Clima Meteorologia

CNR-ISAC: il 2022 l’anno più caldo di sempre in Italia

L’Istituto di Scienza dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR- ISAC) conferma che per l’Italia l’anno appena trascorso è stato il più caldo dal 1800 ed anche le temperature massime hanno raggiunto livelli record, mentre le precipitazioni rispetto alla media del trentennio 1990-2020 si sono ridotte del 30%

Seppure preliminari e non ancora convalidati, l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISAC) ha diffuso i dati relativi alle temperature registrate in Italia nel corso dell’anno appena trascorso, da cui emerge che il 2022 è stato l’anno più caldo dal 1800, cioè da quando disponiamo di dati sufficienti per fare un confronto.

La notizia era ampiamente prevista, considerando sia i vari report stagionali dell’Istituto che testimoniavano i record di anomalie positive rispetto alle serie storiche che le notizie dei giorni scorsi provenienti da altri Paesi europei, come Gran Bretagna, Francia e Spagna, che annunciavano i propri record .

Come si evince dal grafico del CNR-ISAC, impressiona l’impennata della curva della temperatura in Italia negli ultimi 10 anni, che conferma come il Mediterraneo sia un hotspot climatico e che i Paesi che vi si affacciano ne subiscono gli effetti.    

Rispetto alla media del periodo 1991-2020, il trentennio da aggiornare ogni decennio che l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) raccomanda per le osservazioni e i confronti sull’andamento climatico, la temperatura media è stata superiore di 1,15 °C, e le variazioni sono state più accentuate nell’Italia Settentrionale (+1,28 °C) con le aree occidentali che sono uscite dal range (+1,7 °C) solitamente utilizzato nella scala delle anomalie dal CNR-ISAC, rispetto a quelle dell’Italia Centrale (+0,94 °C) e dell’Italia Meridionale e Insulare (+0.79 °C).

Anche le temperature massime hanno raggiunto livelli record in tutte le ripartizioni geografiche dell’Italia con le stesse differenziazioni notate per le temperature medie, mentre per le minime il 2022 è risultato il 2° più caldo, con uno scostamento medio di 0,9 °C.

Ed anche nella prima decade di gennaio 2023  le temperature sono state ben superiori alla media del periodo.

Per quanto riguardo le precipitazioni, rispetto alla media storica del periodo 1991-2020 la riduzione è stata pari al 30% con livelli idrometrici minimi per fiumi e laghi e scarso stoccaggio sotto forma di neve nell’arco alpino e appenninico.

La prolungata assenza di precipitazioni è risultata particolarmente grave per il Nord-Ovest d’Italia, ricompresa in quella fascia d’Europa che, dalla Penisola Iberica attraverso Francia, Germania, Austria, Ungheria, Romania e Bulgaria, ha raggiunto il Mar Nero,  è stata attanagliata dalla morsa della siccità nel corso del 2022, con gravi ripercussioni sulle produzioni agricole.

Due mesi fa, la WMO ha pubblicato il Rapporto sullo Stato del Clima in Europa 2021 dove si rileva le temperature in Europa si sono notevolmente riscaldate nell’ultimo trentennio a un tasso medio di circa +0,5 °C per decennio, il più alto di qualsiasi continente del mondo e più del doppio della media globale. E nonostante le condizioni de La Niña mantengano la temperatura globale bassa per il secondo anno consecutivo.

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