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Earth Overshoot Day 2023: dal 2 agosto l’umanità vive in debito

Quest’anno l’Earth Oveshoot Day ovvero il giorno in cui la popolazione mondiale supera la quantità di risorse che il nostro Pianeta è in grado di generare, sulla base dei calcoli della Global Footprint Network, cade il 2 agosto, e per l’Italia è già stato anticipato il 15 maggio, tanto che se tutti gli abitanti del mondo avessero lo stesso stile di vita degli italiani ci sarebbe bisogno di 2,7 Terre. La Slovenia, primo Paese dell’UE ad adottare l’impronta ecologica quale indicatore delle sue politiche ambientali, ospita un evento celebrativo di alto livello per discutere le implicazioni dell’overshoot.

Cade il 2 agosto l’Earth Overshoot Day 2023, ovvero il giorno in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse biologiche che gli ecosistemi naturali possono rinnovare nel corso dell’intero anno ed entra in debito ecologico.

A calcolare l’Earth Overshoot Day è il Global Footprint Network, un’Organizzazione di ricerca internazionale che si occupa di sviluppare e promuovere strumenti volti ad accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile, sulla base dell’indicatore ambientale “impronta ecologica” che misura la quantità di suolo e di mare biologicamente produttivi che servirebbero per generare le risorse consumate dalla popolazione e assorbire i suoi rifiuti e emissioni, confrontandola con la “biocapacità” della Terra di rigenerarle in un anno.

Proprio come un estratto conto bancario tiene traccia delle entrate rispetto alle spese, il Global Footprint Network misura la domanda di una popolazione e l’offerta di risorse e servizi da parte degli ecosistemi. Questi calcoli servono quindi come base per stabilire l’Earth Overshoot Day.

Dal lato dell’offerta, la biocapacitàdi una città, di uno stato o di una nazione rappresenta la sua area terrestre e marittima biologicamente produttiva, comprese le terre forestali, i pascoli, i terreni coltivati, le zone di pesca e i terreni edificati.

Dal lato della domanda, limpronta ecologicamisura la domanda di una popolazione di prodotti alimentari e fibre vegetali, bestiame e prodotti ittici, legname e altri prodotti forestali, spazio per infrastrutture urbane e foresta per assorbire le emissioni di anidride carbonica dai combustibili fossili.

La metodologia si basa sull’ultima edizione dei Conti Nazionali dell’Impronta e della Biocapacità, che presenta inevitabilmente un “divario temporale” con l’ora attuale a causa delle procedure di rendicontazione delle Nazioni Unite. Per colmare questo “divario” e determinare l’Earth Overshoot Day per l’anno in corso, il Global Footprint Network stabilisce linee di tendenza dai dati del National Footprint and Biocapacity Accounts ed estende tali linee di tendenza all’anno in corso. Ove possibile, i dati più recenti (Global Carbon Project, International Energy Agency (IEA), ecc.) sono incorporati per rafforzare la valutazione per gli anni “gap”. Il rapporto di ricerca scaricabile documenta questi set di dati e la metodologia.

Il risultato di tutte le estrapolazioni dei dati e dei fattori analizzati ha concluso che l’Earth Overshoot Day 2023 arriva il 2 agosto, A prima vista il posticipo di 5 giorni rispetto al 2022 (28 luglio) sarebbe una buona notizia, ma un giorno soltanto è attribuibile alle condotte più virtuose messe in campo mediamente dai 180 Paesi monitorati; mentre gli altri 4 giorni di “slittamento” sono dovuti a un aggiornamento delle modalità di misurazione del nostro “debito planetario”, reso possibile dall’integrazione di set di dati migliorati nella nuova edizione di calcolo.

Tant’è che, come sottolinea il Global Footprint Network, negli ultimi 5 anni la tendenza si è appiattita. Per raggiungere l’obiettivo dell’IPCC delle Nazioni Unite di ridurre le emissioni di carbonio del 43% in tutto il mondo entro il 2030 rispetto al 2010, sarebbe necessario spostare l’Earth Overshoot Day di 19 giorni all’anno per i prossimi sette anni.

