Secondo un Rapporto realizzato dall’UNICEF in collaborazione con Friday for Future un miliardo di bambini vive in Paesi classificati “a rischio climatico estremamente elevato”, minando l’intero spettro dei diritti dei bambini, dall’accesso all’aria pulita, al cibo e all’acqua sicura, all’istruzione, all’alloggio, alla libertà dallo sfruttamento e persino al loro diritto di sopravvivere.
Circa 1 miliardo di bambini – quasi la metà dei 2,2 miliardi di bambini del mondo – vive in uno dei 33 Paesi classificati come “a rischio climatico estremamente elevato“.
È quanto emerge dal Rapporto“The Climate Crisis Is a Child Rights Crisis: Introducing the Children’s Climate Risk Index” (La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini: Presentazione dell’Indice del rischio climatico per i bambini), la prima analisi completa del rischio climatico dalla prospettiva dei bambini, realizzata dall’UNICEF in collaborazione con Fridays for Future e pubblicata il 20 agosto2021, in occasionedel 3° anniversario dell’inizio della decisione di Greta Thunberg di non andare a scuola e di sedersi davanti alla sede del Parlamento svedese per reclamare misure per la crisi climatica, dando avvio al movimento studentesco internazionale
Secondo il Rapporto che classifica i paesi in base all’esposizione dei bambini agli shock climatici e ambientali, come i cicloni e le ondate di caldo, così come la loro vulnerabilità a questi shock, in base al loro accesso ai servizi essenziali, quelli che vivono nella Repubblica Centrafricana, nel Ciad, in Nigeria, in Guinea e nella Guinea-Bissau sono quelli maggiormente a rischio per gli impatti dei cambiamenti climatici, che minacciano la loro salute, istruzione e protezione e li espongono a malattie mortali.
“Per la prima volta, abbiamo un quadro completo di dove e come i bambini sono vulnerabili al cambiamento climatico – ha dichiarato Henrietta Fore,Direttore generale dell’UNICEF – Questo quadro è terribile, in modo quasi inimmaginabile. Gli shock climatici e ambientali stanno minando l’intero spettro dei diritti dei bambini, dall’accesso all’aria pulita, al cibo e all’acqua sicura, all’istruzione, all’alloggio, alla libertà dallo sfruttamento e persino al loro diritto di sopravvivere. Praticamente la vita di nessun bambino ne sarà immune. Per tre anni, i giovani si sono fatti sentire in tutto il mondo per chiedere di agire. L’UNICEF sostiene le loro richieste di cambiamento con un messaggio inoppugnabile: la crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini“.
Il Children’s Climate Risk Index (CCRI) mostra che:
– 240 milioni di bambini sono fortemente esposti alle inondazioni costiere;
– 330 milioni di bambini sono fortemente esposti alle inondazioni fluviali;
– 400 milioni di bambini sono fortemente esposti ai cicloni;
– 600 milioni di bambini sono fortemente esposti alle malattie trasmesse da vettori;
– 815 milioni di bambini sono fortemente esposti all’inquinamento da piombo;
– 820 milioni di bambini sono fortemente esposti alle ondate di calore;
– 920 milioni di bambini sono fortemente esposti alla scarsità d’acqua;
– 1 miliardo di bambini sono fortemente esposti a livelli estremamente elevati di inquinamento atmosferico.
Mentre quasi tutti i bambini del mondo sono a rischio per almeno uno di questi pericoli climatici e ambientali, i dati rivelano che i paesi maggiormente colpiti devono affrontare shock multipli e spesso sovrapposti che minacciano di erodere i progressi nello sviluppo e di aggravare le privazioni dei bambini. Si stima che 850 milioni di bambini – 1 su 3 in tutto il mondo – vivano in aree in cui si sovrappongono almeno quattro di questi shock climatici e ambientali. Ben 330 milioni di bambini – 1 su 7 in tutto il mondo – vivono in aree colpite da almeno cinque grandi shock.
