Malattie e cure Salute

Tabagismo: secondo l’OMS diminuiscono i fumatori nel mondo

tabagismo secondo OMS diminuiscono fumatori nel mondo

di Nicoletta Canapa

Il 31 Maggio, come ogni anno, si è celebrata la Giornata Mondiale contro il Tabacco (World No Tobacco Day 2018), con l’obiettivo di informare cittadini, operatori e decisori sull’importanza del contrasto dell’abitudine al fumo per la tutela della salute e di proporre politiche sanitarie efficaci contro dipendenza da tabagismo.

Quest’anno il focus della Giornata è stato “Tabacco e malattie cardiache” con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza che le malattie cardiovascolari (coronaropatia, ictus e arteriopatie periferiche), oggi tra le principali cause di mortalità e morbilità nel mondo, sono strettamente correlate al tabagismo e che sono prevenibili con appropriati interventi a livello individuale e di salute pubblica sui quali al momento non c’è in gran parte della popolazione una sufficiente conoscenza e consapevolezza.

In particolare al fumo, compreso il fumo passivo, è attribuibile il 12% di tutti i decessi per cause cardiache che ammontano a circa 7 milioni ogni anno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che i prodotti del tabacco “uccidono oltre la metà dei loro consumatori”. È particolarmente preoccupante che quasi 900 mila di queste morti colpiscano non fumatori esposti al fumo passivo, per un terzo circa in età infantile.

Il decesso prematuro o una malattia in età giovanile/lavorativa di queste persone è fonte di danno per l’individuo e per le famiglie, di spese socio-sanitarie e contribuisce al rallentamento della crescita economica nazionale. Secondo l’OMS, nonostante dal 2000 al 2016 la percentuale di popolazione che fuma sia scesa dal 27% del 2000 al 20% del 2016, i fumatori nel mondo sono un miliardo e 100 milioni , e quasi l’80% di loro si concentra in Paesi a reddito basso e medio. Il triste primato di del tabagismo è della Cina, con oltre 307 milioni di fumatori, seguita dall’India.

Dai dati presentati in occasione della Giornata Mondiale contro il Fumo dall’Osservatorio del Centro Nazionale Dipendenza e Doping dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), ad oggi nel mondo fumerebbero 24 milioni di ragazzi fra i 13 ed i 15 anni; all’interno di questa fascia d’età, i ragazzi supererebbero le ragazze (17 milioni contro 7).
Noi sappiamo quali politiche e azioni possono aumentare il tasso delle persone che smettono di fumare e prevenire l’inizio dell’abitudine del fumo – ha dichiarato Svetlana Axelrod, Direttrice generale dell’OMS – Dobbiamo superare gli ostacoli e implementare misure come la tassazione, lo stop alla pubblicità e l’adozione dei pacchetti generici. La nostra migliore chance di successo è attraverso l’unità globale e una forte azione multisettoriale contro l’industria del tabacco“.

In aggiunta, nei Paesi produttori i bambini sono spesso impiegati come lavoratori nelle piantagioni e nell’industria del tabacco, come ha rivelato il Rapporto “A Bitter Harvest” (Un amaro raccolto), pubblicato lo scorso aprile dalla Ong Human Rights Watch, sviluppando peraltro la malattia del tabacco verde (green tobacco sickness), una forma di avvelenamento acuto da nicotina, causato dal continuo contatto con le foglie di tabacco senza adeguate protezioni.

E in Italia qual è la situazione del tabagismo?
Dai dati forniti dall’Osservatorio dell’ISS, nel nostro Paese i fumatori abituali avrebbero raggiunto quota 12,2 milioni, di cui 254mila sarebbero quelli compresi nella fascia d’età tra i 14 e i 17 anni: un adolescente su 10 sarebbe da considerarsi fumatore abituale di tabacco, mentre nella stessa fascia d’età, il 50% ha fumato o provato a fumare, ovvero fuma ogni tanto. Addirittura la prima sigaretta, secondo l’ISS, potrebbe essere stata fumata già alle elementari, verso i dieci anni. Oltre la metà dei giovani fumatori abituali (65,6%), inoltre, ha fumato anche cannabis oltre al tabacco.
É necessario potenziare sistemi di prevenzione primaria per scongiurare questa nuova linea di tendenza che vede il consumo di tabacco anche tra i giovanissimi – ha sottolineato Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS – prima che a questa dipendenza se ne associno altre altrettanto o più pericolose”.

Le sigarette accese mediamente in Italia da un fumatore ammonterebbero a 12,3 al giorno, in una situazione di transizione. Dopo il successo della Legge Sirchia sulla messa al bando del fumo nei locali pubblici, in Italia è in espansione il mercato delle sigarette elettroniche. Gli utilizzatori di questi nuovi dispositivi, sia abituali sia occasionali, sarebbero infatti oltre il milione: il 60,3% sono fumatori; il 32,3% sex fumatori; il 7,4% non ha mai fumato. In altre parole, in Italia, oltre il 75% degli utilizzatori sono consumatori che fumano sia sigarette tradizionali che elettroniche, dato in controtendenza rispetto alle generali statistiche OMS.

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