come “sottoccupati… poco acculturati… fortemente individualisti…imprevedibili”, tant’è che per i media “ Gen Xers” è diventato sinonimo di “menefreghisti”.
A questa generazione e alla successiva (i nati tra il 1961 e il 1981) l’Institute for Social Research (ISR) dell’Università del Michigan, il più importante Centro accademico di indagine e metodologia delle scienze sociali a livello mondiale, dedica una serie continua di indagini sui loro comportamenti ed atteggiamenti in merito ad alcune problematiche, concentrandosi su le risposte di circa 4.000 “Gen Xers” e confrontandole con le precedenti offerte sulle stesse tematiche. I risultati vengono poi pubblicati sul “The Generation X Report” dell’ISR – Longitudinal study of american youth diretto da Jon D. Miller che ha diffuso recentemente “Climate Change: Generation X Attitudes, Interests, and Understanding” (Volume 1, Issue 4, Summer 2012).
Dal Rapporto emerge che, in linea con gli stereotipi su di loro, i “Gen Xers” sono disimpegnati, sprezzanti o dubbiosi sul fatto che i cambiamenti climatici stiano avvenendo e non spendono molto tempo per preoccuparsene.
Tuttavia, secondo il Rapporto quelli con un livello di studi più elevato si dimostrano più allarmati per il global warming.

“Poiché il cambiamento climatico è una questione assai complessa, l’istruzione e le conoscenze scientifiche sono fattori importanti per spiegare i livelli di preoccupazione – ha dichiarato Miller – Tra il 2009 e il 2011, abbiamo constatato una flessione, piccola ma statisticamente significativa, del grado di attenzione e di  preoccupazione. Nel 2009, circa il 22% affermava di seguire la questione dei cambiamenti climatici molto da vicino o moderatamente, mentre nel 2011, solo il 16% ha confessato di farlo”..
Nell’atteggiamento verso i cambiamenti climatici conta molto l’orientamento politico: quasi la metà dei democratici liberali è “allarmata”, mentre nessun repubblicano conservatore manifesta interesse. “Ci sono chiaramente livelli di preoccupazione che si sovrappongono tra i partigiani di entrambi i partiti politici – ha affermato Miller – Ma per alcuni individui, la fedeltà di partito può essere utile per dare senso ad un problema altrimenti complicato”.

Questo atteggiamento è coerente con quanto rilevato da un altro studio condotto da ricercatori del Cultural Cognition Project della Yale Law School e pubblicato di recente che ha trovato come la percezione del rischio sui cambiamenti climatici da parte di un campione rappresentativo di adulti statunitensi non aumenta con la miglior conoscenza scientifica di base sul fenomeno, ma tende ad aumentare per effetto dei valori culturali che predominano nel gruppo cui appartengono (cfr: Dan M. Kahan et al. – “The polarizing impact of science literacy and numeraci on perceived climate change risks” – Nature Climate Change, pubblicato on line il 27 maggio 2012).
Miller è stato maggiormente sorpreso di scoprire che il livello di preoccupazione era inferiore per i “Gen Xers” che avevano figli rispetto a quelli senza, dal momento che saranno proprio quei bambini ad avere a che fare con il clima futuro.
“Penso che ciò dipenda dal fatto che in un giorno ci sono solo 24 ore e la gestione della famiglia occupa molto tempo – ha concluso Miller – In generale c’è consapevolezza globale del problema, anche se molti adulti preferiscono concentrarsi su problemi più immediati come il posto di lavoro e la scuola per i propri figli piuttosto che sulle esigenze della prossima generazione. Questi risultati non daranno grande conforto a coloro che sono profondamente preoccupati per le questioni climatiche o per coloro che disprezzano il problema”.
Insomma, la situazione a livello di consapevolezza dei rischi che si corre con i cambiamenti climatici non subirà modifiche fintanto che durerà la crisi economica e la conseguente paura di perdere il posto di lavoro.
Speriamo che nel frattempo il global warming non abbia raggiunto il punto di non ritorno!
Il rapporto completo on line può essere scaricato al seguente indirizzo: http://bit.ly/GenXReport0712

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