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Riforestazione: tener conto della riduzione di portata dei fiumi

Un nuovo studio dimostra che la portata dei fiumi i cui bacini siano stati riforestatisi riducono e non si ripristinano nel tempo, indicando la necessità di tener conto nei programmi di riforestazione dell’impatto sulla disponibilità idrica locale, come pure degli effetti dei cambiamenti climatici, nonché di privilegiare le aree degradate dove la conseguente riduzione del flusso idrico è minore e dove le attività di riforestazione aiutano al ripristino della funzionalità dei suoli.

di Fabio Bastianelli

Sebbene piantare alberi costituisca una delle migliori soluzioni per ridurre i livelli di biossido di carbonio nell’atmosfera, poiché gli alberi assorbono e immagazzinano questo gas serra man mano che crescono, si sa che questa soluzione comporta la riduzione della quantità di acqua che scorre nei torrenti e fiumi limitrofi. Quel che non si conosceva era come questo effetto cambi con l’età delle foreste.

Ora, uno Studio pubblicato online il 19 gennaio 2020 su Global Change Biology ha rilevato che il tipo di terreno in cui vengono piantati gli alberi determina il grado di impatto sulla disponibilità di acqua locale.

La riforestazione è parte importante nella lotta ai cambiamenti climatici, ma dobbiamo considerare attentamente i posti più adatti per farlo – ha affermato Laura Bentley, ricercatrice al Dipartimento di Scienze vegetali presso il Conservation Research Institute dell’Università di Cambridge (GB) e principale autrice di “Partial river flow recovery with forest age is rare in the decades following establishmentIn alcuni luoghi, le modifiche alla disponibilità di acqua cambieranno completamente a livello locale il rapporto costi-benefici dei programmi di riforestazione“.

Lo studio ha esaminato 43 siti in tutto il mondo in cui sono state istituite foreste e ha utilizzato la portata fluviale come misura della disponibilità di acqua nella regione. Si è riscontrato che entro 5 anni dalla piantagione di alberi, il flusso fluviale si era ridotto in media del 25%. Dopo 25 anni, la portata era diminuita mediamente del 40% e in alcuni casi i fiumi si erano completamente prosciugati. Le maggiori percentuali di riduzione della disponibilità di acqua si sono verificate in regioni dell’Australia e del Sudafrica.  

Il flusso idrico del fiume – ha dichiarato David Coomes, Professore di Ecologia forestale e Direttore del Conservation Research Institute dell’Università di Cambridge che ha guidato lo Studio – non si riprende dopo aver piantato alberi, anche dopo molti anni, una volta che si sono determinate perturbazioni a livello di bacino e per gli effetti del clima”.

La ricerca ha dimostrato che il tipo di terreno in cui vengono piantati gli alberi determina il grado di impatto sulla disponibilità di acqua locale. Gli alberi piantati su prati naturali dove il terreno è sano riducono significativamente il flusso idrico, mentre su terreni degradati la creazione di foreste aiuta a riparare il suolo in modo che possa trattenere più acqua, riducendo di meno la portata del vicino fiume.

Contrariamente a quanto si potrebbe credere, l’impatto degli alberi sulla portata dei fiumi è minore negli anni più secchi rispetto a quelli più umidi. Quando gli alberi sono stressati dalla siccità, chiudono i pori delle foglie per conservare l’acqua e di conseguenza assorbono meno acqua dal terreno. Quando è più umido gli alberi assorbono più acqua dal terreno e catturano anche l’acqua piovana con le foglie.

I cambiamenti climatici influenzeranno la reperibilità di acqua in tutto il mondo – ha aggiunto la Bentley – Studiando come la forestazione influisca sulla disponibilità di acqua, possiamo lavorare per ridurre al minimo qualsiasi conseguenza locale per le persone e l’ambiente. L’obiettivo è di favorire la migliore comprensione di come sarà un mondo con una copertura forestale aumentata“. 

La ricerca è stata finanziata dalla IUNC (Unione internazionale per la conservazione della natura) e dal Consiglio britannico per la ricerca sull’ambiente naturale (NERC).

In copertina: Il letto di un fiume poco profondo nel Parco Forestale Buderim (Queensland, Australia). Fonte: Laura Bentley

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