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Rischio climatico: 3 regioni italiane nella top ten d’Europa

Un nuovo studio, condotto da una società leader nell’analisi del rischio climatico sul patrimonio immobiliare e sul territori di oltre 2.600 giurisdizioni amministrative di tutto il mondo al 2050 in base alle proiezioni dei danni causati da fenomeni meteorologici estremi e dai cambiamenti climatici, tra cui  inondazioni, incendi boschivi e innalzamento del livello del mare, ha rivelato che Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna si inseriscono tra le prime 10 regioni europee più vulnerabili.

Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna sono nella top ten (rispettivamente al 4°, 5° e 8°posto) delle regioni europee più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico al 2050.

Lo rileva il Gross Domestic Climate Risk, pubblicato il 20 febbraio 2023, la prima analisi globale del patrimonio immobiliare e del territorio compiuta per gli investitori da XDI (The Cross Dependency Initiative), un gruppo indipendente di analisi del rischio climatico fisico del patrimonio immobiliare e del territorio, precisando che l’Italia, la Germania e la Russia sono i Paesi che hanno il maggior numero di regioni nelle prime 10 a maggior rischio di cambiamenti climatici e condizioni meteorologiche estreme d’Europa:
-1° posto (56° a livello globale) Bassa Sassonia (Germania);
-2° posto  (64° globale) Fiandre (Belgio);
-3° posto (72° globale) Krasnodar (Russia);
-4° posto (74° globale) Veneto;
– 5° posto (117° globale) Lombardia;
– 6° posto (121° globale) Alta Francia;
– 7° posto (131° globale) Stavropol (Russia):
– 8° posto (133° globale) Emilia-Romagna;
 – 9° posto (164° globale) Baviera (Germania);
– 10° posto (174 globale) Rostov (Russia).

I rischi per una serie di Paesi europei sono previsti in notevole aumento a causa di pericoli come inondazioni, incendi boschivi e inondazioni costiere (Sistemi XDI)

Il rischio climatico lordo interno di XDI classifica oltre 2.600 giurisdizioni in tutto il mondo al 2050. La classifica si basa su un insieme di dati che rappresenta l’ambiente edificato globale, con un’analisi bottom-up a livello di asset che utilizza oltre 320 milioni di dati. I modelli climatici globali, combinati con i dati meteorologici e ambientali locali e gli archetipi ingegneristici, calcolano il probabile danno e il fallimento delle caratteristiche dell’ambiente costruito dai pericoli nel tempo di condizioni meteorologiche estreme e cambiamenti climatici, tra cui inondazioni, incendi boschivi e innalzamento del livello del mare, sulla base degli scenari di emissioni “molto elevate” (RCP 8.5) dell’IPCC.

È importante sottolineare che l’analisi non ha incluso gli impatti sociali, ambientali ed economici derivanti da effetti come la scarsità d’acqua o gli impatti sulla produzione agricola, sulla biodiversità o sul benessere umano.

Stiamo rilasciando questa analisi in risposta alla richiesta da parte degli investitori di dati sul rischio sub-sovrano e regionale – ha affermato il CEO di XDI Rohan HamdenQuesta è la prima volta che viene effettuata un’analisi del rischio climatico fisico incentrata esclusivamente sull’ambiente edificato, confrontando ogni stato, provincia e territorio del mondo. Poiché le grandi infrastrutture costruite generalmente si sovrappongono a livelli elevati di attività economica e valore di capitale, è imperativo che il rischio fisico del cambiamento climatico sia adeguatamente compreso e valutato”. 

A livello globale, si prevede che Cina, India e Stati Uniti vedranno il maggior aumento dei danni causati dai cambiamenti climatici. (Sistemi XDI)

Sono state individuate, inoltre, quali giurisdizioni vedono la maggiore escalation di danni modellati dal 1990 al 2050.
I risultati mostrano che gli stati e le province di importanza globale in Cina e negli Stati Uniti saranno i più colpiti, insieme alle principali città e centri di attività economica in tutto il mondo:
– due delle più grandi economie subnazionali della Cina – Jiangsu e Shandong – sono in cima alla classifica mondiale, al 1° e 2° ed oltre la metà delle province della top 50 mondiale si trova in Cina;
– gli Stati Uniti hanno 18 stati tra i primi 100 e la Florida è lo stato americano con il punteggio più alto, seguito da California e Texas;
– insieme, Cina, India e Stati Uniti costituiscono oltre la metà degli stati e delle province nella top 100;
– altri hub economici altamente sviluppati e significativi a livello globale nella top 100 includono Buenos Aires, San Paolo, Giacarta, Pechino, Hồ Chí Minh City, Taiwan e Mumbai;
– anche Australia, Canada hanno stati e province nella top 100;
– il sud-est asiatico sperimenta la più grande escalation di danni dal 1990 al 2050 in tutto il mondo;
– a livello globale, la maggior parte dei danni è causata da inondazioni fluviali e superficiali in combinazione con inondazioni costiere.

Il costo finanziario delle condizioni meteorologiche estreme e dei cambiamenti climatici è già percepito da molte delle economie in cima alla classifica Gross Domestic Climate Risk. Nel giugno 2022, le inondazioni estreme nel Guangdong, al 4° posto nell’analisi, hanno causato perdite economiche dirette stimate in oltre un miliardo di dollari. L’uragano Ian, che ha colpito parti densamente popolate della Florida alla fine di settembre 2022, ha causato danni assicurati per circa 67 miliardi di dollari. Le proiezioni prevedono che eventi meteorologici estremi in regioni come queste si intensificheranno nei prossimi anni. Guangzhou, la capitale del Guangdong, è stata stimata come “la città economicamente più vulnerabile al mondo” per l’innalzamento del livello del mare entro il 2050.

I risultati della classifica XDI Gross Domestic Climate Risk sottolineano l’importanza di valutare il rischio climatico fisico nei mercati finanziari, inclusi i mercati obbligazionari, data la quantità di investimenti di capitale rappresentati dagli asset a rischio nelle province identificate, la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento globali e la necessità di resilienza climatica per informare gli investimenti – ha aggiunto Hamden – È fondamentale per le aziende, i governi e gli investitori comprendere le implicazioni finanziarie ed economiche del rischio climatico fisico e soppesare questo rischio nel loro processo decisionale prima che questi costi aumentino oltre i punti critici finanziari”.

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