Circular economy Sostenibilità

AEA: come rendere più sostenibile la plastica

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato un briefing su come le buone pratiche circolari e di sostenibilità lungo tutto il ciclo di vita della plastica possano aiutare a ridurre le emissioni di gas serra, l’inquinamento e i rifiuti. Contestualmente è stato pubblicato un Rapporto dell’ETC CE dell’AEA sulle dinamiche del commercio di rifiuti di plastica all’interno dell’UE e sulle esportazioni dall’UE.

La plastica svolge un ruolo essenziale nella società moderna, ma la sua catena del valore è attualmente insostenibile, contribuendo alla generazione di emissioni climalteranti e all’aumento dei rifiuti e dell’inquinamento. Ridurre tali impatti mantenendo l’utilizzo della plastica richiede uno spostamento verso un sistema più circolare e sostenibile. Questo cambiamento può essere accelerato ampliando gli esempi di buone pratiche e apportando miglioramenti all’intera catena del valore della plastica.

Con lo scopo di ispirare imprese, responsabili politici e cittadini a rendere la produzione e il consumo di plastica più circolari e sostenibili, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il 20 febbraio 2023 il briefingPathways towards circular plastics in Europe -good pratice examples from countries, business and citezen“, basato su un Rapporto tecnico del Centro tematico europeo sull’economia circolare e l’uso delle risorse (ETC CE) dell’AEA .  

Secondo il briefing dell’AEA, sono 3 i percorsi principali in grado di rendere più sostenibili la produzione e il consumo di plastica: un uso più intelligente della plastica; una maggiore circolarità; uso di materiali rinnovabili.

L’utilizzo della plastica in modo più intelligente include la riduzione degli imballaggi non necessari e dei prodotti monouso, nonché un design più circolare che renda i prodotti più duraturi e più facili da riutilizzare e riparare. La nota informativa dell’AEA osserva che esistono già altri esempi di utilizzo della plastica in modo più intelligente in tutta Europa sotto forma di noleggio di attrezzi, condivisione di auto e strumenti e, ad esempio, riutilizzo di cassette e pallet nel settore alimentare.

L’uso più intelligente del percorso della plastica

L’aumento della circolarità, a sua volta, richiede un uso e un riutilizzo più lunghi dei prodotti e una migliore raccolta, cernita e riciclaggio della plastica. Esempi di buone pratiche includono quelle di negozi che sono disponibili a ritirare i propri prodotti alla fine del loro ciclo di vita, il che può migliorare la qualità dei materiali riciclati o consentire un qualche tipo di riutilizzo. Anche il ruolo dei consumatori è fondamentale nella scelta di cosa acquistare e nel garantire un corretto riciclaggio. Nel complesso, secondo la recente analisi dell’AEA, molti mercati europei di materie prime riciclate, anche quelle delle plastiche, non funzionano bene.

L’aumento dell’uso di materiali rinnovabili comporta a sua volta, l’utilizzo di più plastica riciclabile e a base biologica, invece di affidarsi esclusivamente su quelle derivanti dai combustibili fossili e alle loro importazioni. Secondo il briefing dell’AEA, l’aumento dell’uso di materiali rinnovabili dovrebbe concentrarsi sulle materie prime di seconda e terza generazione che non entrino in competizione con la produzione di alimenti e mangimi.

Secondo l’AEA, le imprese, i responsabili politici e i cittadini possono tutti contribuire a una produzione e un consumo di plastiche più sostenibili e circolari. C’è una grande opportunità nel potenziare i modelli di business circolari, rafforzare le politiche, aumentare la domanda di prodotti sostenibili, ridurre i consumi non necessari e migliorare il riciclaggio.

Contestualmente è stato pubblicato il Rapporto complementare “The fate of EU plastic waste” dell’ETC CE, che indaga sulle dinamiche del commercio di rifiuti di plastica all’interno dell’UE e sulle esportazioni dall’UE, dimostra che le esportazioni di rifiuti di plastica dell’UE continuano a diminuire e sono concentrate in pochi paesi riceventi. Aumentano, tuttavia, le preoccupazioni ambientali, dal momento che i casi di studio indicano che i rifiuti di plastica che escono dall’UE sono di qualità molto inferiore rispetto a quelli scambiati all’interno dell’UE (sebbene ci sia un leggero miglioramento negli ultimi anni) e che i Paesi riceventi spesso non dispongono di adeguate infrastrutture di gestione.

Origine dei rifiuti di plastica esportati nel 2020 dall’Italia in Turchia (%)

Uno dei casi studi riguarda i rifiuti di plastica esportati dall’Italia, il 92% dei quali è costituito da rifiuti residui di plastica e gomma da trattamento meccanico, il 6% è costituito da rifiuti di imballaggi in plastica e il restante 2% da altri codici di rifiuti. La prima forma di trattamento dichiarata è per il recupero/riciclo di materia, pari al 79%; il recupero di energia rappresenta il 20%; le altre forme di cessione il restante 1%. Il 21% dei rifiuti di plastica è esportato in Turchia, il 18% in Austria, 11% in Slovenia.

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