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“Mangiare bene per stare bene”: proposta UE per combattere obesità

mangiare bene per stare bene

Dopo che la Corte dei Conti europea nella sua relazione sui sussidi ai Programmi “Latte nelle scuole” e “Frutta nelle scuole” aveva di fatto bocciato il primo (introdotto nel lontano 1977), per non aver conseguito gli obiettivi prefissati e indicato nel secondo (istituito solo dal 2009) le maggiori opportunità di raggiungere le finalità previste, la Commissione UE aveva lanciato l’anno scorso una pubblica Consultazione per acquisire orientamenti e pareri nell’ambito del processo di valutazione d’impatto, in vista della revisione dei sussidi della nuova Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo 2014-2020.

Così, il 30 gennaio 2014 la Commissione UE, basandosi sui dati emersi dalle relazioni di valutazione e sulla consultazione pubblica, ha pubblicato una proposta di Regolamento intesa a riunire in un quadro comune i due distinti programmi, nell’ambito di un quadro comune al fine di migliorare l’efficacia, renderli più efficienti, snellire i requisiti amministrativi e ridurre gli oneri organizzativi.

A fronte del calo dei consumi di tali prodotti tra i bambini, l’obiettivo della proposta è affrontare con maggiore decisione il problema della cattiva alimentazione, rafforzare la dimensione educativa dei programmi e contribuire alla lotta contro l’obesità.
Oggi è più che mai evidente l’importanza di tali programmi, in considerazione della tendenza al calo nei consumi a breve e medio termine di latte e ortofrutticoli e delle sfide alimentari emergenti. Nella maggior parte dei Paesi il consumo di frutta e verdura tra i bambini è in diminuzione e rimane al di sotto dell’apporto giornaliero raccomandato. Cala anche il consumo di latte alimentare, mentre i bambini si orientano sempre più verso prodotti altamente trasformati.
Sovrappeso e obesità sono preoccupazioni reali: nel 2010 l’OMS ha stimato che nell’UE circa 1 bambino su 3 nella fascia di età tra i 6 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso. Questa tendenza è in rapido aumento, considerato che nel 2008 la stima era di 1 bambino su 4.

Con i cambiamenti proposti oggi intendiamo prendere le mosse dai programmi esistenti per invertire la tendenza al calo dei consumi e rendere i bambini più consapevoli dei potenziali benefici di tali prodotti – ha dichiarato il Commissario UE per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale, Dacian Cioloș – Si tratta di un passo importante per realizzare cambiamenti duraturi nelle abitudini alimentari dei bambini e sensibilizzarli a tematiche importanti per la società. Spero inoltre che sarà un’occasione preziosa per avvicinare il mondo rurale ai bambini, ai loro genitori e agli insegnanti, soprattutto nelle aree urbane”.

All’insegna dello slogan “Mangiare bene per stare bene”, secondo la Commissione UE, questo programma rafforzato, che crea un filo diretto tra aziende agricole e scuole, dovrebbe dare maggiore enfasi alle misure educative destinate a sensibilizzare i bambini sull’importanza di abitudini alimentari corrette, sulla gamma di prodotti agricoli disponibili e su aspetti riguardanti la sostenibilità, l’ambiente e i rifiuti alimentari.

punti chiave della proposta sono:
– l’istituzione di un quadro giuridico finanziario congiunto che si concentrerà sulla distribuzione di frutta fresca (banane comprese) e verdura, e sul consumo di latte;
– la distribuzione sarà accompagnata da azioni educative volte a migliorare la consapevolezza nei alunni delle attività agricole, dei vari prodotti aziendali offerti, delle sane abitudini alimentari e delle questioni ambientali;
– la modifica delle regole di finanziamento per permettere agli schemi di massimizzare la loro portata all’interno di un budget fisso;
– la semplificazione delle norme e dei requisiti per l’attuazione.
Il nuovo Programma, a cui gli Stati membri potranno facoltativamente aderire, un volta approvato avrà
in bilancio una dotazione di 230 milioni di euro per anno scolastico (150 milioni di euro per gli ortofrutticoli e 80 milioni di euro per il latte). Nel bilancio 2014 la dotazione era di 197 milioni di euro (122 milioni di euro e 75 milioni di euro rispettivamente).

La proposta, accompagnata da una Valutazione d’impatto, passerà ora al vaglio del parlamento europeo e del Consiglio, per entrare in vigore presumibilmente nel 2016.

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