Circular economy Sostenibilità

Packaging ecosostenibile tutto italiano con i fagioli di scarto

packaging ecosostenibile con fagioli di scarto

Un nuovo astuccio realizzato con parte degli scarti di lavorazione dei fagioli, totalmente riciclabile e certificato FSC. È la nuova frontiera del packaging alimentare ecologico: riutilizzare i materiali di scarto in un ciclo virtuoso che da rifiuto li trasforma in risorsa.

L’innovativo imballaggio è stato sviluppato grazie ad un progetto di ricerca congiunto che ha coinvolto Pedon, tra i big player mondiali di distribuzione di prodotti alimentari all’ingrosso, Favini, cartiera vicentina conosciuta per utilizzare gli scarti di lavorazione agro-industriali per la produzione di carta ecologica, e LucaPrint che opera nel settore grafico cartotecnico da più di sessant’anni.

Il progetto “etico” chiamato Save the Waste consiste nella creazione di una carta sostenibile e riciclabile ottenuta dagli scarti di lavorazione dei fagioli, certificata per il contatto diretto con gli alimenti: una novità assoluta nel mercato, presentata in occasione di Expo Milano 2015 durante il Convegno “Facciamo luce sul ruolo del packaging nella lotta agli sprechi alimentari”.

La materia prima proviene dalla selezione delle sementi di fagioli garantite NO OGM coltivate da migliaia di famiglie di agricoltori all’interno di programmi per lo sviluppo economico e agricolo. Un accordo di coltivazione realizzato in collaborazione con la Cooperazione Italiana allo Sviluppo, siglato nel 2013 da ACOS Ethiopia PLC, società del Gruppo Pedon, con due Unions (le cooperative agricole che lavorano nello stato di Oromia della Repubblica Federale di Etiopia), con l’obiettivo di promuovere filiere etiche e sostenibili, permettendo agli agricoltori etiopi di partecipare in modo attivo al miglioramento della qualità dei loro prodotti, nel rispetto degli standard internazionali di produzione e di un rigoroso approccio di filiera, e di contribuire alla loro commercializzazione.

Non ci sono però solo implicazioni etiche e sociali in questo progetto. Grazie alla tecnologia sviluppata da Favini, Carta Crush (questo è il nome) riduce del 15% l’impiego di cellulosa vergine proveniente da alberi e diminuisce del 20% l’emissione di gas effetto serra. “Il risultato – spiega Luca Zocca, marketing manager dell’azienda – è una carta da eco-packaging Ogm free e certificata FSC, che racchiude il 30% di fibra riciclata post-consumo e che può stare a contatto diretto con il prodotto, eliminando così la busta interna al pack”.

La nuova confezione, che Pedon utilizzerà per imballare la Lenticchia Pedina in distribuzione sugli scaffali dal primo ottobre, sarà stampata con inchiostri ecologici, mentre la finestra trasparente sarà realizzata con il Pla (l’acido polilattico), ovvero un polimero di origine vegetale biodegradabile, così da rendere il packaging eco-sostenibile e al 100% riciclabile. Inoltre, l’energia utilizzata lungo l’intero processo, dalla produzione della carta al confezionamento, proviene da fonte rinnovabile.

Grazie a questo sistema – continua Zocca – siamo passati da un modello produttivo lineare ad un modello economico virtuoso e circolare che sfrutta esperienza, tecnologia ed innovazione per realizzare nuovi prodotti dal minimo impatto ma dagli enormi risvolti, ambientali e sociali: gli scarti di lavorazione che prima gettavamo, come ad esempio i fagioli troppo piccoli oppure danneggiati, possono essere reinseriti nel ciclo produttivo per realizzare il packaging sostenibile, riciclabile e certificato. Lo stiamo proponendo alle più importanti catene della GDO di tutto il mondo con le quali abitualmente collaboriamo e fino ad ora abbiamo ricevuto degli ottimi feedback”.

Ogni confezione venduta, inoltre, vedrà destinati quindici centesimi al progetto Every One, la campagna globale lanciata nel 2009 da Save The Children per combattere la mortalità infantile e garantire salute e assistenza a mamme e bambini in trentotto Paesi del mondo.

Gli obiettivi di lungo periodo dell’azienda sono quelli di estendere questo format anche ad altre confezioni (ad esempio quelle della linea a marchio del produttore “Dalla buona terra”), proporre il nuovo packaging alla GDO per le confezioni di private label e studiare nuovi pack a base di altri legumi secchi. “La ricerca non si ferma qui – conclude Zocca – stiamo testando se anche altri legumi, come ad esempio la lenticchia, si prestano alla realizzazione di confezioni riciclabili. Se i riscontri saranno positivi potremo creare una vera e propria filiera alternativa per i nostro scarti dalla produzione di legumi negli impianti di tutto il mondo”.

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