Smart city Sostenibilità

Smart City: cresce l’interesse tra i Comuni italiani

L’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato i risultati di una survey somministrata ai Comuni italiani per rilevare lo stato dell’arte dei Progetti Smart City al 2021, da cui emerge l’aumento di Progetti di Smart City, anche in relazione ai finanziamenti previsti nel PNRR, anche se sono soprattutto le città sopra i 15.000 abitanti a dotarsi delle tecnologie e soluzioni smart, e non mancano le difficoltà legate alle competenze del personale.

Quasi un Comune italiano su tre (il 28%) ha avviato  almeno un progetto nell’ultimo triennio, una percentuale che sale al  50% in quelli più grandi, con oltre 15 mila abitanti. Una percentuale destinata a crescere ancora nel prossimo triennio, con il 33% dei Comuni che vuole investire nelle città intelligenti entro il 2024, anche sulla spinta del PNRR che prevede oltre 10 miliardi di finanziamenti dedicati all’interno delle diverse missioni.
Metà dei progetti di Smart City in Italia si trova in fase esecutiva, nel 2020 erano solo 1 su 4, segnale di un consolidamento delle soluzioni, che non sono più semplici sperimentazioni. I progetti attivi riguardano in maggioranza la sicurezza e il controllo del territorio (58% di quelli censiti), la smart mobility (57%) e l’illuminazione pubblica (56%). A fronte di questo aumento di interesse, restano però delle barriere che fanno sì che il potenziale di questa rivoluzione sia colto solo in parte. I principali ostacoli riscontrati nella realizzazione di progetti smart per la città sono la mancanza di competenze, che interessa ben il 47% dei Comuni italiani, e la mancanza di risorse economiche (43%), mentre hanno un peso inferiore le complessità burocratiche (24%), le difficoltà di coordinamento con altri attori (14%) e le resistenze interne al Comune (9%).

Sono alcuni dei principali aspetti che emergono dal Report Smart City: il punto di vista dei Comuni italiani” dell’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano, che contiene i risultati di una survey somministrata ai Comuni italiani per rilevare lo stato dell’arte dei Progetti Smart City al 2021. presentata al Convegno “Smart City, le città al centro della ripartenza”, svoltosi il 5 maggio 2022.

La Smart City continua a crescere in Italia e si afferma nel dibattito il modello di città data-driven, in cui l’interoperabilità dei dati, la collaborazione tra attori pubblici e privati e i problemi legati alla privacy diventano sempre più centrali – ha spiegato Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Smart City – Segnali positivi arrivano tuttavia dai Comuni: aumentano i progetti esecutivi e si riducono le tradizionali barriere. Emerge, però, una forte differenziazione a seconda della dimensione della realtà urbana, perché sono soprattutto le città sopra i 15.000 abitanti a dotarsi di tecnologie e soluzioni smart”.

La maggioranza delle amministrazioni comunali (il 69%) è pronta a ricorrere ai fondi del PNRR per la Smart City, investendo soprattutto in interventi di digitalizzazione e innovazione (76%), infrastrutture sostenibili (61%) e transizione ecologica (56%). Secondo le stime dell’Osservatorio, i finanziamenti dedicati alle città intelligenti superano i 10 miliardi di euro.

Questi fondi sono distribuiti sulle diverse Missioni del PNRR, perché gli interventi che rientrano nella sfera di influenza delle città intelligenti coprono molte delle dimensioni trattate – ha spiegato Luca Gastaldi, Responsabile scientifico dell’Osservatorio – Il potenziale dei progetti previsti dal Piano è molto alto, ma ancora da districare. Nei prossimi anni saranno disponibili molte risorse, ma i Comuni dovranno essere in grado di sopperire alla carenza di competenze e di personale amministrativo e tecnico, che deve seguire i progetti in tutto il loro ‘ciclo di vita’, dall’uscita del bando alla loro implementazione. Un fattore che potrebbe incidere negativamente sui tempi di esecuzione e sui risultati degli interventi”.

Nella Missione 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica, ad esempio, sono previsti interventi per lo sviluppo di un trasporto pubblico locale più sostenibile, col rafforzamento della mobilità ciclistica, del trasporto rapido di massa e delle infrastrutture di ricarica elettrica. Progetti di Smart City, in particolare di smart building, rientrano anche nei fondi stanziati per l’efficienza energetica e la riqualificazione di edifici pubblici come scuole, sedi giudiziarie e unità abitative pubbliche, in cui tecnologie IoT e di Smart Metering saranno impiegate per ridurre i relativi consumi energetici.

La Missione 5. Inclusione e coesione prevede lo sviluppo di piani urbani integrati, che comprendono progetti di rigenerazione urbana con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili.

Anche i Fondi del Programma Orizzonte Europa 2022-23 sono disponibili per avviare i percorsi per città intelligenti e innovative. La Commissione UE ha appena annunciato le 100 città dell’UE che parteciperanno alla Missione “100 città intelligenti e a impatto climatico zero entro il 2030”, tra le quali ci sono anche 9 città italiane.

Le applicazioni di Smart City consentono di raccogliere moltissimi dati. Dalle abitudini dei cittadini, alla rilevazione dei consumi energetici fino al monitoraggio del territorio. Una vera e propria miniera d’oro che, se attentamente studiata e analizzata, può generare valore ed essere utilizzata per migliorare la vita dei cittadini. Tuttavia, il 40% dei Comuni non utilizza ancora adeguatamente i dati raccolti, anche se il 33% ha intenzione di farlo in futuro, riconoscendone l’importanza strategica e dando segnali positivi per i prossimi anni.

Tra le iniziative che puntano maggiormente alla piena valorizzazione dei dati, grazie all’instaurazione di una forte interoperabilità e di piattaforme integrate e condivise, ci sono le ‘Smart control room’ – ha affermato Angela Tumino, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart City – Sono centri di controllo che utilizzano una piattaforma tecnologica in grado di raccogliere dati da tutti i sistemi della città e, tramite tecnologie per l’analisi di big data, renderli disponibili agli amministratori e agli operatori che possono utilizzarli per analisi predittive, simulazioni e interventi mirati in città”.

Nell’ambito della ricerca, sono state formalizzate sei modalità di valorizzazione dei dati derivanti da progetti di smart city, che sia gli enti pubblici che gli attori privati possono implementare. Tra di esse, alcune sono: l’ottimizzazione dei processi, il supporto alla definizione di politiche pubbliche e la monetizzazione di prodotti e servizi.Ad esempio, in caso di guasto, grazie al monitoraggio in tempo reale dello stato di funzionamento del sistema di illuminazione urbano, è possibile gestire un intervento preventivo, riducendo i costi di gestione e offrendo un migliore servizio ai clienti.

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