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Sistemi alimentari insostenibili, fame e debito: spezzare i legami

Un Rapporto del Gruppo internazionale di esperti sui sistemi alimentari sostenibili IPES-Food) pubblicato in occasione della Conferenza ONU di Doha sulle che devono affrontare i Paesi meno sviluppati avverte che la crisi dei prezzi alimentari sta entrando in una nuova pericolosa fase, mentre il mondo vacilla sull’orlo di una crisi del debito che potrebbe far precipitare altri milioni di persone nella fame globale.

I sistemi alimentari insostenibili e iniqui sono uno dei principali motori della crisi del debito che sta avvicinando 21 Paesi a livelli catastrofici di insicurezza alimentare.

È l’avvertimento che viene lanciato da IPES- Food, un Gruppo internazionale di esperti sui sistemi alimentari sostenibili, tra cui Hans Herren vincitore del World Food Prize (1995) e del Right Livelihood Award (2013) e copresieduto da Olivier De Schutter, attuale Relatore speciale delle Nazioni Unite su povertà estrema e diritti umani, che in occasione della V Conferenza delle Nazioni Unite per i Paesi meno sviluppati (LDC5), svoltasi a Doha (5-9 marzo 2023) ha pubblicato il Rapporto speciale Breaking the cycle of unsustainable food systems, hunger, and debt”. 

I prezzi alimentari record dello scorso anno sono diminuiti, ma la crisi alimentare è ancora pungente e sta entrando in una nuova pericolosa fase con la crisi del debito alle stelle e la fame che sta crescendo vertiginosamente in dozzine di Paesi a basso e a medio reddito – ha dichiarato Jennifer Clapp, Professoressa di Sicurezza alimentare globale e sostenibilità alla School of Environment, Resources and Sustainability (SERS) presso l’Università di Waterloo (Canada) e co-autrice del Rapporto – Le rate del debito in aumento stanno diventando insostenibili per molti Governi, proprio mentre lottano per pagare le importazioni di cibo e fertilizzanti e stanno andando fuori strada. Decenni di progressi nella riduzione della fame rischiano di essere vanificati”.

Secondo gli autori, i responsabili politici stanno ignorando il ruolo determinante dei sistemi alimentari insostenibili e caratterizzati da ingenti importazioni nel guidare l’aumento del debito e della fame. I costi alle stelle per le importazioni di cibo, fertilizzanti ed energia, stanno mettendo a dura prova le finanze pubbliche di molti Paesi a basso reddito e di alcuni a reddito medio. L’aumento dei tassi di interesse e il crollo delle valute fanno salire i conti del debito, aumentando l’insicurezza alimentare. Quegli stessi Paesi sono costretti a esportare prodotti come cacao, caffè e cotone per saldare debiti denominati in dollari e importare beni di prima necessità, a scapito del nutrimento delle popolazioni locali.

Inoltre, il rapporto mette in evidenza i crescenti rischi legati al debito per tutte le economie in via di sviluppo, a basso e medio reddito.  L’ultimo International Debt Report della Banca Mondiale (WB) ha messo in guardia sui crescenti rischi legati al debito per tutte le economie in via di sviluppo, a basso e medio reddito. Alla fine del 2021, il debito estero di queste economie ammontava a 9 trilioni di dollari, più del doppio rispetto a dieci anni fa. L’aumento dei tassi di interesse e il rallentamento della crescita globale rischiano di far precipitare un gran numero di Paesi in una crisi del debito. Circa il 60% dei Paesi più poveri, afferma la WB, è già ad alto rischio di crisi del debito o è già in difficoltà

Le economie e i sistemi alimentari di molti paesi africani sono sull’orlo del tracollo – ha sottolineato un altro autore dello Special Reportdi IPES-Foof,  Million Belay, Biologo e ricercatore presso lo Stockholm Resilience Cente, fondatore dell’Alliance for Food Sovereignty in Africa (AFSA) e Direttore di MELCA-Etiopia, una ONG indigena che si occupa di agroecologia, apprendimento intergenerazionale, conservazione delle foreste e miglioramento dei mezzi di sussistenza delle comunità locali e delle popolazioni indigene – L’Africa è bloccata in un vicolo cieco. Vende caffè e cotone ai Paesi ricchi per ripagare i debiti, mentre importa alimenti di base sempre più inaccessibili, i cambiamenti climatici colpiscono i raccolti e il pagamento degli interessi è fuori controllo. Il sistema economico dà la priorità a pagare i debiti rispetto a nutrire le persone, mentre i Governi hanno bisogno di investimenti per costruire sistemi alimentari sostenibili di cui ci sarebbe bisogno per sfamare le popolazioni”.

