Cambiamenti climatici

Neve: mai così poca sulle Alpi negli ultimi 600 anni

Uno studio scientifico, condotto da un team di ricercatori dell’Università di Padova e dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISAC) di Bologna, che ha ricostruito la durata della neve sulle Alpi tramite gli anelli di accrescimento del ginepro prostrato che vive oltre i 2.000m di altitudine, rivela che il manto nevoso nell’ultimo secolo si è accorciato di oltre un mese.

La neve sta diventando sempre più effimera nelle nostre Alpi. Nonostante la tipica variabilità che conosciamo bene tra un inverno e il successivo, quello che stiamo sperimentando negli ultimi decenni è qualcosa che non si era mai riscontrato da prima della scoperta delle Americhe. In pratica, nell’ultimo secolo la durata del manto nevoso si è accorciata di oltre un mese.

È quanto emerge dall’articoloRecent waning snowpack in the Alps is unprecedented in the last six centuries” pubblicato il 12 gennaio 2023 sulla prestigiosa rivista “Nature Climate Change”, frutto della collaborazione di un team di ricercatori dell’Università di Padova e dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Consiglio nazionale delle ricerche di (CNR-ISAC) di Bologna.

Per la ricostruzione della durata del manto nevoso sulle Alpi negli ultimi 600 anni i ricercatori si sono avvalsi di 572 anelli prelevati dagli arbusti di ginepro (Juniperus communis L.), viventi e relitti da un sito ad oltre 2.000m di quota in Val Ventina (Sondrio).

Abbiamo scoperto che un arbusto estremamente diffuso, il ginepro comune, quando si trova in alta quota ha un portamento strisciante sul terreno, ovvero cresce orizzontalmente molto vicino al suolo, ed è in grado di regi

strare nei suoi anelli di accrescimento la durata della copertura nevosa – ha affermato il Prof Marco Carrer, Ecologo forestale del Dipartimento Territorio e Sistemi AgroForestali dell’Università di Padova e primo autore dello studio – Infatti, essendo alto poche decine di centimetri, la sua stagione di crescita dipende fortemente da quanto precocemente riesce ad emergere dalla coltre bianca che lo ricopre”.

Dai record di ampiezza degli anelli, i ricercatori hanno ricostruito che la durata dell’attuale copertura del manto nevoso sulle Alpi  è di 36 giorni più breve della media a lungo termine, un declino senza precedenti negli ultimi sei secoli. 

Per lo studio dei cambiamenti climatici è necessario disporre di un’ampia prospettiva temporale – ha spiegato il Climatologo Michele Brunetti del CNR-ISAC – Purtroppo le informazioni riguardanti il manto nevoso vengono generalmente raccolte solamente da pochi decenni. Da qui la necessità di guardare oltre l’orizzonte fornito dai dati strumentali e trovare altre fonti che ci permettano di estendere a ritroso nel tempo le informazioni climatiche necessarie”.

Incrociando le misure degli anelli di accrescimento del ginepro, che può raggiungere età considerevoli (oltre 400 anni), con un modello di permanenza del manto nevoso elaborato ad hoc, i ricercatori sono riusciti a ricostruire le condizioni di innevamento negli ultimi sei secoli, permettendo di comprendere che quello che stiamo vivendo negli ultimi anni è qualcosa che non si era mai presentato precedentemente.

La ricostruzione della durata del manto nevoso dal 1400 che evidenzia il netto declino a partire dal secolo scorso.

È la prima volta che si riescono ad ottenere informazioni su un così lungo orizzonte temporale per questa variabile meteorologica estremamente importante. La neve ha infatti un ruolo chiave nel bilancio energetico terrestre, ma è anche fondamentale per i sistemi naturali, sociali ed economici della regione alpina che si sostengono grazie alla sua disponibilità.

Secondo i ricercatori, si dovrebbe acquisire maggiore consapevolezza delle nuove sfide dettate dai mutamenti in atto e futuri per una regione i cui equilibri si sono mostrati fortemente sensibili ai cambiamenti climatici.

Di recente, un altro Studio, condotto da ricercatori svizzeri su un importante comprensorio sciistico della Confederazione elvetica, ha evidenziato che la riduzione del manto nevoso per effetto dei cambiamenti climatici non garantirà la possibilità di sciare a Natale, nonostante i cannoni sparaneve.  

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