Energia Fonti fossili

Via libera, con raccomandazioni, al nuovo “eldorado”

via libera con raccomandazioni al nuovo eldorado

L’Unione europea pronta a seguire l’esempio che ha permesso di ridurre la bolletta energetica degli Stati Uniti tramite lo sfruttamento del gas di scisto, ma il territorio del vecchio Continente non è come la “frontiera” americana.

La notizia che la Commissione UE avrebbe richiesto ampie consultazioni pubbliche e la valutazione di impatto ambientale a quei Paesi che volessero intraprendere attività di estrazione del gas di scisto su propri territori, era stata anticipata la settimana scorsa da EurActiv, mettendo in allarme Governo e media britannici, che intravedevano in una simile presa di posizione una minaccia per gli investimenti in corso da parte di società del settore energetico per lo sfruttamento dello shale gas nella regione centro-settentrionale del Paese.
Le preoccupazioni, però, sono risultate eccessive, dal momento che la Commissione UE non ha scelto la strada di una Direttiva, bensì quella della Raccomandazione che di fatto dà il via libera ad “intraprendere le attività di prospezione per i combustibili fossili non convenzionali“.
La Commissione UE, infatti, “invita” gli Stati membri ad “assicurare che siano poste in atto adeguate misure di salvaguardia dell’ambiente e del clima per il ‘fracking’, la tecnica di fatturazione utilizzata in particolare nelle operazioni di gas di scisto. Oltre a gettare le basi per la creazione di condizioni paritarie per gli operatori del settore e a definire un quadro più chiaro per gli investitori, la raccomandazione dovrebbe aiutare tutti gli Stati membri che intendono utilizzare questa tecnica a far fronte ai rischi ambientali e per la salute e a garantire una maggior trasparenza per i cittadini”.

Mentre il gas naturale è intrappolato in rocce-serbatoio sotterranee, il gas di scisto, sebbene sia anch’esso un gas naturale, è racchiuso in rocce che devono essere fratturate affinché possano rilasciarlo. L’UE non vanta molta esperienza nella fratturazione idraulica ad alto volume su vasta scala e ad alta intensità. Tale tecnica comporta l’iniezione di elevati volumi di acqua, sabbia e sostanze chimiche in un pozzo di trivellazione, in modo da fratturare la roccia e facilitare l’estrazione del gas.
Finora l’Europa si è concentrata essenzialmente sulla fratturazione idraulica a basso volume per l’estrazione di gas convenzionali e di gas da sabbie compatte (tight gas), per lo più con perforazione di pozzi verticali, che costituiscono solo una piccola parte delle operazioni condotte dall’UE nel settore degli idrocarburi.
Nel Nord America si è fatto ampio ricorso alla fratturazione idraulica ad alto volume, tant’è che gli operatori del settore cercano di sperimentare ulteriormente questa tecnica in Europa.
La gestione dell’impatto ambientale e dei rischi deve essere adeguata, dal momento che per ottenere la stessa quantità di gas prodotta dai pozzi convenzionali è necessario trivellare un’area più estesa, occorre valutare e mitigare adeguatamente gli impatti cumulativi.
Il fatto che gran parte della normativa ambientale dell’Unione sia precedente all’introduzione della tecnica di fratturazione idraulica spiega perché le norme vigenti non tengano debitamente conto di alcuni aspetti ambientali, cosa che ha destato preoccupazione nell’opinione pubblica, spingendola a chiedere l’intervento della Commissione UE.
Non è del tutto casuale, tuttavia, che la Raccomandazione abbia preceduto di qualche ora la proposta del nuovo Pacchetto “Energia e Clima” con cui la Commissione ha cercato di mediare tra le varie posizioni, in merito agli obiettivi di riduzione delle emissioni, di percentuali di produzione finale di energia da fonti rinnovabili e quelli per l’efficienza energetica.
Probabilmente si è cercato di accontentare quegli Stati indisponibili ad obiettivi vincolanti per le rinnovabili (Gran BretagnaPoloniaRepubblica Ceca), lasciandoli liberi di intraprendere lo sfruttamento dei giacimenti di gas di scisto.

La Raccomandazione, inoltre, è accompagnata da una Comunicazione che passa in rassegna le opportunità e le sfide legate all’utilizzo della fratturazione idraulica (fracking) per l’estrazione degli idrocarburi.
In alcune parti d’Europa il gas di scisto sta sollevando speranze, ma anche timori – ha dichiarato il Commissario UE per l’Ambiente Janez Potočnik  – La Commissione risponde agli inviti ad agire con i principi minimi a cui gli Stati membri sono invitati ad attenersi per dare una risposta alle preoccupazioni per l’ambiente e la salute e offrire agli operatori e agli investitori la prevedibilità di cui hanno bisogno”.

Basandosi sulla normativa europea esistente e, se necessario, integrandola, la Raccomandazione invita gli Stati membri in particolare a:
– pianificare gli sviluppi e valutare i possibili effetti cumulativi prima di concedere le autorizzazioni;
– valutare attentamente gli impatti e i rischi ambientali;
– assicurarsi che l’integrità del pozzo soddisfi le norme e sia all’altezza degli standard di best practice;
– verificare la qualità dell’aria, dei terreni e delle risorse idriche locali, prima di avviare le operazioni, al fine di monitorare eventuali variazioni e affrontare le emergenze;
– controllare le emissioni atmosferiche, comprese le emissioni di gas a effetto serra, tramite la cattura dei gas;
– informare il pubblico sulle sostanze chimiche utilizzate nei singoli pozzi;
– assicurare l’applicazione delle migliori pratiche da parte degli operatori per l’intera durata dei processi in tutto il progetto.

La Commissione continuerà a facilitare lo scambio di informazioni con gli Stati membri, gli operatori del settore e le organizzazioni della società civile sulle prestazioni ambientali dei progetti concernenti l’estrazione di gas di scisto.
Gli Stati membri dell’UE sono invitati ad applicare i principi entro sei mesi e a informare ogni anno la Commissione sulle misure che hanno messo in atto. La Commissione controllerà l’applicazione della Raccomandazione, con un quadro comparativo a disposizione del pubblico, in cui farà un raffronto tra le situazioni esistenti nei diversi Stati membri, riesaminando l’approccio tra 18 mesi.

Resta il fatto che il territorio europeo è fortemente antropizzato e non presenta le caratteristiche della “frontiera” americana!

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