Acqua Risorse e consumi

Blue Book 2022: i dati del Servizio Idrico Integrato in Italia

Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua, il nuovo Blue Book di Fondazione Utilitatis,in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Istat, e con il supporto di Utilitalia, rileva che gli investimenti nel settore sono cresciuti del 22% dal 2017, il consumo pro capite di acqua degli italiani resta il più elevato in Europa e sono ancora notevoli le differenze infrastrutturali tra le varie aree del Paese.

Sebbene negli ultimi anni si registri una significativa crescita degli investimenti nel settore idrico, è ancora ampio il divario tra Nord e Sud del Paese sia in termini di spesa pubblica che di percezione della qualità del servizio.

È quanto emerge dai principali dati del Blue Book 2022, la monografia completa dei dati del Servizio idrico integrato (SII) realizzata dalla Fondazione Utilitatis in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Istat e con il supporto di Utilitalia, e presentato alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua il 21 marzo 2022 nel corso di un webinar.

Grazie anche all’impulso positivo della regolazione [ARERA] negli ultimi anni il comparto idrico si è messo in moto, segnando un deciso cambio di passo dopo decenni di investimenti del tutto insufficienti – ha sottolineato il Presidente della Fondazione Utilitatis, Stefano Pareglio che haintrodotto il webinar – C’è ancora da recuperare molta strada rispetto ai Paesi europei più avanzati, ma la presenza di operatori industriali che si occupano del ciclo idrico integrato, il sostegno offerto dal PNRR e l’attenzione del regolatore consentono di avviare un percorso volto a colmare il divario infrastrutturale del Paese e tra le diverse aree d’Italia, e per raggiungere i migliori standard europei sul fronte sia degli investimenti che dei servizi offerti ai cittadini”.

I punti chiave che emergono dall’edizione 2022 del Blue Book sono:
Disponibilità e consumo della risorsa idrica: l’Italia si attesta come paese a stress idrico medio (indice Water Exploitation Index pari al 16% secondo Eurostat), in linea con la Francia e la Germania; tuttavia, a differenza di questi due paesi, l’Italia è la nazione europea che consuma più acqua con un consumo medio pro-capite di oltre 236 l/ab al giorno nel 2020 nei 109 comuni capoluogo di provincia e città metropolitana (Istat).

– La gestione ottimale della risorsa idrica costituisce un obiettivo imprescindibile anche alla luce degli impatti che il cambiamento climatico ha sull’ambiente.

La gestione ottimale si realizza anche attraverso l’assetto di governance. Il processo di governance locale del servizio idrico integrato, sebbene sia giunto a completamento in gran parte del territorio nazionale, presenta ancora delle criticità, soprattutto nelle aree del Mezzogiorno, relativamente all’operatività degli Enti di Governo d’Ambito e al superamento della frammentazione gestionale. Le gestioni in economia (dove il servizio è svolto direttamente dall’ente locale) interessano più di 8 milioni di cittadini (soprattutto al Sud) e in queste gestioni gli investimenti crollano a 8 euro per abitante.

Gli investimenti crescono: per il 2020-2021 si stima un valore pro capite di 49 euro, un dato in costante crescita seppur ancora distante dalla media europea di 100 euro per abitante. Inoltre la stima per il Sud è pari a 35 euro per abitante, mentre proprio in quest’area le perdite idriche sono superiori (50% al Sud rispetto al 40% della media nazionale).

– La sezione curata da CDP analizza uno degli elementi essenziali per realizzare gli investimenti, ovvero la disponibilità di risorse finanziarie adeguate. Il ruolo sempre più rilevante della finanza sostenibile può essere un’importante opportunità per il settore idrico, già di per sé caratterizzato da elementi e obiettivi di sostenibilità. Un servizio idrico integrato ed efficiente contribuisce al risparmio di una risorsa preziosa come l’acqua; un sistema di fognatura e depurazione adeguato rappresenta un elemento imprescindibile di uguaglianza sociale.

In un contesto nel quale i finanziamenti bancari di tipo tradizionale risultano in riduzione, le utility hanno aumentato il ricorso alle emissioni obbligazionarie, raggiungendo un valore superiore a 5 miliardi di euro a fine 2020, pari a circa il 22% del circolante totale. Con riferimento al solo comparto idrico, tra il 2014 e il 2020, sono state emesse 3 tranche di hydrobond obbligazionari.

– Sul fronte della depurazione, le procedure di infrazione dell’UE interessano ancora 939 agglomerati urbani per 29,7 milioni di abitanti. Il 73% delle procedure d’infrazione si concentra nel Mezzogiorno, dove in larga parte il servizio è gestito direttamente dai Comuni.

– Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destina alla Tutela del Territorio e della Risorsa Idrica 4,4 miliardi di euro di investimenti (3,5 miliardi e riguardano le aziende del servizio idrico) per garantire la sicurezza, l’approvvigionamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo.

– L’Istat rileva che nel 2020 i gestori hanno complessivamente immesso nelle reti di distribuzione dei 109 comuni capoluogo di provincia e città metropolitana (dove risiede il 30% della popolazione) 2,4 miliardi di metri cubi di acqua (370 litri per abitante al giorno) ed erogato, per usi autorizzati agli utenti finali, 1,5 miliardi di metri cubi (236 litri per abitante al giorno, sia fatturati sia forniti a uso gratuito). Nel 2018, in Italia, il 73,1% del volume di acqua immessa in rete è soggetto a misurazione; tale percentuale raggiunge il 76,5% nel caso di gestori industriali e scende al 50,0% per i gestori in economia (dati Istat).

– Secondo l’indagine annuale sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana”, condotta da Istat, le famiglie residenti in Italia che dichiarano di essere allacciate alla rete idrica comunale e che complessivamente si ritengono molto o abbastanza soddisfatte del servizio idrico sono l’86,0% nel 2021, con una lieve riduzione rispetto all’anno precedente (87,4%). Il livello di soddisfazione varia sul territorio in maniera piuttosto marcata: molto o abbastanza soddisfatte circa il 92% delle famiglie residenti al Nord, l’84,1% nel Centro e l’82,4% nel Sud; mentre nelle Isole la percentuale scende a poco meno del 70%.

Comuni Capoluogo di Provincia e Città Metropolitane per classe di perdite idriche totali (Anno 2020; perdite in percentuale sui volumi immessi in rete e in m3 al giorno per Km di rete). Fonte: Istat, Censimento delle acque per uso civile.

Il PNRR rappresenta una grande occasione: l’impegno messo in campo in questi mesi dal governo per una gestione più efficiente della risorsa idrica è di fondamentale importanza – ha concluso Micaela Castelli, Presidente di Utilitalia, la Federazione delle imprese italiane dei servizi pubblici che operano nei settori acqua, ambiente, energia elettrica e gas – Si tratta di una mole significativa di investimenti che potrà contribuire, da un lato, a colmare il divario infrastrutturale del Sud, e dall’altro lato a rendere le reti più resilienti di fronte agli effetti della crisi climatica. Al contempo è importante che le risorse stanziate vengano accompagnate da alcune riforme: occorre agire rapidamente sulla governance, favorendo la presenza di operatori industriali al Sud”.

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