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Marche: uno strumento innovativo per verde urbano e paesaggio rurale

Marche strumento innovativo per verde urbano e paesaggio rurale

I Comuni dovranno uniformarsi allo schema di Regolamento predisposto, in pratica un manuale operativo, individuando le aree verdi e le formazioni vegetali, urbane ed extraurbane, nei propri strumenti urbanistici, nonché le misure per la loro tutela ed uso.

Dopo 10 anni di attesa, scanditi da incontri e approfondimenti tecnici, la Regione Marche ha finalmente il Regolamento che uniforma, su tutto il territorio regionale, le disposizioni in materia di verde urbano.

La Giunta regionale ha adottato il 27 luglio 2015, infatti, lo “Schema di Regolamento del verde urbano e delle formazioni vegetali caratterizzanti il paesaggio rurale marchigiano“, previsto dalla Legge Regionale n. 6 /2005 che i Comuni dovranno ora recepire entro un anno dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.

La novità sostanziale – ha sottolineato la Vicepresidente e Assessore all’Agricoltura, Anna Casini – riguarda l’uniformità legislativa su tutto il territorio: nei centri urbani, fino a oggi, vigeva la legge regionale 7/1985 (salvaguardia della flora marchigiana), mentre nelle aree rurali si applicava la più moderna e razionale legge forestale regionale (6/2005). Ora, quest’ultima, si applicherà ovunque”.

Sono esclusi dall’applicazione i vivai, gli orti botanici, gli impianti sperimentali, i boschi, l’arboricoltura da legno e da frutto e tutto quanto ad essi assimilabili. Sono altresì esclusi gli alberi secolari e le formazioni vegetali monumentali per i quali, comunque, le prescrizioni tecnico-operative contenute nel Regolamento possono costituire uno strumento di riferimento fondamentale.

Il “verde urbano” viene definito come “l’insieme dei parchi e dei giardini pubblici e privati, dei parcheggi alberati e delle aiuole stradali sistemate a verde ornamentale, delle alberate stradali, comprese le altre aree verdi ricadenti nel territorio urbanizzato che costituiscono o possono costituire elementi areali, lineari o puntiformi di connessione con il territorio extraurbano quali gli orti urbani, gli incolti urbani, le scarpate, le siepi, ecc“.
Mentre, per “verde extraurbano” deve intendersi “l’insieme di formazioni vegetali definite: albero ad alto fusto, arbusteto, filare, gruppo, siepe“.

Lo Schema di regolamento, praticamente un manuale operativo predisposto da un gruppo di lavoro di esperti, nominato dalla Giunta, pone le Marche all’avanguardia tra le regioni italiane in questa materia.

I Comuni, sulla base di una specifica analisi territoriale, dovranno individuare le aree verdi, le formazioni vegetali e gli elementi vegetali da tutelare, urbani ed extraurbani, nel proprio strumento urbanistico. L’analisi territoriale è redatta tenendo conto principalmente di parametri bio-ecologici e agronomico-forestali anche la funzione di connessione attuale o potenziale del verde urbano con quello extraurbano propria delle reti ecologiche.

Su tale base i Comuni indicheranno le misure di tutela e regoleranno l’uso delle aree, delle formazioni e degli elementi individuati, considerandone gli aspetti naturalistici, paesaggistici, culturali, igienico-sanitari, turistici ed estetico-ricreativi.

La tutela del verde urbano e delle formazioni vegetali caratterizzanti il paesaggio rurale si attua, inoltre, mediante l’eventuale livello di progettazione necessario, la corretta analisi ed esecuzione cui devono essere sottoposti, secondo le modalità del Regolamento.

Infine, si sottolinea che la tutela del verde urbano e delle formazioni vegetali caratterizzanti il paesaggio rurale presuppongono un’adeguata formazione e un continuo aggiornamento degli addetti ai lavori.

Grazie all’applicazione di questo strumento, completo e innovativo – ha continuato la Casini – saranno gradualmente eliminate le problematiche causate da interventi tecnicamente scorretti e saranno potenziate le funzioni ambientali e paesaggistiche del verde. A partire da settembre presenteremo, in incontri informativi presso tutte le Province, invitando anche le associazioni e i cittadini a partecipare, lo schema di regolamento alle amministrazioni locali competenti e agli ordini professionali”.

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