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Le locuste sono emergenza umanitaria in Madagascar

Le locuste sono emergenza umanitaria in Madagascar

Dopo la distruzione delle loro coltivazioni di riso ad opera degli sciami di cavallette, i malgasci cercano di superare l’emergenza alimentare cibandosi di questi insetti che, comunque, non può costituire una soluzione a medio termine per la quale c’è necessità di una campagna di prevenzione dai costi insostenibili per il Paese.

In una corrispondenza del 14 agosto 2013 da Sakaraha (Madagascar sud-occidentale), IRIN (Integrated Regional Information Networks), l’Agenzia delle Nazioni Unite presso l’Ufficio di Coordinamento degli Affari Umanitari, ha lanciato un allarme sulle devastanti conseguenze in termini di sicurezza alimentare a seguito dell’inarrestabile invasione delle cavallette che stanno distruggendo coltivazioni di riso, fonte di sostentamento per gran parte della popolazione malgascia.

La Locusta migratoria capito, endemica nel Madagascar, di solito vive singolarmente nella regione, ma se la densità della sua popolazione supera il punto critico, la composizione chimica del suo corpo si modifica, subendo una trasformazione fisiologica, ecologica e comportamentale che porta gli individui di questa specie a concentrarsi e ad agire sincronicamente (come un gruppo di cavallette, o di locuste senza ali, o come gli sciami adulti) muovendosi in massa per trovare nuove fonti di cibo, per i mutamenti nei loro corpi che permettono loro di digerire maggiori quantità di vegetazione e raccolti. Una locusta adulta può consumare al giorno cibo pari al suo stesso peso, circa due grammi. Una parte molto piccola di uno sciame medio mangia in un giorno lo stesso ammontare di cibo di 2.500 persone. Inoltre, queste mutazioni fisiologiche fanno sì che siano in grado di volare per distanze più lunghe, fino a 100 km al giorno, diffondendosi anche nelle regioni ad est e a nord del Paese.

Attualmente nel Madagascar è stagione secca e fresca, non adatta alla riproduzione delle locuste, ma la stagione umida e calda, caratterizzata da abbondanti piogge, che inizia a metà ottobre e dura sino alla primavera, favorisce la rapida riproduzione dell’insetto che può riprodursi ogni due mesi fino a quattro in un anno.
Ma questo può essere considerato un anno eccezionale, dal momento che gli sciami di locuste hanno cominciato ad imperversare nella regione di Sakaraha fin dall’aprile con ondate di due-tre sciami alla settimana.

Siamo già arrivati alla quinta generazione e la situazione è destinata a peggiorare se non si interviene nei mesi di settembre e ottobre, con il rischio che si riproduca un’altra generazione –  ha dichiarato a IRIN Hasibelo Rakotovao, responsabile dell’Agenzia Nazionale Locuste (CNA) per la regione di Sakaraha – Questi sciami sono venuti dal sud, quando lì è cominciato ad esser secco, trasferendosi nei nostri territori. Di solito usiamo un trattamento di pesticidi, tuttavia all’inizio dell’anno non abbiamo avuto né benzina né pesticidi. Poi, all’inizio di giugno, abbiamo ricevuto un po’ di benzina che abbiamo usato per controllare la zona. Tre settimane fa, ci hanno dato 2.500 litri di pesticidi, che è circa un decimo di quello che ci serve per questo territorio”.

La FAO, che ha in Africa un apposito servizio di informazioni previsionali sulla diffusione di questi ortotteri per le gravi conseguenze sull’approvvigionamento alimentare delle popolazioni locali (cfr: “Sahel: guerre, fame, inondazioni e… cavallette!“), ha stimato che c’è bisogno di 15 milioni di dollari per condurre una campagna di controllo del suolo e dell’aria su un territorio di circa 500 mila ettari, che il Governo malgascio non è attualmente in grado di sostenere.

Così, nelle zone rurali la popolazione cerca di trarre il meglio da questa brutta situazione, integrando la scarsa dieta con le cavallette. Secondo quanto riferisce l’Agenzia IRIN, in alcune zone gli abitanti le catturano con le zanzariere, in altre i ragazzini si avventurano all’interno degli sciami per catturare con le mani gli insetti che vengono annegati in secchi d’acqua, per essere poi essiccati al sole e, quindi, arrostiti su bastoncini o fritti. La FAO ha recentemente diffuso un Rapporto in cui si sottolinea che le cavallette sono ricche di proteine e non presentano rischi per la salute umana, purché non siano state irrorate con pesticidi.

Normalmente siamo in grado di vivere con quel che coltiviamo, ma questo è l’anno più difficile che abbiamo mai avuto – ha dichiarato un contadino che nutre una famiglia di 10 persone con i tre raccolti annuali che ottiene dai suoi due campi (uno per il riso, alimento base, l’altra per le verdure) – Le cavallette hanno mangiato tutto il riso, lasciando solo le radici che erano sotto l’acqua. In questo momento stiamo solo sopravvivendo, che altro possiamo fare? I bambini devono mangiare, così continuiamo a piantare e quando arrivano le cavallette, cerchiamo di scacciarle, con il rumore, i bastoni ardenti o con i vestiti. Come sostituto del riso, come alimento le locuste non sono adatte per essere conservate perché possono durare per circa una settimana, mentre il riso può essere accantonato per molto più a lungo”.

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