Risorse e rifiuti Sostenibilità

Riciclo Rifiuti: l’Italia si conferma tra le eccellenze europee

Nel corso della Conferenza “Le nuove frontiere del riciclo in Italia”, promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FoSS), in collaborazione con Conai e Pianeta2030, il mensile del Corriere della Sera, e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), dell’ISPRA e del SNPA, è stato presentato l’annuale Rapporto “Il Riciclo in Italia” edizione 2023, realizzato dalla FoSS in collaborazione con i settori industriali coinvolti.

L’Italia è fra i Paesi europei con le migliori performance, sia per la preparazione al riutilizzo e il riciclo dei rifiuti urbani e sia per quelli dei rifiuti di imballaggio. Il tasso di riciclo dei rifiuti, speciali e urbani, ha raggiunto il 72% (a fronte di una media europea del 58%), con punte di eccellenza per gli imballaggi: 10,5 milioni di tonnellate di imballaggi avviate nel 2022 a recupero di materia (erano 9,3 nel 2018), 2 punti sopra al target del 70% previsto dall’UE al 2030.

È quanto emerge dal Rapporto “Il Riciclo in Italia” edizione 2023, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FoSS), in collaborazione con i settori industriali coinvolti, e  presentato anche  in streaming il 14 dicembre 2023 nel corso della Conferenza “Le nuove frontiere del riciclo in Italia”, promossa dalla FoSS, in collaborazione con Conai e Pianeta2030, il mensile del Corriere della Sera, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), dell’ISPRA e del SNPA.

Nel 2023, la Commissione europea in collaborazione con l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato le segnalazioni preventive sui progressi dei 27 Paesi membri dell’UE verso gli obiettivi del 2025 per il riciclo dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, come stabilito rispettivamente dalla Direttiva Quadro sui Rifiuti e dalla Direttiva sugli Imballaggi e sui Rifiuti di Imballaggio. L’analisi (Early warning assessment related to the 2025 targets for municipal waste and packaging waste) ha concluso che 10 Paesi membri rischiano di non centrare gli obiettivi di riciclo dei rifiuti urbani (55%) e dei rifiuti di imballaggio (65%) nel 2025. Altri 8 potrebbero non raggiungere l’obiettivo di riciclo dei rifiuti urbani, ma sono sulla buona strada per arrivare all’obiettivo di riciclo del totale dei rifiuti di imballaggio nel 2025. L’Italia è uno dei 9 Paesi che sembra essere nella direzione giusta per cogliere gli obiettivi del 55% di preparazione al riutilizzo e il riciclo dei rifiuti urbani e del 65% di riciclo dei rifiuti di imballaggio nel 2025, nonché riguardo ai rifiuti di imballaggio specifici per ogni materiale, a eccezione degli imballaggi in plastica.

L’Italia deve fare, comunque, un salto di qualità nella circolarità della sua economia, molto importante sia per la competitività economica di un Paese grande importatore di materie prime, sia per ridurre i suoi impatti  climatici e ambientali, senza sedersi sui positivi risultati raggiunti, ma  deve fare ulteriori passi avanti nel riciclo dei rifiuti, recuperando i ritardi che permangono in alcune filiere (come i RAEE), sviluppando nuovi settori (come il riciclo delle batterie e dei pannelli solari), rafforzando i mercati delle materie prime seconde in modo che si riduca il consumo di materie prime primarie e sviluppando alcune innovazioni in alcune filiere (come il riciclo chimico delle plastiche).

Il 18 dicembre 2023 il Consiglio europeo dei Ministri dell’Ambiente avvierà la concertazione finale per l’approvazione definitiva del nuovo Regolamento sugli imballaggi, dopo che il Parlamento Europeo del 22 novembre 2023 ha introdotto emendamenti alla proposta della Commissione, ponendo nuove sfide per rafforzare il riciclo puntando ad aumentare il riutilizzo di imballaggi riutilizzabili, quando tale riutilizzo è fattibile e comporta un  significativo vantaggio ambientale. Non viene imposto come unico modello quello basato sul deposito cauzionale, consentendo modelli diversi, con elevate performance, come quello del CONAI-Consorzi di filiera, basato sul contributo ambientale pagato dai produttori e dagli utilizzatori.

