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Agenda Urbana Nazionale: strategia per lo sviluppo urbano sostenibile

agenda urbana nazionale

Nel Rapporto “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, presentato il 28 settembre 2016 dall’ Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), si fa esplicito riferimento alla necessità di incardinare nella Strategia per lo sviluppo urbano sostenibile l’Agenda urbana nazionale, come indicato anche dal Rapporto italiano preparato per la Conferenza dell’ONU “Habitat III” (Quito, 17-20 ottobre 2016).

Diversamente dal contributo del Consiglio consultivo sui cambiamenti globali (WBGU) del Governo Federale Tedesco (Humanity on the move: Unlocking the trasformative power of cities), di cui ci siamo occupati lo scorso mese, che fornisce delle raccomandazioni-chiave per l’adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici con le quali le città possono contribuire alla trasformazione verso la sostenibilità, il Rapporto italiano “Habitat III. Italy’s National Report”. trasmesso alle Nazioni Unite, descrive le peculiarità della aree urbane del nostro Paese e le trasformazioni in atto, attraverso l’approfondimento di ambiti tematici capaci di restituire significativamente la complessità del sistema insediativo italiano e un utile supporto per le scelte strategiche che si vorranno intraprendere per lo sviluppo delle nostre città e per la costituzione, appunto, dell’Agenda urbana nazionale.

Coordinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Politiche di Coesione, in collaborazione con il Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica, il Rapporto è suddiviso in 7 parti e consta di 42 sotto-sezioni che affrontano nel dettaglio le diverse tematiche:
– la I parte è dedicata a problemi e sfide delle dinamiche demografiche urbane per la definizione di una Nuova Agenda Urbana (gestire la rapida urbanizzazione; gestire i rapporti tra spazi agricoli e quelli urbani; affrontare le esigenze delle giovani generazione urbane; rispondere ai bisogni degli anziani; integrare il genere nello sviluppo urbano; sfide affrontate e lezioni apprese in queste aree; sfide e problemi futuri);
– II parte si concentra sulla pianificazione territoriale e urbana (garantire la pianificazione e la progettazione urbana; migliorare la produzione alimentare urbana e periurbana; affrontare le sfide di mobilità urbana; migliorare la capacità tecnica di pianificare e gestire le città; sfide affrontate e lezioni apprese in queste aree; sfide e problemi futuri);
– la III parte si occupa più specificatamente di questioni ambientali legate all’urbanizzazione (affrontare i cambiamenti climatici; riduzione del rischio di catastrofi; ridurre la congestione del traffico; inquinamento atmosferico; sfide affrontate e lezioni apprese in queste aree; sfide e problemi futuri);
– la IV parte affronta i temi della governance e legislazione urbana (migliorare la legislazione urbanistica; la decentralizzazione e il rafforzamento delle autorità locali; migliorare la partecipazione e i diritti umani nello sviluppo urbano; migliorare la sicurezza urbana; migliorare l’inclusione sociale e l’equità; sfide affrontate e lezioni apprese in queste aree; sfide e problemi futuri);
– la V parte affronta le questioni economiche (migliorare l’autonomia finanziaria degli enti locali; rafforzare e migliorare l’accesso al credito per la domanda abitativa dei cittadini; sostenere lo sviluppo economico locale; creare posti di lavoro dignitosi e garantire mezzi di sussistenza; integrare l’economia urbana nelle politiche nazionali per lo sviluppo; sfide affrontate e lezioni apprese in queste aree; sfide e problemi futuri);
– la VI parte si focalizza sulle problematiche dell’abitabilità e dei servizi urbani (riqualificare e prevenire le aree degradate; migliorare l’accesso ad alloggi adeguati; migliorare l’accesso all’acqua potabile e ai servizi sanitari; aumentare l’accesso all’energia domestica “pulita”; migliorare l’accesso ai mezzi di trasporto sostenibili; sfide affrontate e lezioni apprese in queste aree; sfide e problemi futuri);
– nella VII parte vengono forniti dati quantitativi sulla base degli indicatori definiti da UN-Habitat.

Conclude il Rapporto una Appendice sulla cooperazione internazionale italiana in ambito urbano.

Problemi e opportunità possono essere ricondotti a tre dimensioni principali: la prima pone al centro le tematiche dello sviluppo economico sostenibile e della qualità ambientale, la seconda è legata all’organizzazione dei servizi urbani e di quelli a vantaggio dell’area vasta; la terza riguarda sfide e difficoltà sociali che interessano categorie di cittadini, specifici quartieri e particolari aree urbane – dichiara nella presentazione del Rapporto Claudio De Vincenti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Spetta alla politica ed alle classi dirigenti individuare una modalità attraverso cui ridurre le aree di disagio ed assicurare la sostenibilità della crescita degli insediamenti umani, sia che essi si realizzino in piccole comunità rurali, ovvero in realtà urbane piccole, medie e metropolitane. A questo Rapporto è affidato il compito di illustrare le trasformazioni in atto in Italia, attraverso l’approfondimento di quegli ambiti tematici capaci di restituire significativamente la complessità del sistema insediativo italiano. L’auspicio è che, oltre l’appuntamento di Quito, il confronto possa proseguire attraverso la mobilitazione delle comunità e la partecipazione di tutti i livelli istituzionali e culturali per rilanciare in sede nazionale la centralità delle politiche urbane. E questo, in ogni caso, è il nostro impegno”.

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