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13 agosto 2015: Earth Overshoot

13 agosto 2015 Earth Overshoot

Ogni anno che passa, il giorno in cui cominciamo a consumare le risorse del Pianeta dell’anno successivo cade in anticipo. Se ogni individuo consumasse quanto un italiano ci sarebbe bisogno di quasi 4 Pianeti, secondo i calcoli del Global Fooprint Network, il cui Presidente sottolinea la necessità che a Parigi alla COP21 si raggiunga e sottoscriva un Accordo: “Non firmarlo sarebbe irresponsabile”.

Se l’umanità per secoli ha usufruito delle risorse della Terra, mantenendo il prelievo all’interno del bilancio e dei confini planetari, secondo calcoli fatti dal Global Footprint Network, dagli anni ’70 la comunità globale ha iniziato a consumare più (overshooting) di quanto gli ecosistemi terrestri siano in grado di produrre risorse ed assorbire rifiuti. Anche se non tutte le risorse della Terra sono consumate dall’uomo, attualmente vengono dissipati servizi e risorse come se il pianeta fosse 1,5 volte più grande.

Quindi, l’Earth Overshoot Day, seppure pensato come una stima piuttosto che una data esatta, segnala il momento in cui l’umanità contrae un debito ecologico.
Quest’anno è caduto il 13 agosto, mentre l’anno scorso è avvenuto il 19 agosto. Quando nel 1993 venne sviluppata l’idea dell’Earth Overshoot Day, quale data di un determinato anno in cui il nostro consumo di risorse naturali supera la capacità rigenerativa del Pianeta, in quell’anno era stata il 21 ottobre. Anno dopo anno cominciamo ad “indebitarci” sempre prima.

Peraltro, il “quando” è meno importante del “quanto”, perché indipendentemente da quale approccio scientifico sia usato e quali miglioramenti metodologici siano adottati per cercare di tenere conto del fabbisogno umano e della produzione naturale, l’andamento rimane sempre lo stesso. Il nostro debito sta aumentando e matura interessi crescenti che stiamo pagando e che si traducono in: carenza di cibo; popolazioni di animali selvaggi in caduta libera; scomparsa delle foreste; degrado della produttività delle terre; crescente CO2.

Se guardiamo l’impronta ecologica di ogni nazione, ci si rende conto che gli Stati che con lo stile di vita dei propri abitanti consumano più servizi e risorse sono pochi, ma tra questi l’Italia si segnala per essere il Paese europeo con la maggior impronta ecologica: se ogni individuo consumasse quanto un italiano sarebbero necessari quasi 4 Pianeti.

Non c’è dubbio che l’aumento di popolazione mondiale ha un peso, ma finora è una minoranza della popolazione mondiale che sta consumando la maggioranza delle risorse della Terra. Questo “prestito”, ovviamente, non può continuare a lungo, e potrebbe risultare fisicamente impossibile, oltre che eticamente insopportabile, dal momento che l’impoverimento dei servizi ecosistemici avrà un costo pesantissimo per le popolazioni che basano la propria sussistenza su forme semplici di agricoltura, allevamento, pesca e silvicoltura. Il contributo del carbonio all’impronta ecologica globale, che tiene conto anche dell’uso dei combustibili fossili, è pari alla metà ed è, secondo Global Footprint, il componente che cresce più velocemente. Stiamo immettendo tanto carbonio che il Pianeta non riesce ad assorbire e si accumula, così, in atmosfera, contribuendo ai cambiamenti climatici in atto.

Se il global warming rappresenta il sintomo più inquietante dell’overshooting, esso offre anche una grande opportunità per l’inversione di tendenza, poiché ogni iniziativa intrapresa per ridurre il cambiamento climatico riduce anche il sovraconsumo e viceversa. Mitigare il cambiamento climatico senza esaurire altre risorse naturali, contribuisce a bilanciare il “budget” del Pianeta ed è la sfida che i policy makers debbono affrontare.

Solo l’impronta di carbonio dell’umanità si è più che raddoppiata dall’inizio degli anni ’70, quando il mondo ha iniziato l’overshoot day – ha dichiarato Mathis Wackernagel, fondatore ed attuale presidente del Global Footprint Network – costituendo tuttora la componente che cresce più rapidamente tra quelle che determinano il divario tra l’impronta ecologica e la biocapacità del Pianeta. L’accordo globale per abbandonare gradualmente i combustibili fossili che è in discussione al summit di Parigi potrebbe significativamente aiutare a frenare la consistente crescita dell’impronta ecologica ed eventualmente a ridurla. Non firmarlo sarebbe irresponsabile“.

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