“L’anno che sta per concludersi non è stato un anno facile per l’industria del riciclo in Italia: i costi ancora alti dell’energia, le difficoltà di mercato di diverse materie prime seconde e l’incertezza generata da alcune misure contenute nella proposta iniziale del Regolamento imballaggi hanno contribuito ad alimentare preoccupazioni per molte imprese del settore – ha sottolineato Edo Ronchi, Presidente della FoSS che ha coordinato la stesura del Rapporto  Il quadro si va però schiarendo e migliorando anche perché il settore è ormai consolidato e resiliente. Le iniziative prese presso le istituzioni europee, con proposte e argomentazioni non solo di settore, ma di interesse generale, hanno inciso e si ritrovano in alcuni degli emendamenti approvati dal Parlamento europeo che ha fatto un buon lavoro.  Il nuovo Regolamento va sostenuto e applicato”.

Le filiere del riciclo
Il Rapporto evidenzia le performance di 19 filiere del riciclo, con il riciclo degli imballaggi che ha mantenuto un buon andamento e i tassi di recupero dei rifiuti d’imballaggio si sono assestati ormai su livelli di avanguardia in Europa: carta, vetro e acciaio primeggiano con un tasso di riciclo dell’81%. Gli imballaggi in legno hanno aggiunto un tasso di riciclo del 63%, più del doppio rispetto al 30% previsto dall’ Ue al 2030 e il 97% del materiale legnoso riciclato in Italia viene trasformato in pannelli truciolari utilizzati dall’industria- del mobile e dei complementi d’arredo. Gli imballaggi in alluminio hanno un tasso di riciclo del 74%, bel oltre il 60% previsto dall’Ue per il 2030 e in Italia si produce solo alluminio secondario da riciclo.  Mentre il tasso di riciclo degli imballaggi in plastica è al 48,6% rispetto all’ obiettivo EU al 2030 del 50% e il tasso di intercettazione delle bottiglie in Pet è del 68% lontano dal 77% previsto per il 2030.  L’Italia detiene il primato nel riciclo di rottami ferrosi in Europa (18,6 mln ton nel 2022) con il quali produce l’85% del suo acciaio e gli italiani insieme ai tedeschi sono i più ricicloni d’Europa per gli imballaggi con 160Kg/anno a testa

Per quanto riguarda altre filiere si registrano scenari differenti. Situazione ancora critica per i RAEE con un tasso di riciclo del 34% contre l’obiettivo del 65% al 2019. Mentre sono buone le performances per gli inerti da costruzione e demolizione che hanno raggiunto un tasso di recupero dell’80% ben superiore all’ obiettivo del 70%; sono state avviate a rigenerazione, inoltre, 178 kt di oli minerali usati, pari a circa il 98% del raccolto rispetto al 61% dell’UE. Il tasso di riciclo di pile accumulatori portatili è del 33,5% in lieve calo rispetto al 2021

Il mercato delle materie prime seconde e le innovazioni tecnologiche
Il mercato delle materie prime seconde attraversa un momento particolare: tensioni internazionali e fluttuazioni dei prezzi incidono in maniera sempre più significativa. Per alcuni materiali come i rottami di vetro o quelli ferrosi la domanda è elevata e il vantaggio economico è netto anche se un improvviso balzo dei prezzi del rottame di vetro ha messo in difficoltà il settore. Per altri come le plastiche da riciclo, le difficoltà sono maggiori perché la domanda non è molto elevata e la concorrenza dei polimeri vergini è più forte. Per alcuni materiali, poi, come gli aggregati riciclati di qualità o gli asfalti modificati con materiale da riciclo – le difficoltà di mercato derivano anche da barriere normative o da resistenze all’impiego. Altre difficoltà di mercato per alcune MPS derivano anche da procedure che regolano la cessazione della qualifica di rifiuto, dopo un trattamento di riciclo (End of waste) che durano anni e che sono di complessa applicazione.

Secondo un’indagine pubblicata all’inizio dell’anno dall’Agenzia Europea dell’Ambiente su otto mercati di materie prime seconde in Europa emerge che solo 3 funzionano correttamente (alluminio, carta, vetro), mentre altri 5 (legno, plastica, rifiuti organici, rifiuti da costruzione e demolizione e tessili) “non sono ben funzionanti”:

Le innovazioni tecnologiche dovranno essere la chiave per sviluppare le potenzialità delle MPS. Molte sono le novità, ma è necessario superare la fase della progettazione e sperimentazione per raggiungere la piena maturità. C’è bisogno di nuove tecnologie di riciclo chimico per la plastica. Per far fronte alla domanda crescente di batterie che aumenterà di 14 volte al 2030, occorreranno tecniche avanzate per aumentare le quantità riciclate di rame, litio, nichel e cobalto provenienti dalle batterie esauste. Per aumentare la quota di pneumatici riciclati in quelli nuovi servono nuove tecnologie di riciclo e vulcanizzazione e l’elenco potrebbe continuare con il riciclo di parte delle auto, con quello di molti prodotti tessili o dei fanghi di depurazione.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.