Ma non tutti i Paesi depredano con la stessa intensità. L’Italia ha raggiunto Overshoot day 2023 il 15 maggio, prima ancora della metà dell’anno. L’impronta ecologica media di un italiano, pari a circa 4,3 ettari globali, viene divisa per la biocapacità media mondiale, cioè 1,6 ettari globali. Il risultato di questa divisione è 2,68: ciò significa che, se tutti avessero il nostro stesso stile di vita, avremmo bisogno di quasi 2,7 pianeti.

A pesare notevolmente sull’impronta ecologica del nostro Paese sono il settore alimentare (31% del totale), con gli sprechi alimentari che se fossero dimezzati potrebbe far avanzare di 13 giorni l’Overshoot day dell’Italia, e i trasporti (25% del totale).

Il persistente superamento porta a sintomi sempre più evidenti, tra cui insolite ondate di calore, incendi boschivi, siccità e inondazioni, con il rischio di compromettere la produzione alimentare -ha avvertito Steven Tebbe, CEO di Global Footprint Network – Ciò sottolinea l’interesse per le città, i paesi e le entità commerciali a promuovere la sicurezza delle proprie risorse se vogliono prosperare. Anche il mondo ne trarrebbe beneficio. Il rischio più grande, a parte il superamento ecologico in sé, è quello di ignorare l’attuale crisi climatica ed ambientale. Le entità che agiscono ora non si limitano a salvaguardare l’ambiente, ma preparano la loro economia e il benessere dei cittadini all’imminente futuro”.

Ci sono soluzioni per invertire il superamento ecologico e sostenere la rigenerazione biologica. La Piattaforma Power of Possibility, lanciata l’anno scorso dal Global Footprint Network, mostra numerosi esempi classificati secondo 5 principali pilastri di intervento: biosfera sanaenergiacibocittà popolazione.
Ad esempio: l’aumento delle fonti globali di elettricità a basse emissioni di carbonio dal 39% al 75% sposterebbe la data (#MoveTheDate) di 21 giorni; dimezzare gli sprechi alimentari di 13 giorni; coltivare alberi insieme ad altre colture sullo stesso terreno, nota anche come coltura consociata, sposterebbe la data di 2,1 giorni

L’Earth Overshoot Day di quest’anno sarà celebrato il 1° agosto 2023 a Lubiana, dove avrà luogo un evento di alto livello per discutere le implicazioni dell’overshoot, organizzato dal Ministero dell’Ambiente, del Clima e dell’Energia della Slovenia, in collaborazione con Global Footprint Network, che vedrà la presenza, tra gli altri, di Janez Potočnik, Co-Presidente dell’International Resource Panel,e di Razan Al Mubarak Campionessa di alto livello delle Nazioni Unite per la Presidenza della Conferenza ONU sui Cambiamenti Climatici – COP28  (Dubai, 30 novembre – 12 dicembre 2023) e Presidente  della dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUNC),

L’Overshoot è una minaccia per il successo a lungo termine della Slovenia che ha adottato, primo paese dell’UE, un obiettivo di riduzione dell’impronta ecologica – ha affermato Bojan Kumer, Ministro sloveno dell’ambiente, del clima e dell’energia – utilizzando questo indicatore come strumento utile per orientare la politica ambientale” .

La Strategia di sviluppo slovena 2030 include l’Impronta ecologica tra gli indicatori di performance e prevede di ridurla del 20% entro il 2030. L’impronta ecologica è anche inserita nel Programma Nazionale per la Protezione dell’Ambiente al 2030 e viene monitorata su base annuale. Inoltre, la Slovenia ha incluso l’Impronta ecologica come indicatore raccomandato nella metodologia per la pianificazione dello sviluppo regionale e 6 delle 12 regioni slovene l’hanno inclusa nella loro pianificazione regionale.

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