Sostenibilità

Sviluppo sostenibile: il mondo ad un bivio

L’ultimo Rapporto interagenziale dell’ONU sul finanziamento allo sviluppo sostenibile indica che con le attuali tendenze nel 2030 circa 600 milioni di persone vivranno in condizioni di povertà estrema, con più della metà delle quali che sono donne, e che è necessaria una riforma del sistema finanziario che sia attrezzato meglio per rispondere alle crisi molteplici che si stanno addensando se si vuole raggiungere gli obiettivi dell’Agenda ONU.

Solo una spinta urgente agli investimenti, su larga scala e sostenibili può colmare il divario di finanziamenti per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro la scadenza del 2030, ora stimato a 4,2 trilioni di dollari annui, rispetto ai 2,5 trilioni di dollari prima della pandemia di CoVID-19. Gli sbalorditivi oneri del debito e i costi altissimi di finanziamenti impediscono ai Paesi in via di sviluppo di rispondere alle molteplici crisi che si trovano ad affrontare: crescenti tensioni geopolitiche, disastri climatici e l’aumento globale del costo della vita colpiscono miliardi persone, ostacolando i progressi nel campo dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione e di altri OSS.

È il drammatico appello di “Financing for Sustainable Development Report 2024”, pubblicato il 9 aprile 2024 e redatto dalla Task Force Interagenziale sul finanziamento allo sviluppo (IATF) che comprende oltre 60 Agenzie delle Nazioni Unite e Organizzazioni internazionali, coordinato dal Dipartimento Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (UN DESA), in stretta collaborazione con il Gruppo Banca Mondiale (WBG), il Fondo Monetario Internazionale (IMF), l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), il Programma dello Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO).

“Questo rapporto è l’ennesima prova di quanta strada dobbiamo ancora percorrere e di quanto velocemente dobbiamo agire per raggiungere l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile – ha affermato la Vicesegretaria generale delle Nazioni Unite Amina J. Mohammed, Presidente del Gruppo per lo sviluppo sostenibile alla presentazione del RapportoSiamo davvero a un bivio e il tempo stringe. I leader devono andare oltre la mera retorica e mantenere le promesse. Senza finanziamenti adeguati, gli obiettivi del 2030 non possono essere raggiunti”.

Con soli sei anni rimasti per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, i progressi ottenuti con tanta fatica si stanno invertendo, soprattutto nei Paesi più poveri. Se le tendenze attuali dovessero proseguire con gli attuali trend, il Rapporto stima che quasi 600 milioni di persone continuerebbero a vivere in estrema povertà nel 2030 ed oltre, più della metà delle quali donne.

Stiamo vivendo una crisi di sviluppo sostenibile, alla quale hanno contribuito disuguaglianze, inflazione, debito, conflitti e disastri climatici – ha aggiunto a sua volta il Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Economici e Sociali (UNDESA), Li JunhuaPer affrontare questo problema sono necessarie risorse e i soldi ci sono. Miliardi di dollari vengono persi ogni anno a causa dell’elusione e dell’evasione fiscale, e i sussidi ai combustibili fossili ammontano a trilioni. A livello globale, non c’è carenza di denaro; piuttosto, una carenza di volontà e impegno”.

Secondo il Rapporto, gli oneri del debito e l’aumento degli oneri finanziari contribuiscono in larga misura alla crisi. Si stima che nei Paesi meno sviluppati il ​​servizio del debito ammonterà a 40 miliardi di dollari all’anno tra il 2023 e il 2025, in aumento di oltre il 50% rispetto ai 26 miliardi di dollari del 2022. I disastri più forti e più frequenti legati al clima rappresentano oltre la metà dell’aumento del debito. nei Paesi vulnerabili. I Paesi più poveri spendono oggi il 12% delle loro entrate in pagamenti di interessi, quattro volte di più di quanto spendevano dieci anni fa. Circa il 40% della popolazione mondiale vive in Paesi in cui i governi spendono più per il pagamento degli interessi che per l’istruzione o la sanità.

Mentre agli inizi degli anni 2000 gli investimenti nei settori degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile erano cresciuti costantemente, le principali fonti di finanziamento per lo sviluppo stanno ora rallentando. Ad esempio, la crescita delle entrate nazionali è in fase di stallo dal 2010, soprattutto nei Paesi meno sviluppati e in altr a basso reddito, in parte a causa dell’evasione e dell’elusione fiscale. Le aliquote fiscali sul reddito delle società stanno diminuendo, con le aliquote fiscali medie globali scese dal 28,2% nel 2000 al 21,1% nel 2023, a causa della globalizzazione e della concorrenza fiscale.

Nel frattempo, gli aiuti pubblici allo sviluppo da parte dei paesi OCSE e gli impegni in materia di finanziamenti per il clima non vengono rispettati. Sebbene l’APS sia aumentato fino al massimo storico nel 2022, raggiungendo 211 miliardi di dollari, rispetto a 185,9 miliardi di dollari nel 2021, gran parte della crescita è arrivata dagli aiuti ai rifugiati che vivono nei paesi donatori e l’importo totale è inadeguato per lo sviluppo. Solo 4 paesi hanno raggiunto l’obiettivo di aiuto delle Nazioni Unite pari allo 0,7% del RNL nel 2022.  

Il Rapporto conclude che il sistema finanziario internazionale, istituito alla Conferenza di Bretton Woods del 1944, non è più adatto allo scopo. Propone un nuovo sistema coerente che sia meglio attrezzato per rispondere alle crisi, aumenti gli investimenti negli obiettivi di sviluppo sostenibile, soprattutto attraverso banche multilaterali di sviluppo più forti, e migliori la rete di sicurezza globale per tutti i Paesi.

Il Rapporto costituirà la base per le discussioni alla Settimana della Sostenibilità” (15-19 aprile 2024) dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) che si articolerà in una serie di eventi di alto livello sulla sostenibilità di settori critici come energia, turismo, infrastrutture, trasporti e debito e a sessione 2024 del Forum sul finanziamento dello sviluppo (FfD) del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC, 22 – 25 aprile 2024), un’opportunità cruciale per cambiare rotta e come il momento critico affinché i Paesi si impegnino a colmare il divario di finanziamento dello sviluppo e investano nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile:
Colmare i divari di credibilità e ricostruire la fiducia nel multilateralismo;
Colmare le lacune finanziarie e di investimento, su larga scala e con urgenza;
–  Riformare e modernizzare l’architettura finanziaria internazionale ormai obsoleta e adeguare le norme internazionali in materia di commercio, investimenti e finanza;
Formulare e finanziare nuovi percorsi di sviluppo per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e garantire che nessuno venga lasciato indietro.

 “Senza la cooperazione globale, i finanziamenti mirati e, soprattutto, la volontà politica, il mondo non raggiungerà gli Obiettivi di sviluppo sostenibile – ha aggiunto Amina Mohammed – L’orologio sta ticchettando. Da qui alla Conferenza FfD4 del prossimo anno, abbiamo un’opportunità che si presenta una volta ogni 80 anni per riformare in modo completo l’architettura finanziaria, e un’ultima possibilità per correggere la rotta prima del 2030. Siamo ad un bivio: dobbiamo scegliere ora se riusciremo insieme o falliremo insieme […] il fallimento non è un’opzione”.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.