Energia Fonti rinnovabili

IRENA: nelle rinnovabili gli occupati potrebbero superare i 16 milioni di unità

IRENA nelle rinnovabili occupati potrebbero superare i 16 milioni

Un Rapporto dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili, che riunisce per la prima volta tutti i dati certi sull’occupazione nelle rinnovabili, mostra la potenzialità del settore e il suo contributo al superamento della crisi economica.

L’Agenzia Internazionale per le Energie rinnovabili (IRENA) nel corso del World Future Energy Summit, svoltosi ad Abu Dhabi (20-22 gennaio 2014) ha rilasciato un pionieristico Rapporto dal titolo: “Renewable Energy and Jobs”.
Si tratta del primo studio globale di questo tipo, che riunisce tutti i dati aggiornati sull’occupazione del settore, nonché raccomandazioni per i decisori politici.
In un mondo che vuole riprendersi dalla crisi economica e ridurre gli elevati tassi di disoccupazione, il numero di posti di lavoro che possono essere creati attraverso lo sviluppo delle energie rinnovabili è un dato importante che deve essere tenuto in considerazione dai decisori politici – ha affermato Adnan Z. Amin, Direttore generale di IRENA – È fondamentale liberare tutto il potenziale della capacità umana per affrontare la sfida dell’economia energetica verde. Questo sarà il prossimo pilastro della crescita sostenibile”.

Il Rapporto evidenzia che al 2012 erano 5.729.000 gli occupati, distribuiti essenzialmente in Cina (1.747.000), Brasile (833.000), Unione europea (691.000), Stati Uniti (612.000) e India (391.000).

Le differenze di occupati tra i vari Paesi si evidenziano in particolare a livello di tecnologia:
– nella produzione dei biocarburanti c’è il maggior numero di occupati (1.379.000), con il Brasile che ne assorbe quasi il 60%, seguito dagli USA, oltre 200.000;
– il solare fotovoltaico ne occupa 1.360.000, con Cina (300.000 posti) e Unione europea (212.000) su tutti gli altri Paesi;.
– nel solare termico sono 892.000 gli occupati, concentrati con oltre il 90% in Cina;
– nell’eolico sono 753.000, con la Cina ancora in testa con 267.000 occupati, e l’Unione europea a seguire con 124.000;
– lo stesso numero di posti di lavoro (753.000) si registra nelle biomasse, con 266.000 in Cina, 178.000 nell’Unione europea e 152.000 negli USAPaesi questi che si distinguono nettamente da tutti gli altri;
– molto più distanti per numero di occupati, si collocano biogas (266.000), con Cina e India quasi al 70%; geotermia (180.000), in cui primeggiano Unione europea e Stati Unitimini idroelettrico (109.000); solare a concentrazione (37.000).
Per assenza di dati attendibili sono stati esclusi dal conteggio il grande idroelettrico e le biomasse tradizionali.

Questo nuovo Rapporto aiuta a colmare un gap di conoscenza in termini di specifico lavoro di analisi e prove empiriche su scala globale, che finora ha costituito un limite – ha dichiarato Rabia Ferroukhi, Senior Programme Officer di IRENA e principale autore del Rapporto – La nostra relazione crea una maggiore comprensione di come le energie rinnovabili generino occupazione e ricchezza. Si tratta di un importante passo avanti per scelte politiche consapevoli in questo importante settore“.

Secondo gli analisti del Rapporto al 2030 si potrebbe raggiungere la cifra di circa 16,7 milioni, tra occupati diretti e indiretti, se si consolidasse la roadmap prevista da IRENA di raddoppiare la quota di energia solare, energia eolica, idroelettrica e quella geotermica del 30%, del mix energetico globale 2030.
Di questi, 9,7 milioni sarebbero occupati nelle bioenergie, 2,1 milioni nel settore dell’energia eolica, 2 milioni nel solare fotovoltaico, 1,8 milioni nel solare termico, 0,6 milioni in piccoli impianti idroelettrici, e 0,5 milioni nelle altre tecnologie verdi, come gas delle discariche o energia geotermica.
Se si proseguisse con gli attuali trends, il numero di posti nelle rinnovabili salirebbero, comunque, a 9,5 milioni, riflettendo i mutamenti regionali nella produzione di energia rinnovabile, i riallineamenti del settore, la crescente concorrenza delle esportazioni e le variazioni di orientamento politico.
Si indicano anche raccomandazioni-chiave per rafforzare la futura creazione di posti di lavoro nel settore, tra cui: un mix di politiche adeguate alle condizioni e alle priorità specifiche per ogni singolo Paese; lungimiranti politiche di istruzione e formazionepolitiche energetiche dedicate alle rinnovabili fuori rete per creare posti di lavoro e stimolare la crescita nelle economie rurali.
Il Rapporto osserva, infine, che i progetti di energia rinnovabile nei Paesi in via di sviluppo potrebbero aiutare, in particolare, le donne a sfuggire alla povertà, aggiungendo che “la creatività e le intuizioni delle donne continuano a rimanere sotto-utilizzate nel settore delle energie rinnovabili“. Per dare supporto a questa ingiustificata differenza occupazionale di genere, anche nei Paesi sviluppati, viene citato un Rapporto di Enel Green Power.

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