Il rapporto rivela inoltre uno scostamento tra dove le emissioni di gas serra vengono generate e dove i bambini stanno subendo gli impatti più significativi dovuti al clima. I 33 paesi “a rischio estremamente elevato” emettono collettivamente solo il 9% delle emissioni globali di CO2. I 10 paesi con le emissioni più alte producono insieme quasi il 70% delle emissioni globali. Solo uno di questi paesi è classificato come “a rischio estremamente elevato” nell’indice.
“Il cambiamento climatico è profondamente iniquo: nessun bambino è responsabile dell’aumento delle temperature globali, ma saranno loro a pagare i costi più alti e i bambini dei paesi meno responsabili soffriranno più di tutti – ha proseguito Fore – Ma c’è ancora tempo per agire. Migliorare l’accesso dei bambini ai servizi essenziali, come l’acqua e i servizi igienici, la salute e l’istruzione, può aumentare significativamente la loro capacità di sopravvivere a questi pericoli climatici. L’UNICEF esorta i governi e le imprese ad ascoltare i bambini e a dare priorità alle azioni che li proteggono dagli impatti, accelerando al contempo il lavoro per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra“
Senza l’azione urgente necessaria per ridurre le emissioni di gas serra, i bambini continueranno a soffrire di più. Rispetto agli adulti, i bambini hanno bisogno di più cibo e acqua per unità di peso corporeo, sono meno capaci di sopravvivere a eventi meteorologici estremi e sono maggiormente suscettibili alle sostanze chimiche tossiche, ai cambiamenti di temperatura e alle malattie, tra gli altri fattori.
“I movimenti dei giovani attivisti per il clima continueranno a crescere e a lottare per ciò che è giusto, perché non abbiamo altra scelta – hanno dichiarato Farzana Faruk Jhumu (Bangladesh), Eric Njuguna (Kenya), Adriana Calderón (Messico) e Greta Thunberg (Svezia) di Fridays for Future, che hanno scritto la prefazione del rapporto e si uniscono per sostenerne il lancio – Dobbiamo sapere a che punto siamo, affrontare il cambiamento climatico come una crisi, quale è, e agire con l’urgenza necessaria per assicurare che i bambini di oggi ereditino un pianeta vivibile“.
L’UNICEF chiede ai governi, alle imprese e agli attori interessati di:
Aumentare gli investimenti per l’adattamento climatico e la resilienza nei servizi chiave per i bambini. Per proteggere i bambini, le comunità e i più vulnerabili dai peggiori impatti di un clima che sta già cambiando, i servizi fondamentali devono essere riadattati, inclusi l’acqua, i servizi igienico-sanitari, la salute e i servizi di istruzione.
Ridurre le emissioni di gas serra. Per evitare i peggiori impatti della crisi climatica, è necessaria un’azione completa e urgente. I paesi devono ridurre le loro emissioni di almeno il 45% (rispetto ai livelli del 2010) entro il 2030 per mantenere il riscaldamento a non più di 1,5 gradi Celsius.
Fornire ai bambini una formazione sul clima e “competenze verdi”, fondamentali per il loro adattamento e la loro preparazione agli effetti del cambiamento climatico. I bambini e i giovani affronteranno tutte le conseguenze devastanti della crisi climatica e dell’insicurezza idrica, eppure ne sono i meno responsabili. Abbiamo un dovere verso tutti i giovani e le generazioni future.
Includere i giovani in tutti i negoziati e le decisioni nazionali, regionali e internazionali sul clima, anche alla COP26. I bambini e i giovani devono essere inclusi in tutti i processi decisionali relativi al clima.
Assicurarsi che la ripresa dalla pandemia da COVID-19 sia green, a basse emissioni di carbonio e inclusiva, in modo che le capacità delle generazioni future di affrontare e rispondere alla crisi climatica non siano compromesse.