Secondo un nuovo rapporto della Ellen MacArthur Foundation, trasformare l’ambiente costruito delle città europee è fondamentale per ottenere enormi benefici economici, ambientali e sociali entro il 2035. Tramite 6 strategie, radicate nei principi dell’economia e raggruppate in 3 distinte ambizioni, in linea con la visione dell’UE di un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva che operi in armonia con la natura, si può sbloccare questo potenziale, offrendo ampi benefici alle aziende, alla società e all’ambiente.
Un insieme mirato di azioni investibili e scalabili nel settore dell’ambiente costruito può offrire significativi benefici economici, ambientali e sociali per l’Europa, aumentando la resilienza, la competitività e la vivacità delle sue città.
Lo afferma il nuovo Rapporto “Building Prosperity: unlocking the potential of a nature-positive, circular economy for Europe”, pubblicato dalla Ellen MacArthur Foundation (EMF), con i contribuiti di una serie di stakeholder tra cui, Systemiq, Arup e Biomimicry 3.8, che evidenzia il ruolo fondamentale dell’ambiente costruito per raggiungere un ambiente circolare positivo per la natura che rivitalizzi efficacemente terreni e risorse, massimizzi la natura nelle città e ottimizzi la progettazione degli edifici e l’approvvigionamento dei materiali, dimostrando, inoltre, che le strategie circolari e nature-positive possono essere applicate in tutti i settori.
La natura in Europa viene distrutta a un ritmo senza precedenti: il clima della regione si sta riscaldando più velocemente che in qualsiasi altro continente, mentre si prevede che le perdite economiche dovute a ondate di calore, siccità e inondazioni aumenteranno.
L’ambiente costruito è un driver significativo di queste tendenze, rappresentando la quota maggiore dell’impronta materiale europea con oltre il 35% dei suoi rifiuti totali e oltre un terzo delle emissioni di gas serra.
“L’ambiente costruito è centrale per l’economia dell’Europa, ma al momento è troppo dispendioso in termini di risorse e disconnesso dalla natura – ha affermato Jocelyn Blériot, responsabile esecutivo per le politiche e le istituzioni presso la EMF – L’ economia circolare, al contrario, ci fornisce gli strumenti per massimizzare l’espansione degli spazi verdi, sfruttare al meglio gli edifici esistenti e effettuare scelte migliori sia in termini di progettazione che di materiali. La nostra ricerca ha individuato sei strategie, radicate nei principi dell’economia circolare, che possono sbloccare questo potenziale, offrendo ampi benefici alle aziende, alla società e all’ambiente”.
In base alle loro potenziale di fornire il maggiore impatto positivo, rafforzandosi a vicenda, sono state selezionate 6 strategie raggruppate in 3 distinte ambizioni, in linea con la visione dell’UE di un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva che operi in armonia con la natura:
– Rivitalizzare il territorio e le risorse per ridurre al minimo l’ulteriore pressione sulla natura;
– Massimizzare la natura nelle città per creare paesaggi urbani resilienti e vivaci;
– Ottimizzare la progettazione degli edifici e l’approvvigionamento dei materiali per acquisire valore economico, ridurre gli sprechi e raggiungere gli obiettivi climatici.

Le 6 strategie di economia circolare per l’ambiente costruito
– Riqualificare le aree industriali dismesse. Concentrarsi sulla riqualificazione delle aree industriali dismesse e sulla conversione degli edifici commerciali inutilizzati “potrebbe aiutare ad evitare 7.700.000 m² di espansione urbana“, insieme al relativo impatto in termini di emissioni di carbonio.
– Aumentare la copertura arborea. Aumentare strategicamente la copertura arborea ed espandere gli spazi verdi e blu fino ad una soglia minima raddoppierebbe le dimensioni del settore dell’edilizia paesaggistica nelle città europee.
– Ampliare gli spazi blu-verdi.Aggiungere più aree di acqua e vegetazione potrebbe aggiungere 8.500.000 m² di spazi verdi alle città europee e aumentare la resilienza agli effetti del cambiamento climatico.
– Utilizzare materiali a basso impatto. Una progettazione efficiente dei materiali, in particolare di quelli a basso impatto, tra cui materiali riutilizzati o riciclati, alternative biologiche e a basse emissioni di carbonio, può ridurre di 500.000 m² i terreni utilizzati per estrarre materiali da costruzione ed evitare grandi quantità di emissioni.
– Utilizzare una progettazione efficiente in termini di materiali. L’ottimizzazione della progettazione degli edifici e dell’approvvigionamento dei materiali andrebbe a vantaggio dei fornitori di materiali e componenti, trainati dal mercato delle costruzioni prefabbricate, cresciuto di cinque volte, e dal forte aumento della domanda di sistemi di costruzione modulari e di materiali a basso impatto.
– Convertire gli edifici commerciali inutilizzati. La riqualificazione di aree industriali dismesse e la conversione di edifici commerciali inutilizzati migliorerebbero l’efficienza delle risorse ed eviterebbero la perdita netta di spazi verdi urbani, nonché l’espansione di aree verdi.

I risultati principali del rapporto includono:
– Una trasformazione circolare delle città europee potrebbe soddisfare il 90% delle esigenze abitative evitando al contempo un’espansione urbana grande quanto la metà del Belgio.
– Entro il 2035, le imprese e la società potranno trarre benefici annui pari a 733 miliardi di euro.
– Le famiglie e le imprese locali potrebbero guadagnare 22 miliardi di euro all’anno, anche grazie a tariffe più basse per l’energia e l’acqua.
– Un approccio circolare potrebbe far risparmiare 250 milioni di tonnellate di materiali da costruzione all’anno.
– Le città più verdi ridurranno le emissioni in misura equivalente a quella che si otterrebbe togliendo dalle strade 12 milioni di auto e manterranno le città più fresche durante le ondate di calore.
“Nel nostro ambiente edificato, ogni edificio, ogni strada, ogni quartiere ci offre la possibilità di abbracciare un design circolare innovativo – ha osservato Jerome Frost, Presidente di Arup Group – Ma sbloccheremo questo cambiamento positivo su larga scala solo riunendo designer, decisori politici, aziende e investitori. Quel che è chiaro è che la natura deve diventare una questione prioritaria nella transizione verso un ambiente edificato rigenerativo che bilanci la crescita con il benessere umano e sociale per una prosperità a lungo termine“.