Cambiamenti climatici Sostenibilità

Rimozione di CO2 (CDR): individuati i limiti di sostenibilità

Un nuovo studio, fornendo una valutazione completa dello stato attuale delle tecnologie di rimozione globale del biossido di carbonio (CDR) tramite BECCS, DACCS e afforestazione/rimboschimento, evidenzia che le loro potenzialità sono sovrastimate, e che, se implementate, minaccerebbero la sicurezza alimentare, i diritti umani, provocando gravi danni all’ambiente naturale e agli ecosistemi, con il rischio di oltrepassare molteplici confini planetari in modi potenzialmente irreversibili.

I Governi e imprese fanno affidamento sulla futura rimozione di quantità pericolose di CO2 dall’atmosfera, invece di ridurre più rapidamente le emissioni ed eliminare gradualmente i combustibili fossili. 

L’avvertimento è contenuto nella ricercaSustainability limits needed for CO2 removal”, pubblicata il 1° febbraio 2024 su Science e condotta da un gruppo internazionale di ricercatori, coordinati dall’Institute for Sustainable Development and International Relations (IDDR) – Science Po di Parigi.

Secondo gli autori, il potenziale di rimozione della CO2 attualmente riportato nell’ultimo Rapporto di Valutazione (AR6) del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) delle Nazioni Unite, che sintetizza la migliore letteratura disponibile al momento della stesura e della pubblicazione dei propri rapporti, sovrastima notevolmente i quantitativi che possono essere rimossi da soprattutto da parte dei tecnologie BECCS (centrali elettriche a biomassa con cattura e stoccaggio del carbonio) e dei rimboschimenti.

La comprensione scientifica di come rallentare e arrestare il riscaldamento globale è diventata più sofisticata negli ultimi anni, consentendo ai ricercatori di mappare le opzioni di rimozione dell’anidride carbonica rispetto ai rischi per la sostenibilità, per vedere cosa potrebbe mantenere gli obiettivi della politica climatica senza comportare rischi inaccettabili.

I governi e le industrie puntano su grandi dispiegamenti futuri di rimozione del biossido di carbonio per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi – ha affermato Alexandra Deprez, International Climate Governance Research Fellow presso IDDRISciences Poe principale autrice dello Studio- Tuttavia, la scala proposta minaccia la sicurezza alimentare, i diritti umani, pone gravi danni all’ambiente naturale e agli ecosistemi, con il rischio di oltrepassare molteplici confini planetari in modi potenzialmente irreversibili”.

I ricercatori hanno esaminato la scienza climatica pubblicata che ha informato i rapporti più recenti dell’IPCC e i percorsi per limitare il  riscaldamento a 1,5 °C, riscontrando che le soglie sostenibili per la rimozione dell’anidride carbonica dai terreni tramite colture bioenergetiche, la silvicoltura e il ripristino degli ecosistemi, sono significativamente inferiori rispetto alle aspettative di implementazione trasmesse dalla maggior parte dei percorsi presentati nei Rapporti dell’IPCC, una volta che i rischi per la biodiversità e i mezzi di sussistenza umani vengono applicati ai vari scenari.

I livelli di rimozione del biossido di carbonio considerati fattibili a costi ragionevoli dall’IPCC creano rischi elevati per l’agricoltura, i mezzi di sussistenza e l’ambiente – ha osservato Il Paul Leadley, Professore di Ecologia presso il Laboratorio di Ecologia, Sistematica ed Evoluzione presso l’Università Parigi-Saclay e autore principale dei Rapporti dell’IPBES, che ha partecipato allo Studio – Questo perché sul nostro pianeta non c’è abbastanza terra per rimuovere enormi quantità di anidride carbonica: qualcos’altro deve succedere. La biodiversità, l’uso dell’acqua dolce e la sicurezza alimentare dovrebbero essere le questioni che guidano i limiti alla rimozione dell’anidride carbonica piuttosto che le stime attuali dei potenziali tecnici ed economici”.

Soglie di sostenibilità della rimozione di CO2 terrestre (CDR): impronta del territorio e sequestro. La figura illustra che le soglie di sostenibilità di BECCS, A/R e CDR “basate sulla natura” (calcolate sulla base delle impronte precauzionali del territorio e della letteratura recente) sono significativamente al di sotto del potenziale tecnico valutato nel rapporto IPCC-AR6 WGIII (Fonte: Science, 2024).

L’ultimo rapporto sulla mitigazione dell’IPCC (AR6 – WGIII) affronta la questione del raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi, in parte identificando i limiti tecnici ed economici alle opzioni di rimozione del biossido di carbonio. Il limite superiore del tetto proposto per la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio e per l’imboschimento/rimboschimento (mantenimento, miglioramento o piantagione di nuove foreste), potrebbe richiedere la conversione fino a 29 milioni di km2 di terreno – oltre tre volte la area degli Stati Uniti – per le colture o gli alberi bioenergetici. Ciò potrebbe potenzialmente spingere oltre 300 milioni di persone nell’insicurezza alimentare, che equivale quasi all’intera popolazione degli Stati Uniti.

L’analisi degli impegni climatici assunti dagli Stati (NDCs) rivela che entro la fine di questo decennio, i Paesi produrre il doppio della quantità di combustibili fossili rispetto a quanto raccomandato nei percorsi allineati a Parigi dell’IPCC superando il limite di 1,5 °C, ed entro il 2060 utilizzeranno 12 milioni di km2 di superficie terrestre per la rimozione del carbonio dal suolo, vicino alla quantità totale di terreni coltivabili globali attualmente disponibili.  

La rimozione dell’anidride carbonica tramite terreni e foreste non può essere legittimamente utilizzata per compensare le continue emissioni di combustibili fossili – ha sottolineato Kate Dooley, ricercatrice presso la Scuola di Geografia, Scienze della Terra e dell’Atmosfera dell’Università di Melbourne – I piani dei governi sul clima dovrebbero fissare obiettivi separati e trasparenti per la riduzione e l’eliminazione delle emissioni, che limitino la loro e rispettino gli impegni sul clima e sulla biodiversità attraverso il ripristino e il mantenimento degli ecosistemi naturali”. 

Il Documento formula 3 Raccomandazioni ai politici e agli scienziati:
1. Stimare un budget sostenibile per la rimozione del biossido di carbonio (CDR), basato sul limite socio-ecologico;
2. Identificare percorsi praticabili per raggiungere la temperatura di 1,5 °C che non superino le soglie CDR di sostenibilità, con particolare attenzione ai Piani climatici nazionali a breve termine (NDC) previsti per il 2025 nell’ambito del processo UNFCCC;
3. La governance della CDR dovrebbe destinare un’offerta sostenibile limitata agli usi più legittimi
.

Il Documento, inoltre, invita la comunità scientifica a informare il prossimo ciclo di rapporti dell’IPCC, che arriverà nella seconda metà di questo decennio critico per l’azione sul clima. L’identificazione di scenari allineati a Parigi che non oltrepassino i limiti di sostenibilità dovrebbe essere una priorità chiave per il ciclo del settimo rapporto di valutazione dell’IPCC (AR7).

“La crisi climatica e quella della biodiversità sono due facce della stessa medaglia, e la rimozione su larga scala dell’anidride carbonica non risolverà nessuno di questi problemi – ha concluso la Deprez – Se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi climatici, la rimozione del carbonio deve essere attuata con attenzione su una scala molto più piccola di quanto suggeriscono gli attuali piani climatici e la maggior parte degli scenari climatici, e insieme a un’eliminazione graduale rapida, giusta e ordinata dei combustibili fossili”.

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