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Arriva la “top ten” dei parassiti d’origine alimentare

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Pubblicata il 1° luglio dalla FAO e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la “top ten” dei parassiti d’origine alimentare più dannosi al mondo, con l’obiettivo di sviluppare nuovi standard per il commercio globale di cibo che aiuteranno i paesi a tenerne sotto controllo la presenza lungo tutta la catena nutrizionale.

E’ stata pubblicata nei giorni scorsi dalla FAO e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una lista dei dieci parassiti di origine alimentare più dannosi al mondo, insieme a una serie di linee guida ben precise per tenerli sotto controllo.
I parassiti, infatti, influenzano la salute di milioni di persone, causando infezioni nei tessuti muscolari e negli organi, provocando epilessia, shock anafilattici, dissenteria amebica e altre patologie. Alcuni possono vivere nei nostri corpi per decenni. Ma, nonostante il loro enorme costo sociale e l’impatto che hanno a livello mondiale, l’informazione è spesso carente per quanto riguarda la loro origine, come vivono nel corpo e soprattutto perché ci fanno ammalare.
Come primo passo per affrontare questo problema, la FAO e l’OMS hanno preso in esame i dieci parassiti di origine alimentare che hanno il maggior impatto a livello globale. Le classifiche contenute nel rapporto Multicriteria-based ranking for risk management of food-borne parasites (Classifica a criteri combinati per la gestione del rischio dei parassiti d’origine alimentare), che include anche informazioni su dove possono essere trovati, si basano sul danno che questi parassiti arrecano alla salute umana.
La lista comprende:
1. il Taenia solium: nella carne di maiale
2. l’Echinococcus granulosus (tenia del cane): nei prodotti freschi
3. l’Echinococcus multilocularis: nei prodotti freschi
4. il Toxoplasma gondii (protozoo): nelle carni dei piccoli ruminanti, di maiale, di manzo, nella selvaggina (sia nella carne rossa che negli organi)
5. il Cryptosporidium spp (protozoo): nei prodotti freschi, nei succhi di frutta, nel latte
6. l’Entamoeba histolytica (protozoo): nei prodotti freschi
7. la Trichinella spiralis: nella carne di maiale
8. l’Opisthorchiidae (della famiglia dei vermi piatti): nei pesci d’acqua dolce
9. l’Ascaris spp. (piccole ascaridi intestinali): nei prodotti freschi
10. il Trypanosoma cruzi (protozoo): nei succhi di frutta
La FAO e l’OMS hanno compilato la lista in risposta alla richiesta della Commissione del Codex Alimentarius – l’organismo che stabilisce gli standard alimentari a livello mondiale – di prendere in esame lo stato attuale delle conoscenze sui parassiti negli alimenti e il loro impatto sulla salute pubblica e sul commercio.
L’unità della FAO sulla sicurezza e qualità degli alimenti e l’OMS hanno lanciato un appello congiunto per raccogliere informazioni a livello nazionale. Ad esso hanno risposto ventidue paesi e un organismo regionale. Hanno fatto poi seguito l’analisi e la valutazione del materiale raccolto da parte di 21 esperti per stabilire l’impatto che essi hanno sulla salute umana.
Da questo lavoro, è stato sviluppato un primo elenco di 93 parassiti. La lista è stata poi ridotta a 24 sulla base dei seguenti criteri: 1) il numero di malattie provocate a livello mondiale; 2) la distribuzione globale; 3) la morbosità acuta; 4) la morbosità cronica; 5) l’impatto economico.

Nuove linee guida
Il Comitato del Codex sull’Igiene alimentare sta ora sviluppando nuove linee guida per il controllo di questi parassiti. La FAO e l’OMS danno la propria assistenza fornendo informazioni scientifiche e tecniche. L’obiettivo è sviluppare nuovi standard per il commercio alimentare globale che aiuteranno i paesi a tenere sotto controllo la presenza di questi parassiti lungo la catena alimentare.
Ovviamente questa lista offre una prospettiva generale e non rispecchia necessariamente le classifiche dei parassiti a livello nazionale, dove ogni paese può avere informazioni più precise” ha fatto notare Renata Clarke, responsabile dell’Unità FAO Sicurezza e Qualità degli Alimenti “Considerati i problemi che questi parassiti causano, va detto che non ricevono l’attenzione che meriterebbero. Ci auguriamo che attraverso il rilascio di questa lista si riesca a sensibilizzare responsabili politici, media e opinione pubblica su questa minaccia per la salute pubblica”.
Il rapporto FAO-OMS elenca una serie di modi per ridurre il rischio d’infezioni parassitarie. Per gli agricoltori, ad esempio, si consiglia l’uso di fertilizzanti organici, che devono essere strettamente monitorati per assicurare che il compostaggio sia corretto e che tutta la materia fecale sia stata rimossa. Anche la qualità dell’acqua deve essere attentamente monitorata. Per i consumatori, si ricorda che tutta la carne deve essere ben cotta, e che per lavare e preparare le verdure deve essere usata solo acqua potabile.

Parassiti per continente
Classificati biologicamente come protozoi ed elminti (ma meglio conosciuti come teniavermi piatti e ascaridi), è difficile conoscerne la diffusione a livello globale perché in molti paesi non è obbligatorio informare le autorità sanitarie della loro presenza. Ad esempio:
• in Europa ogni anno più di 2.500 persone sono colpite da infezioni parassitarie di origine alimentare. Nel 2011 si sono registrati nell’UE 268 casi di trichinellosi e 781 casi di echinococcosi;
• in Asia non ci sono dati precisi, ma si sa che le malattie parassitarie sono ampiamente diffuse e in molti paesi sono riconosciute come uno dei principali problemi per la salute pubblica;
• nella maggior parte delle nazioni africane non esiste alcun dato sulla diffusione di parassiti di origine alimentare nell’uomo perché c’è una generale mancanza di sistemi di sorveglianza;
• negli Stati Uniti, la neurocisticercosi, causata dal Taenia solium, è in alcune aree la singola causa infettiva più comune di epilessia, con 2.000 persone diagnosticate ogni anno. Mentre la toxoplasmosi è una delle principali cause di malattie d’origine alimentare che può provocare anche la morte.

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