Infrastrutture e mobilità

Mobilità elettrica urbana: una giusta transizione

Un Position paper di Kyoto Club, in collaborazione con A2A, partendo dall’analisi del quadro europeo, offre un approfondimento per comprendere l’attuale situazione della mobilità elettrica in Italia e come essa possa essere spinta nei diversi contesti del Paese, tenendo conto delle esperienze europee.

Il settore dei trasporti è tra i maggiori contributori alle emissioni dell’UE (circa un quarto del totale), ma anche una delle cause dell’inquinamento atmosferico (prima fonte emissiva di ossido di azoto e tra le principali di particolato), causando problemi sanitari, economici e ambientali.

Per mettere fine a questa emergenza sanitaria, economica e ambientale serve agire per promuovere la mobilità sostenibile con numerosi interventi verso il trasporto collettivo, la sharing mobility e l’elettrificazione dei veicoli pubblici e privati. Sostituendo i veicoli a combustione interna con quelli elettrici si potrà preservare la qualità dell’aria e contrastare i cambiamenti climatici, così da raggiungere gli ambiziosi target dell’Unione al 2030 e al 2050. Tuttavia, come dimostrano le statistiche, l’Italia continua a rimanere indietro in Europa riguardo all’immatricolazione di veicoli elettrici, nonostante la densità dell’infrastruttura rispetto al circolante elettrico sia decisamente più elevata di altri Paesi europei. Serve, pertanto, l’adozione di normative adeguate e la volontà politica di agire per rispondere con prontezza a questa sfida.

Se ne è discusso il 16 maggio in occasione della presentazione del Position paper Mobilità elettrica urbana: una giusta transizione”, curato da Kyoto Club in collaborazione con A2A, che analizza il contesto europeo e nazionale del settore dei trasporti, approfondisce le principali normative in materia e fornisce i dati sull’impatto di tutto il comparto in termini di inquinamento ed emissioni, delineando diverse previsioni circa il suo sviluppo, a partire dalle città.

Negli ultimi tre decenni, sostengono i ricercatori, l’unico settore a vedere una crescita delle emissioni di gas serra è stato proprio quello dei trasporti, con un aumento del 33,5% tra il 1990 e il 2019: le autovetture sono fra i mezzi più climalteranti, generando il 60,7% del totale delle emissioni di CO2. Tuttavia, continua lo studio, la riduzione delle emissioni di gas serra di questo segmento subirà un’accelerazione nel tempo e determinerà un netto miglioramento della qualità dell’aria nelle città grazie alla diffusione dei veicoli a zero emissioni, trainata dalle norme in materia di CO2.

I recenti dati Ispra confermano che nel 2022 la CO2 prodotta dai trasporti italiani, è cresciuta invece di ridursi e – di cui il 90% deriva dal trasporto stradale – ha dichiarato Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club – Questo obiettivo, insieme al miglioramento della qualità dell’aria, richiede numerosi interventi verso la mobilità attiva e azioni per l’elettrificazione di veicoli e dei servizi, a partire dalle città e la mobilità urbana. Con questo rapporto vogliono sollecitare l’adozione di strategie e azioni concrete da parte delle istituzioni nazionali e locali per far crescere la mobilità elettrica”.

La riduzione delle emissioni, grazie alla diffusione delle auto elettriche e alla fine della vendita delle auto a carburanti fossili dal 2035, consentirà un miglioramento della qualità dell’aria, soprattutto in città, ma in modo analogo l’elettrificazione deve riguardare tutte le componenti della mobilità: gli autobus pubblici e privati, i veicoli commerciali, i veicoli per la sharing mobility.

Il settore dei trasporti italiano è rimasto pressoché invariato negli ultimi 20 anni, mostrando una forte propensione per i carburanti tradizionali, che continuano a costituire circa il 90% del settore, mentre in Europa le nuove immatricolazioni sono aumentate da 600 nel 2010 a 1,74 milioni nel 2021, pari al 18% delle nuove immatricolazioni, e nel 2022 quasi il 22% delle nuove immatricolazioni di autovetture erano elettriche.

Nuove immatricolazioni di autovetture elettriche (2023) nei principali Paesi europei per trazione  

Il Position paper presenta, inoltre, le best practice di alcune importanti città europee impegnate da tempo per favorire lo sviluppo dei trasporti a emissioni zero, tra cui vengono segnalate quelle di Reykjavík, Glasgow, Lisbona, Budapest e Oslo.

Vengono presentate anche le strategie in tema di elettrificazione di tre principali città italiane, Roma, Milano e Napoli, e quelle partecipanti alla missione europea NetZero2030, che stanno lavorando per la transizione verso la mobilità sostenibile.

L’analisi mostra che la transizione verso la mobilità a zero emissioni è una tappa fondamentale del processo di decarbonizzazione e che le città sono protagoniste di questo percorso – ha commentato Fabio Pressi, Amministratore Delegato di A2A E-Mobility – A2A, che da oltre 10 anni investe in questo settore, ha pensato a una soluzione innovativa per elettrificare i contesti urbani, che tiene conto delle esigenze dei cittadini e dei vincoli architettonici, come il progetto “City Plug” che prevede una ricarica per veicoli elettrici diffusa e lenta, ideale per chi non ha a disposizione un box, che non sottrae spazio alla sosta pubblica e con impatto minimo sulla rete elettrica locale. Ad oggi queste colonnine sono già presenti a Brescia e a Milano e per il capoluogo lombardo abbiamo in programma di installarne 2.000 nei prossimi due anni. Crediamo che queste due prime case history possano rappresentare un modello virtuoso e replicabile anche in tante altre città italiane”.

Kyoto Club e A2A avanzano delle proposte di policy per accelerare la transizione dai motori endotermici a quelli elettrici. Tra queste:
– introdurre, nel Piano previsto dal Regolamento (UE) 2023/1804 (AFI)target vincolanti per gli enti locali (comuni, province, città metropolitane) al 2025, 2030, 2035;
armonizzare a livello nazionale i permitting comunali per l’installazione di infrastrutture di ricarica e promuovere la realizzazione di Low Emission Zones;
completare l’elettrificazione del trasporto pubblico urbano su gomma entro il 2030.

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