Acqua Manifestazioni e celebrazioni Risorse e consumi

La scarsità d’acqua driver di conflitti o di cooperazione

scarsità acqua driver di conflitti o di cooperazione

Alla Settimana Mondiale dell’Acqua di Stoccolma viene lanciato un appello all’ONU per inserire il problema delle risorse idriche tra le priorità dell’agenda politica mondiale per lo sviluppo globale dopo il 2015, allorché si tireranno le somme dei risultati conseguiti dagli Obiettivi del Millennio.

Alla 23a edizione della Settimana Mondiale dell’Acqua (World Water Week) di Stoccolma (1-6 settembre 2013) che ha avuto per focus il tema “Water Cooperation – Building Partnership” in linea con quanto deciso dalle Nazioni Unite che hanno designato il 2013 Anno internazionale della Cooperazione sull’Acqua (cfr: Regioni&Ambiente, n. 1-2 genn.-febbr.- 2013, pagg. 14-15) si è chiusa con un invito all’ONU di porre particolare attenzione all’acqua quando prenderà in considerazione l’agenda per lo sviluppo globale post-2015.
La Dichiarazione “L’Acqua Obiettivo di Sviluppo Sostenibile” è stato il momento finale di un processo di consultazione aperto e inclusivo che ha visto discutere e dibattere le sfide legate all’acqua oltre 2.600 partecipanti, un numero senza precedenti di leader mondiali, rappresentanti di Governi, scienziati, esponenti del settore privato e della società civile.
Un grande sforzo di collaborazione prima e durante lo svolgimento della Settimana Mondiale dell’acqua ha prodotto un documento di prospettiva sul ruolo che crediamo spetti all’acqua nello stilare la prossima agenda dello sviluppo futuro mondiale – ha dichiarato Torgny Holmgren, Direttore esecutivo di Stockholm International Water Institute (SIWI) e capo del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri svedese – Si tratta del frutto di competenze di alto livello e di dedizione di tutta la comunità dell’alto livello di competenza e di dedizione che vedo intorno a me nella comunità acqua. Se siamo in grado di aumentare la produttività dell’acqua in modo da poter liberare le risorse idriche per la protezione del nostro ambiente, assicurando in tal modo la sostenibilità della fornitura e consentendo l’utilizzo ai nuovi utenti, sarà più facile cooperare. Se non siamo in grado di gestire la domanda d’acqua, sarà difficile evitare i conflitti”.

La Dichiarazione di Stoccolma chiede che siano raggiunti entro il 2030 i seguenti obiettivi.
– Raddoppiare la produttività idrica mondiale: la popolazione e l’economia, insieme con l’urbanizzazione e i cambiamenti climatici, esercitano una crescente pressione sulle risorse idriche di tutto il mondo. Per soddisfare tale domanda, c’è una grande potenzialità di utilizzare l’acqua in modo più produttivo e di ottenere vantaggi significativi dal coordinamento intersettoriale.
– Realizzare il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari: donne e bambini spesso sopportano in maniera sproporzionata il peso derivante dai rifornimenti idrici e della mancanza di servizi igienico-sanitari sicuri, con gravi ripercussioni sulla loro salute, sicurezza e istruzione, così come sulle loro opportunità di sviluppo e di prosperità. La leadership politica e una governance innovativa sono di importanza fondamentale per la realizzazione di questo diritto umano.
– Aumentare la resilienza ai disastri legati all’acqua: gestire in modo esaustivo i rischi, sostenere ecosistemi sani e migliorare la qualità dell’acqua sono i prerequisiti per la fornitura di acqua sicura, per le esigenze di carattere alimentare ed energetiche, ecc., sia per le persone che per le società del futuro che vogliamo (per leggere e condividere la Dichiarazione).
Quando l’Assemblea Generale ha dichiarato il 2013 Anno Internazionale della Cooperazione Acqua (IYWC), tre anni fa, il più alto organo decisionale dell’ONU era consapevole dei conflitti perenni innescati dalla competizione per una delle risorse più critiche del mondo. Vari Paesi sono stati coinvolti o hanno tuttora in corso controversie per l’acqua, come tra: Israele e Giordania; India e Pakistan; Egitto e Etiopia; Palestina e Israele; Bolivia, Perù e Cile.

In occasione dell’evento, SIWI ha presentato il Rapporto “Cooperation for a Water Wise World – Partnerships for Sustainable Development” che si concentra su alcune delle principali opportunità e sfide per una cooperazione efficace sulle acque transfrontaliere, nel settore privato e per la tutela dell’ambiente. Gli autori hanno anche esplorato le tematiche emergenti quali: il ruolo dell’informazione e delle tecnologie della comunicazione nella promozione della cooperazione per l’acqua; l’importanza delle azioni di mitigazione e adattamento del clima; l’interazione tra gli attori del nesso acqua-cibo-energia; oltre a fornire nuove intuizioni per risolvere le sfide a lungo termine, come il miglioramento del coordinamento e della collaborazione nella gestione dei sistemi d’acqua dolce e costieri.
Il rapporto è stato progettato per fornire la base per ulteriori discussioni sul tema della cooperazione per l’acqua, compresa la cooperazione: fra attori di diversi settori per ottimizzare i benefici per l’acqua; tra gruppi di stakeholder che riconoscono l’acqua come bene comune; tra gestori tradizionali dalla collina all’oceano; tra giurisdizioni e livelli dal villaggio al bacino transfrontaliero; e tra scienziati e utenti per colmare il divario tra scienza e politica. Nell’individuare le aree in cui la cooperazione è attiva e quelle in cui è necessario un ulteriore lavoro, la relazione mette in evidenza rischi e connessioni che hanno costituito l’input per le discussioni negli oltre 100 seminari di studio che si sono svolti nel corso della Settimana mondiale dell’acqua 2013.
La cooperazione intersettoriale è fondamentale se si vuole condividere e gestire con successo la nostra risorsa più preziosa – ha sottolineato Holmgren – Il problema dell’acqua non è qualcosa che possa essere risolto solo da esperti. Abbiamo bisogno di cooperare con gli attori al di fuori del settore, per promuovere la collaborazione tra le varie istituzioni decisionali, tra il settore privato, pubblico e civile, nonché tra soggetti che operano nel campo della ricerca, della politica e dell’attuazione pratica. Solo attraverso un’ampia risonanza e partnership lungimiranti possiamo realizzare una saggia gestione mondiale della risorsa”.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.