IPES-Food mette in risalto i 4 modi in cui i sistemi alimentari stanno aggravando l’attuale crisi del debito.

Fonte: IPES-Food

– Le dipendenze dalle importazioni e dal dollaro generano debiti elevati e impediscono ai Paesi di investire nella diversificazione dei loro sistemi alimentari e delle loro economie, essendo sempre più costretti a generare dollari, spesso attraverso esportazioni di prodotti monocolturali per ripagare i debiti e importare beni di prima necessità. Nel 2021, i Paesi in via di sviluppo hanno pagato 356 miliardi di dollari in pagamenti di interessi sul debito, superando di gran lunga i 185 miliardi di dollari ricevuti in aiuti allo sviluppo.

– Nel corso degli ultimi decenni i flussi finanziari determinati dalle attività estrattive hanno tagliato la spesa sociale e hanno esternalizzato gli investimenti del sistema alimentare ad attori e creditori aziendali, con conseguenti sviluppo irregolare, fame persistente e esaurimento delle capacità statali, incanalando infine le risorse fuori dal Sud del mondo.

– Icicli di forte crescita e repentina contrazione delle materie prime:
– quando i prezzi del cibo aumentano, le aziende agricole potenti e altamente concentrate ne traggono vantaggio mentre gli agricoltori vengono schiacciati;
– quando i prezzi crollano, molte aziende agricole e alimentari falliscono, portando a un ulteriore consolidamento aziendale e minando gli investimenti nella resilienza.

– Il collasso climatico sta rapidamente diventando il principale motore del collasso economico e del debito nel Sud del mondo, decimando i raccolti e distruggendo i mezzi di sussistenza nei Paesi meno responsabili della crisi. Con i finanziamenti per il clima che non si concretizzano, sta diventando più difficile per i Paesi a basso reddito ripagare i debiti e investire in sistemi alimentari resilienti ai cambiamenti climatici.

Fonte: IPES-Food

Il Rapporto chiede un’azione urgente per:
fornire alleggerimento del debito e finanziamenti per lo sviluppo su una scala tale da soddisfare le esigenze di recupero dal COVID-19, di sistemi alimentari resilienti ai cambiamenti climatici e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile;
riparare le ingiustizie storiche che hanno indotto i Paesi meno sviluppati ad incanalare a livello globale i profitti e le esportazioni verso il Nord del mondo, attraverso tasse straordinarie sui profittatori di cibo e ulteriori passi per raggiungere la giustizia fiscale, giustizia climatica e ripagare i debiti “ecologici” e storici;
democratizzare la governance dei sistemi finanziari e alimentari, riformando il processo decisionale nella Banca Mondiale e nel Fondo Monetario Internazionale affinché vengano prima gli interessi dei più poveri del mondo e delle popolazioni più emarginate.

I debiti delle nazioni più povere dovrebbero essere cancellati per consentire loro di nutrire la propria gente, ma questo non è sufficiente – ha affermato Lim Li Ching, Ricercatrice senior in Agroecologia e Co-presidente di IPES-Food  – Per uscire dalla routine del debito, è fondamentale spezzare il circolo vizioso di sistemi alimentari insostenibili, fame e debito, investendo anche nella costruzione di cibo e agricoltura resilienti, riparando le ingiustizie storiche che hanno costretto i Paesi poveri a incanalare risorse verso quelli ricchi e riformare il processo decisionale internazionale su cibo e debito per mettere al primo posto i Paesi poveri”

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