Circular economy

Materiali riciclati: molti mercati sono in difficoltà nell’UE

Secondo una valutazione dell’Agenzia Europea dell’Ambiente degli 8 materiali riciclati più comuni, solo l’alluminio, la carta e il vetro hanno mercati secondari ben funzionanti, mentre per gli altri 5 (legno, plastica, rifiuti organici, aggregati di rifiuti da costruzione e demolizione e rifiuti tessili) i cui mercati non funzionano bene, incidono la mancanza di standardizzazione e la concorrenza con i materiali nuovi.

Le ambizioni dell’Europa per un’economia circolare richiedono la tempestiva fornitura di materie prime riciclate di buona qualità ai produttori. Tuttavia, degli otto materiali riciclabili più comuni, solo l’alluminio, la carta e il vetro hanno mercati secondari ben funzionanti. La mancanza di standardizzazione e la concorrenza con nuovi materiali sono tra le sfide per gli altri mercati, come quelli del legno, delle plastiche e del tessile.

Lo rileva la valutazione Investigating Europe’s secondary raw material markets” (Indagine sui mercati delle materie prime secondarie in Europa) condotta dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) e pubblicata il 26 gennaio 2023, che presenta una serie di criteri per analizzare il funzionamento dei mercati delle materie prime secondarie riciclate

Applicando i criteri di valutazione su 8 mercati comuni di materiali secondari, l’AEA conclude che solo 3 di questi – alluminio, carta e vetro – hanno un buon funzionamento, fornendo informazioni credibili e continue alle parti interessate del mercato, sono internazionali e aperti e i materiali riciclati hanno una quota di mercato significativa, rispetto alle materie prime.

Viceversa, i 5 mercati delle materie prime secondarie che non funzionano bene includono legno, plastica, rifiuti organici, aggregati di rifiuti da costruzione e demolizione e tessuti

Il Piano d’azione per l’economia circolare, uno dei principali strumenti del Green Deal europeo, adottato dalla Commissione UE, ha indicato alcune azioni per garantire il buon funzionamento del mercato interno dell’UE per le materie prime secondarie, tra cui:
– l’introduzione di obblighi concernenti il contenuto riciclato nei prodotti, per prevenire squilibri tra offerta e domanda di materie prime secondarie e garantire un’espansione regolare del settore del riciclaggio;
– il rafforzamento del ruolo della normazione;
– la valutazione della fattibilità di istituire un osservatorio del mercato per le materie secondarie fondamentali;
i criteri volti a definire quando un rifiuto cessa di essere tale (EoW) per determinati flussi di rifiuti.

Secondo l’analisi dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, nei mercati delle materie seconde che non funzionano i principali problemi consistono in ridotte dimensioni rispetto alle materie prime, domanda debole e mancanza di specifiche comuni, che riducono la qualità dei materiali per uso industriale. Inoltre, alcuni materiali devono affrontare sfide specifiche.

Fonte: AEA

Per esempio, una delle sfide principali, secondo le aziende che desiderano utilizzare plastica riciclata, consiste nel trovare sufficienti e stabili volumi di plastica riciclata alla giusta qualità. Alcune imprese segnalano anche la mancanza di criteri di cessazione di rifiuto (EoW) che crea condizioni di ambiguità.

Al riguarda si segnala che la Commissione ha portato a termine l’attività di scoping, pubblicando lo Studio del Centro Comune di Ricerca (JRC) per l’individuazione di alcuni flussi di rifiuti classificati in base al loro potenziale complessivo per l’ulteriore sviluppo di criteri per l’EoW con maggiori potenzialità, che per le plastiche da rifiuti sono risultati:
– polietilene tereftalato (PET);
– polietilene a bassa ed alta densità (LDPE e HDPE):
rifiuti plastici misti;
– polistirene e polistirene espanso (PS e EPS);
– polipropilene (PP).

Oltre a riconoscere la necessità di maggiori informazioni per consentire un monitoraggio e una valutazione adeguati dello sviluppo dei mercati, il Rapporto dell’AEA presenta diverse opzioni per superare le barriere del mercato per le materie prime riciclate, tra cui:
incentivi per progettare prodotti più facili da riciclare;
rafforzamento degli obiettivi di riciclaggio;
– aumento del contenuto riciclato nei nuovi prodotti
;
standard tecnici per i materiali riciclati;
– utilizzo delle tasse per livellare la concorrenza sui prezzi con le materie prime primarie
.

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